giovedì 12 giugno 2008

Un parroco, un visitatore e 8 comunità neocatecumenali

Leggo sul blog di "Settimana" (una pubblicazione cartacea di orientamento progressista, delle edizioni Dehoniane) il caso ''Un parroco, un visitatore, e 8 comunità neocatecumenali''.

Si tratta di una parrocchia retta da un ordine religioso, che nella seconda metà del 2007 ha ricevuto la visita straordinaria da parte di un delegato del superiore generale, e successivamente una lettera, indirizzata al parroco e ai dirigenti neocatecumenali.

Quella lettera del visitatore è interessante poiché è l'ennesima chiara testimonianza che il Cammino Neocatecumenale:

1) entra nelle parrocchie come un parassita, e le fagocita

2) ovunque si installa, crea divisioni, tensioni, contrasti

3) non rispetta le indicazioni che riceve

4) celebra numerose liturgie contemporaneamente (e per di più autonome) il sabato sera

5) conduce una "pastorale" indipendente, ignorando deliberatamente quella del parroco

6) se ne infischia della "lettera di Arinze" (a cominciare da quell'«almeno una domenica al mese»)

7) manca di carità verso tutto ciò che non è neocatecumenale.


A chiunque abbia avuto a che fare almeno una volta con il Cammino, quegli argomenti non sono per nulla nuovi.

Anche la correttezza e la cautela del visitatore religioso, che talvolta appaiono addirittura eccessive, confermano che la lettera descrive onestamente la realtà. Ecco dunque il testo:

«Carissimi fratelli e sorelle,
vi porgo un cordiale saluto nella pace di Cristo risorto... Dal... al... ho fatto la visita canonica straordinaria, a nome del superiore generale... Durante la visita, ho dedicato tempo all'ascolto delle persone e alla visione delle situazioni. Ho parlato con la comunità religiosa, con i responsabili delle comunità del Cammino, con i rappresentanti dei gruppi parrocchiali. Ho incontrato s.e. mons. vescovo, il vicario episcopale per la pastorale della città, il superiore provinciale. Ho letto la documentazione che si trova nell'archivio della comunità religiosa riguardante le visite canoniche...; tra l'altro, ho notato come alcune delle indicazioni offerte a riguardo del "Cammino" siano state disattese. Ho meditato sugli ultimi pronunciamenti del magistero del papa e dei vescovi.
A fine della visita, così scrivevo: "Nella comunità parrocchiale ci sono otto comunità del Cammino neocatecumenale. In questo momento c'è tensione soprattutto tra la comunità religiosa e tali comunità". Inoltre aggiungevo: "La comunità religiosa continui con la sua proposta, relativa al nostro carisma, di animazione della parrocchia, secondo i nostri documenti ufficiali; le linee di pastorale per la parrocchia vengono date dalla comunità religiosa e dal consiglio pastorale". Infine, parlavo di una "lettera di orientamento", che avrei fatto giungere, dopo ulteriori approfondimenti, alla comunità religiosa e ai responsabili delle comunità neocatecumenali.
Dopo discernimento e preghiera, sono giunto a queste conclusioni, che vi indico in vista di un cammino di comunione.
"Al di sopra di tutto vi sia la carità". Ciò che si deve salvaguardare è la carità, ciò che si deve edificare è la comunità, ciò che si deve vivere è la comunione.
Nella situazione dell'attuale tensione e in vista dell'edificazione della comunità parrocchiale, vi indico i seguenti passi da realizzare progressivamente. Essi vi offrono concreti cammini di comunione.
1. Per favorire la crescita armonica della comunità parrocchiale e del nostro carisma, constato che la presenza di otto "comunità del Cammino" sia troppo numerosa. Invito perciò i responsabili delle comunità del Cammino neocatecumenale a trovare soluzioni alternative, come la fusione di alcune comunità o il loro trasferimento in altre sedi, in modo che nella parrocchia non vi siano più di tre comunità. Inoltre, invito i responsabili a non iniziare altre catechesi; se sorgerà l'esigenza di altre catechesi, queste non siano svolte nella parrocchia.
2. Per realizzare la comunione visibile e per evitare sovrapposizione di orario, le celebrazioni eucaristiche del sabato sera per le "comunità del Cammino" presenti in parrocchia, il sabato sera negli ambienti parrocchiali non ci saranno più di tre celebrazioni eucaristiche. In particolare poi nel momento culminante dell'anno liturgico, a partire dall'anno 2008 nella chiesa parrocchiale o negli ambienti dell'Oratorio non sia tenuta la celebrazione della veglia pasquale.
3. Per concretizzare l'indicazione della lettera della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del 1° dicembre 2005, indirizzata ai responsabili del Cammino, in cui si chiede che "almeno una domenica al mese le comunità del Cammino neocatecumenale devono partecipare alla santa messa della comunità parrocchiale", chiedo che una volta al mese, al sabato sera, in tutte le sale dell'Oratorio non vi sia nessuna celebrazione eucaristica.
4. Per potenziare la comunità pastorale e l'espressione del nostro carisma nella parrocchia, che è stata affidata dal vescovo alla congregazione, si trovino orientamenti convergenti all'interno del consiglio pastorale e si sviluppi una proposta esplicitamente nostra di animazione della parrocchia, secondo i nostri documenti ufficiali.
Sono consapevole che la via proposta è ardua; i passi non sono facili da realizzare. "È la carità di Cristo che mi spinge". L'edificazione della comunità parrocchiale chiede scelte coraggiose. Il Cammino neocatecumenale sta facendo un grande bene nella chiesa, creando però alcune tensioni, soprattutto nell'inserimento pastorale parrocchiale (Benedetto XVI, incontro con i parroci e il clero della diocesi di Roma, 22 febbraio 2007). In questi anni scorsi, non si è riflettuto sufficientemente da parte della nostra comunità e della comunità parrocchiale su che cosa significhi che una parrocchia sia animata da un carisma di vita consacrata.
Lo Spirito Santo, che è Spirito di verità e di amore, vi suggerirà come realizzare questi orientamenti. Lascio al superiore provinciale, in dialogo con il vescovo, di vederne i tempi di concretizzazione fin dall'inizio del nuovo anno pastorale. La Vergine Maria...
Con sincera stima e affetto fraterno».



Questa lettera è stata abusivamente inoltrata a "Settimana" da un neocatecumenale infuriato che cercava di spaccare il capello in quattro su quanti diritti avesse il visitatore straordinario, appoggiandosi al fatto che il vescovo di quella diocesi tace.

Nel suo commento alla lettera il neocatecumenale ha poi proclamato che il Cammino sarebbe stato invitato in quella parrocchia "da trent'anni" (dai parroci di allora), da cui lui sorprendentemente deduce che i parroci di oggi (tanto meno i loro superiori religiosi e visitatori straordinari) non avrebbero diritto di chiedere un ridimensionamento del Cammino anche in presenza di errori ed abusi. Tanto per cambiare, la "logica" dei neocatecumenali fa acqua da tutte le parti.

Il neocatecumenale, poi, addirittura fa basse insinuazioni sull'onestà del visitatore (il quale aveva invece già chiarito di aver parlato con i responsabili del Cammino, e scritto loro solo "dopo ulteriori approfondimenti"), e dispiace e sorprende che tal Riccardo Barile, della redazione di "Settimana" (probabilmente sacerdote e liturgista), tenti di dare un colpetto al cerchio e uno alla botte, senza riconoscere lo sporco giochetto neocatecumenale.

Purtroppo i neocatecumenali sono esperti nell'utilizzare le debolezze altrui: l'ossessivo "pacifismo ecclesiale" dei progressisti, l'ostinato silenzio dei vescovi allergici alle guerre parrocchiali, la moda del dover difendere lo status quo anche in presenza di errori, tensioni e contrasti...