martedì 10 giugno 2008

Le messe-cabaret neocatecumenali che dovrebbero portare dalla tristezza all'allegria

Un neocatecumenale la spara grossa: "ma il Papa vi ha mai dato udienza?"

Beh... non sempre l'udienza dal Papa è una cosa che fa onore...!

Per esempio, l'udienza privata con Kiko-Carmen-Pezzi del novembre 2005, fu per dare loro una severa reprimenda sulla liturgia...

...messa poi per iscritto nella famosa "lettera di Arinze" contenente le "decisioni del Santo Padre"!

Dunque, caro amico, c'è poco da ridere!

Dirò di più: tutti i neocatecumenali che ho conosciuto appaiono sempre tristi e arrabbiati.

Si sforzano di ridere, ma la visione cupa e pessimistica che hanno della vita prevale continuamente.

Ma questo è perfettamente normale, dal momento che seguono un cammino di menzogna.

Infatti Kiko ha affermato (per iscritto, e al Papa) che le liturgie neocatecumenali servono a portare gli adepti "dalla tristezza all'allegria".

Attenzione: non dalla tristezza alla felicità.

Non dalla tristezza alla letizia.

Ma dalla tristezza all'allegria.

Si può essere lieti anche nelle difficoltà, e nel dolore.

L'allegria e l'euforia, invece, sono emozioni.

I neocatecumenali - come tutte le persone che hanno deliberatamente scelto di vivere crogiolandosi nella propria tristezza - preferiscono le emozioni momentanee.

Ecco perché hanno ridotto la liturgia a una chiassata che produca una (passeggera) allegria.