venerdì 27 giugno 2008

Per Kiko Arguello i sacrilegi si possono fare

“Ora è il papa a dover combattere con Arinze”, esclamava Kiko in conclusione.

Si direbbe piuttosto che il Papa abbia da combattere con Rylko.


Sentite l'ineffabile neocatecumenale Stefano Caredda:

...durante la celebrazione eucaristica tenuta domenica 15 giugno al centro neocatecumenale di Porto San Giorgio, alla presenza del cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, sia il pane che il vino sono stati ricevuti secondo le nuove modalità che saranno poi allargate col tempo (qualche settimana, secondo la tradizione orale) a tutte le comunità del Cammino.

Tanto per cambiare, il Cammino comincia col disobbedire.

Perché mai ci vuole "qualche settimana"?

Forse che i neocatecumenali sono sprovvisti non solo di telefono, ma anche di orecchie?


Sul calice "da seduti", Kiko ha risposto con un “Vedremo, deciderà il singolo vescovo”.

Per il calice "in piedi" bisognerà aspettare che lo comandi il singolo vescovo?

E poi, i neocatecumenali obbedirebbero davvero?

Povero Caredda... anche stavolta Kiko lo ha costretto a fare acrobatici arrampicamenti di specchi!


Queste notizie sono infatti tratte da fonte non sospetta: il blog neocatecumenale dell'ineffabile neocatecumenale Stefano Caredda (a suo tempo, Caredda insisteva furiosamente a dire che né lui né Korazym erano neocatecumenali: spero che lo abbia fatto per vergogna, piuttosto che per ingannare meglio i lettori).


Ancora Kiko, con le sue uscite imbecillissime, stavolta a proposito dell'Ultima Cena: «...nel corso della quale Gesù disse “Questo è il mio Corpo” (a significare la rottura della schiavitù dell’uomo all’egoismo e al demonio)».

È una boiata veramente colossale. Per venti secoli tutta la Chiesa ha sempre pensato che Gesù, dicendo "questo è il mio Corpo", intendeva veramente "questo è il mio Corpo", cioè la sua presenza reale nel sacramento, tant'è che poi ha comandato "fate questo in memoria di Me".

Ma evidentemente Kiko non crede nella presenza reale; per Kiko quelle parole sono solo un simbolo, che servono a significare un concetto.


Preparatevi per la mazzata finale...

Guardate cosa dice Kiko:

“Abbiamo scelto di fare la comunione seduti – ha affermato Kiko avvicinandosi al cuore della questione - soprattutto per evitare che si versasse per terra il Sangue di Cristo. La nostra paura era che se si versasse il Vino per terra: se fosse successo per tre volte, saremmo stati denunciati e ce la avrebbero vietata”.

Kiko non è preoccupato dal sacrilegio ma dal... divieto (che poi comunque si sarebbe guardato bene dal rispettare).