sabato 7 giugno 2008

Divergenze? Macché! Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere...

Scrissi questa a settembre 2006 ma oggi, dopo quasi due anni, non cambierei una parola. Le disobbedienze del Cammino sono continuate anche dopo la scadenza della fatidica "lettera di Arinze", e c'è sempre qualche neocatecumenale - come il destinatario del messaggio qui sotto - che in buona fede (o apparenza di buona fede) tira fuori qualche acrobazia verbale per difendere il Cammino.

Carissimo,

chi cerca onestamente la verità sul Cammino non può limitarsi a vederne solo gli elogi. Specialmente nel momento in cui cominciano ad essere numerose le voci critiche (che vengono dall'interno della Chiesa, anzitutto dalla gerarchia ecclesiale! Non vengono da atei o da anticattolici! Non è come l'Opus Dei o i Legionari di Cristo, criticati solo dai cattocomunisti e dai comunisti).

Se uno appartiene al Cammino, ed il Cammino viene accusato di eresie e di abusi liturgici, cosa farà? Si straccerà le vesti (come sempre avviene), o più onestamente cercherà di capirci qualcosa di più?

Lo scopo del nostro lavoro è aiutare questi ultimi a capire di più (poiché per i primi vale purtroppo il detto "non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere").

Ciò che facciamo non abbisogna di dodici lauree in teologia. Ci basta il Catechismo. Ci basta la fede dei semplici. Ci basta la tradizione plurimillenaria della Chiesa. Ci basta ricordare che la liturgia cristiana ha sempre avuto quel particolare fascino, quella particolare sublimità del «fare questo in memoria di Lui».

Perciò facciamo appello almeno alla tua onestà intellettuale, e ti provochiamo con delle domande serissime, alle quali si può sfuggire solo barando o mentendo.


I testi delle "catechesi segrete" pubblicate dai cosiddetti "nemici" del Cammino (che ne hanno evidenziato le storture e le eresie), corrispondono a quanto ti è stato trasmesso dai catechisti, o no? i catechisti ti hanno insegnato il Catechismo della Chiesa, o ti hanno "testimoniato" i contenuti delle "catechesi segrete"?

E se i testi corrispondono, allora il commento che ne hanno fatto padre Zoffoli e gli altri, il confronto con la dottrina della Chiesa, il Catechismo, ecc., regge in piedi o no? sbaglia davvero chi dice che tra il Catechismo della Chiesa Cattolica e le catechesi del Cammino ci sono gravi contraddizioni? e se le contraddizioni appartengono solo al passato, perché costa tanta fatica condannarle esplicitamente?

Quanto agli abusi liturgici, le Messe sono ancora "messinscene", oppure dopo la lettera di Arinze sono diventate messe normali come quelle di tutta la Chiesa? perché mai ci vuole tanto tempo per obbedire? perché mai è passata la consegna di continuare come prima (sia pure per questi soli due anni) quando è evidente che le decisioni del Papa non erano di rinviare la soluzione del problema ma di affrettarla?

E quelle acrobazie verbali di Kiko e Gennarini... Noi ti chiediamo, indipendentemente da quanto tu li voglia bene, se siano davvero giustificabili, o piuttosto hanno ragione coloro che vedono che i vertici del Cammino vi ingannano? è forse giusto che chi vi guida abbia la facoltà di ingannarvi sia pure "a fin di bene"? i santi hanno mai ingannato "sia pure a fin di bene" coloro che li seguivano?

La lettera di Arinze è una frenata drastica agli abusi liturgici del Cammino, moderata solo da un prolungamento di un permesso temporaneo per lo scambio della pace.

Il Papa ha detto ai neocatecumenali che possono avvalersi di tutto ciò che era stato permesso a tutta la Chiesa già da tempo, ad eccezione dello scambio della pace (e quest'eccezione vale solo temporaneamente). E il Papa, ancor più magnanimo di quanto non meritereste, indica un tempo limite "entro due anni" per chiudere definitivamente la questione: ma è ovvio che in questi termini è una richiesta urgente, del tipo "prima concludiamo e meglio sarà".

E invece Kiko cosa fa? "Entro due anni" lo fa diventare "due anni". Una richiesta esplicita e urgente del Papa, la fa diventare un prolungamento degli abusi appena condannati. Perché nessun neocatecumenale si è mai domandato il significato di questi stratagemmi di Kiko? Perché mai nel rapporto col Papa occorre usare trucchetti astuti come questo? I neocatecumenali debbono obbedienza filiale anzitutto al Papa, o anzitutto a Kiko?

Possiamo forse noi pensare che Kiko si permetta piccinerie del genere e poi ciononostante i neocatecumenali riescano, di fronte a tanto augusto esempio, ad essere più santi di lui obbedendo da subito al Papa?

Se proprio non ti piace questo ragionamento, dimentica le mie parole, e rileggiti a mente fredda la lettera di Arinze e poi le interpretazioni di Gennarini prima e di Kiko poi: il tuo adorato Kiko si permette simili astuzie col Papa.

E il rapporto di Kiko col Papa non è solo questo; rileggiti le parole di Kiko del 3 giugno 2006, di fronte a mezzo milione di testimoni (a cominciare dal Papa e numerosi ecclesiastici), quando Kiko si lamenta che i vescovi sarebbero talmente stupidi da non "capire" di aver bisogno del Cammino Neocatecumenale («ma quanto è difficile, Santo Padre, che le istituzioni capiscano che hanno necessità dei carismi!»)

Le mie parole possono finire tranquillamente nell'oblio. Ma le parole di Kiko restano lì, a tua disposizione. Non è un'interpretazione, è un fatto.


Ti prego di non considerare "dialogo" il reciproco annacquamento delle proprie posizioni (un esercizio che consente, al più furbo degli interlocutori, di non arretrare di una virgola: ed è un esercizio in cui primeggiano i neocatecumenali, a giudicare dagli interventi di Kiko Argüello e Giuseppe Gennarini a proposito della lettera del cardinal Francis Arinze).

Le nostre divergenze nascono per le due nostre diverse esperienze:

1) io ho considerato il Cammino con simpatia per lungo tempo, anche quando i sempre più numerosi indizi poco piacevoli mi suggerivano di cambiare idea; anch'io, per un po', mi sono ostinato a credere agli slogan martellanti di questo Cammino "approvato", che in qualche modo produceva frutti che io non "capivo"... e alla fine mi sono dovuto arrendere all'evidenza, anzitutto a causa di due seminaristi neocatecumenali che ho avuto nella mia parrocchia, grazie ai quali ho conosciuto per bene il "sottobosco" del Cammino, fino a scoprire le osservazioni di padre Zoffoli (sì, quel padre passionista che ha speso una vita intera per i sacramenti, la direzione spirituale, la predicazione e gli scritti in difesa della sana fede cattolica), restandone stupito poiché corrispondevano con quanto avevo già dedotto io;

2) tu sei nel Cammino, e quindi in teoria avresti una conoscenza migliore della mia. Ma in pratica banalizzate qualsiasi argomento serio, annullate ogni critica, nascondete dietro tante gentili parole tutti i problemi, in nome di un irenismo ambiguo e pernicioso anzitutto per voi stessi. Dite che il Cammino vi porta alla fede della Chiesa, e nel frattempo professate eresie dicendovi (e gridandoci) che non sono tali; dite che il Cammino vi porta ad una maggior comunione alla Chiesa, e poi partecipate a liturgie straziate e ci considerate i "babbani" della fede; dite che il Cammino è un dono dello Spirito alla Chiesa, e non condannate (e forse neppure vi accorgete) di quell'obbedienza al Papa fatta solo di parole, parole e ancora esclusivamente parole, come nel Vangelo il figlio che dice "sì padre" e poi non va nei campi a lavorare: allo stesso modo Kiko e Carmen e Pezzi che dicono al Papa "siamo contentissimi delle norme che ci avete impartito" e poi lo ringraziano per la rilassatezza de "i due anni" (travisando l'urgenza degli "entro due anni") per la distribuzione della Comunione, e dichiarano addirittura che il loro errore sarebbe servito a portare gente "dalla tristezza all'allegria, dalla morte alla vita", ecc... Ecco qui, abbiamo "informato" il Papa che obbediremo a modo nostro (bel modo di essere cattolici, eh?)


Siamo davvero nella stessa fede cattolica? Lex orandi, lex credendi: il modo di pregare è indicativo di cosa credi e come credi. Ed il Cammino è ampiamente qualificato da quelle liturgie-cabaret neocatecumenali (dico "cabaret" poiché Kiko, Carmen e Pezzi hanno scritto al Papa che le proprie stravaganze liturgiche sono servite a portare la gente "dalla tristezza all'allegria") organizzate per tanti decenni dal visionario Kiko (dico "visionario" poiché Carmen nel giugno 2002 alla presentazione dello Statuto ha dichiarato che Kiko le disse di aver avuto una visione della Madonna: Kiko è come i veggenti di Fatima? oppure Kiko o Carmen ha inventato tutto?)

Dov'era (e dov'è) l'adorazione eucaristica tra i neocatecumenali? Dov'era (e dov'è) il rosario? Che fine hanno fatto la deprecazione delle processioni, della tradizione ecclesiastica tra Costantino e il Concilio Vaticano II, della genuflessione, delle preghiere in latino, del canto gregoriano? Vi hanno mai detto, nel Cammino, che il documento Sacrosanctum Concilium del Vaticano II insiste che il gregoriano abbia il primo posto?


Leggo il tuo intervento ed anzitutto prendo atto che finalmente hai ammesso che nella lettera di Arinze vi erano delle "correzioni" per il Cammino Neocatecumenale. Se vi erano dunque delle "correzioni", ti chiedo: c'è mai stato qualche catechista che abbia precisato che si "corregge" solo ciò che è sbagliato?

Parli della "riduzione" delle monizioni: ma davvero? tale "riduzione" ha tenuto conto dei seri vincoli imposti dai documenti citati nella lettera di Arinze? Oltre che "brevi", sono diventate anche "eventuali", oppure sono ancora "frequenti" (o peggio "sempre presenti")? l'avete capito che la lettera intende riportare ad "occasionale" e "breve" ciò che avete trasformato in "onnipresente" e "lungaggine"?

Quanto alle testimonianze (che vi pavoneggiate a chiamare "risonanze" come se aveste tutti una laurea in ingegneria), mi stai forse dicendo che pur ridimensionate non sono né diventate occasionali né spostate al di fuori della Messa? (cfr. Redemptionis Sacramentum, nr. 74; cfr. Ecclesiae de Mysterium art. 3.2 e 3.3; ecc.)


Lex orandi, lex credendi: la liturgia «per noi ha un significato molto forte», mi dici, come se ciò non fosse vero anche per noialtri non-neocatecumenali. Ma con quell'affermazione mi confermi che la tua fede non è quella della Chiesa, ma è una fede nel kikismo, che non tollera ingerenze del Papa sulle proprie liturgie.

Ciò mi rattrista particolarmente, perché il perseverare nell'errore è davvero diabolico.


Poi, vi prego, smettetela di fare confusione tra il "carisma" e la persona che lo ha portato. Le due cose sono inscindibili. Se si limitassero ad applicare l'esempio di san Francesco d'Assisi, i francescani non sarebbero francescani, ma sarebbero gente che tenta di vivere in povertà in nome di un regolamento. I benedettini non sarebbero tali se si limitassero alla Regola. I salesiani non sarebbero salesiani se si limitassero a eseguire ciò che ha prescritto don Bosco. L'errore tipico dei protestanti è ridurre il cristianesimo a una serie di regole (da calibrare a misura delle mode del momento).

È una sottile astuzia quella di separare il "carisma" neocatecumenale da Kiko Argüello e seguaci.

Significherebbe "brevettare" come intoccabile il metodo kikiano ("l'itinerario"), con la scusa che è un dono dello Spirito, ma i neocatecumenali sanno che finché Kiko è vivo, è da lui che si attinge il metodo.

Pertanto la sottile astuzia serve a dichiarare infallibile il metodo in modo da far risultare infallibile Kiko. Paradossalmente, questo è per noi un motivo per augurare lunga vita a Kiko, in modo che emergano le contraddizioni del suo "brevetto"!


Il vostro trucchetto ha avuto una parziale riuscita con l'approvazione dello Statuto nel 2002.

Lo Statuto definisce la "natura" del Cammino estrapolando una frase di papa Giovanni Paolo II.

Per giunta, pur essendo un "itinerario", è dotato di responsabili internazionali nominati a vita (come se fosse un'associazione), è dotato di una struttura gerarchica che ha da accordarsi coi vescovi (come se fosse un'associazione), non ha un patrimonio proprio ma devia le offerte alla Fondazione Famiglia di Nazareth per l'Evangelizzazione Itinerante (che ha finanziato la Domus Galilaeae) e pertanto è come se fosse dotata di un patrimonio proprio (come se fosse un'associazione). Si vuole far approvare come un "itinerario" (un concetto), ma ha tutti i tratti dell'associazione privata di fedeli fondata da Kiko e Carmen.

Vantate sempre quel "Riconosco" di Giovanni Paolo II nel 1990. Ma paradossalmente, a fine giugno 2002, Kiko ringrazia il Papa per l'approvazione dello Statuto, e il Papa non c'è. E nei giorni successivi il Papa (che tanto avrebbe "voluto" questa regolazione statutaria) non menziona neppure lontanamente l'evento.


Allora, a questo punto, nei panni di un neocatecumenale, mi sentirei tremendamente preso per il sedere da Kiko e Carmen in giù.

Nei panni di uno che ama Kiko, mi sentirei imbarazzato del sapere che Kiko mi sta ingannando.

Nei panni di uno che ha sempre stimato Kiko, mi sentirei nauseato dal vedere utilizzati mezzucci e trucchetti per carpire un'autorizzazione di un "itinerario" in modo da presentare una infallibilità di Kiko (vuoi vedere che hanno ragione quelli che impropriamente parlano di «una chiesa nella Chiesa»?)

Nei panni di uno che ha dato tanto per il Cammino (tempo, soldi, pazienza, fatiche, ecc.) mi sentirei ben poco allegro a sapere che tante mie risorse sono state investite nella direzione sbagliata: diamine, ero entrato nel Cammino per riscoprire la fede in Cristo ed appartenere di più alla Chiesa cattolica, ed invece scopro che Kiko anziché mendicare dalla Chiesa di essere corretto e guidato, va a sindacare dal Papa in difesa delle proprie idee su Cristo e sulla Chiesa (quelle stesse idee che attraverso i catechisti ha propinato a me). Diamine, vuoi vedere che il Cammino, dietro tanta grancassa, è in realtà una presa in giro? (mi interessa di più appartenere all'unica vera Chiesa, o m'interessa permanere nel Cammino?)

Certo, non ho troppo da ridire contro me stesso. Sono stato abilmente ingannato, continuamente ingannato, sono caduto nella tipica trappola emozionale, perché mi sentivo circondato da tante persone come me, perché pensavo sempre "qui tutti mi accolgono, qui i catechisti sono così bravi e generosi, hanno sempre la risposta a tutti i miei dubbi, qui tutti danno tanto tempo e tanti soldi e tanta fatica e tanta pazienza per quest'opera... potevo mai fare il bastian contrario?"


La nostra insistenza è perché sono in gioco le nostre anime. A cominciare dalla tua.

Durante tutta la storia della Chiesa, molti, in buona fede, sono stati ingannati da eretici ed anticristiani, ed hanno dato la vita per delle stupidaggini che ai loro occhi sembravano così eleganti e giuste.

Molti hanno deviato dalla retta via (l'unica garantita di persona da Gesù Cristo: «le porte degli inferi non prevarranno») per andare su una stradina secondaria ma emozionante ed attraente.

Anche Martin Lutero e i suoi seguaci ed emuli, di fronte ad una Chiesa oggettivamente in crisi, segurono le proprie geniali idee, riducendo il sublime Sacrificio Eucaristico ad una "cena", togliendo di mezzo ciò che non garbava (per esempio la confessione auricolare, il latino, ecc.), ridisegnando Gesù a propria immagine e somiglianza, esasperando e assolutizzando la lettura della Bibbia (dalla quale magicamente aspettarsi chissà cosa, come se l'intelligenza della fede fosse una banale lettura di un formulario).


In tutto questo non ci dilungheremo a chiederci: cui prodest? (a chi giova?)

A chi fanno veramente comodo le "variazioni" liturgiche del Cammino?

A chi fanno veramente comodo le "interpretazioni" dottrinali del Cammino?

A chi fanno veramente comodo i metodi del Cammino? (decenni di durata, spezzettamento in gruppetti, "neocatecumenalizzazione" delle parrocchie, cooptazione e "aggancio" della gerarchia ecclesiale, ecc.)