martedì 3 giugno 2008

Tattica neocatecumenale: il "fatto compiuto"

Sto ancora sfogliando il sito della conferenza episcopale giapponese.

Tra le notizie, leggo un brevissimo inciso, in cui si dice che dopo una mostra "ci sono stati alcuni che, interessati al cristianesimo, hanno preso qualche pubblicazione cattolica".

Queste poche parole sono davvero commoventi. In un paese dove i cattolici non arrivano allo zero virgola cinque per cento del totale degli abitanti, i vescovi considerano come notizia bella e degna di rilievo anche il fatto che dopo una mostra a cui hanno partecipato nientemeno che una quarantina di persone, qualche "pubblicazione cattolica" è finita nelle mani di persone che hanno un barlume di curiosità per il fatto cristiano.

E quei vescovi - i più posati del mondo, i più diplomatici del mondo -, nel loro sito ufficiale dicono che il Cammino ha creato solo divisioni.

E tali divisioni sono tra la minoranza neocatecumenale e il resto del mondo cattolico!

Queste sono proprio le stesse cose che diciamo noi.

E vengono dette in un paese dove la comunità cattolica è così piccola che la gerarchia ecclesiale è assai poco "comprabile" lusingandola con promozioni e "decime". Perciò quelle affermazioni sono da considerare così sincere.

Il Papa ha rassicurato i vescovi giapponesi che non avrebbe "esteso" lo Statuto (il testo originale della notizia era in giapponese, e successivamente tradotto in inglese; pertanto il termine "statuto", passando dal giapponese all'inglese, è stato adattato in "regulations"; non si capirebbe peraltro a quali "regulations" possa fare riferimento papa Benedetto XVI, a fine aprile 2008).

A meno di grossi equivoci dei giapponesi nel riportare quella stessa notizia, mi viene da pensare che la presunta "approvazione" dello Statuto di cui si vocifera da due settimane, sia piuttosto un "colpo di testa" del Pontificio Consiglio per i Laici, in modo da presentare al Papa il "fatto compiuto", così come avvenne nel 2002.

Papa Giovanni Paolo II, da fine giugno del 2002, rispose al "fatto compiuto" col suo assordante silenzio, parlando degli Statuti solo nel settembre successivo per dire che era un punto di partenza, non di arrivo.

Evidentemente era ancora dispiaciuto per l'abuso universale e incontrollabile di quella lettera "Ogniqualvolta" del 1990.

Papa Benedetto XVI è indubbiamente più coriaceo di Giovanni Paolo II. Vedremo come andrà a finire.

Nel frattempo, ancora oggi (3 giugno 2008), i neocatecumenali non hanno nessuna "approvazione" ma solo voci discordanti.