venerdì 5 settembre 2008

La comunione "sulle mani"...

Come al solito mescoli le cose a modo tuo.

La comunione "sulle mani" c'era fino al settimo secolo, è vero.

Ma poi, per validi motivi, è stata abolita.

Recentemente è stata ripristinata da alcune conferenze episcopali, non dal Papa (infatti il Papa vuole che alle sue celebrazioni la comunione si faccia "alla bocca" e "in ginocchio").


Per di più, come già sai, la comunione "sulle mani" nelle parrocchie si fa in un modo... e tra i neocatecumenali si fa in un altro.

E il modo neocatecumenale è poco rispettoso del sacramento: non solo per la forma e la foggia dei pani... ma anche per lo stile self-service come in una chiassosa osteria di campagna!

Voi disperdete frammenti del Corpo di Cristo!!

La maniera neocatecumenale espone il Sacramento al sacrilegio!

VERGOGNA!

VERGOGNA!

Tu neocatecumenale chiami "eretico" me?

Anche stavolta non hai letto quello che ti ho scritto, e mi chiami "eretico" pensando che chiunque non sia d'accordo con il Cammino Neocatecumenale debba essere classificato "eretico".

"Eretico" è colui che professa dottrine deviate, idee incompatibili con l'insegnamento della Chiesa.

L'eretico, ovviamente, non ammetterà mai di esserlo.

Si può essere eretici per ignoranza, in buona fede: il Signore sa distinguere bene tra chi professa eresie per ignoranza, e chi professa eresie sapendo cosa significano.

E tu non sei uno stupido.

Tu hai abbastanza intelligenza per consultare il Catechismo della Chiesa Cattolica, e vedere che abissali differenze ci sono tra ciò che insegna la santa Chiesa, e gli strafalcioni insegnati da Kiko, da Carmen e dai tuoi super catechisti neocatecumenali.

Siccome non hai rinnegato nulla delle eresie di Kiko, e siccome avevi tutta l'intelligenza e il tempo per farlo, allora - mi dispiace dirlo - sei eretico proprio tu.

Tu sei sempre pronto a dire che il Cammino ha lo Statuto... sei sempre pronto a dire che ci sono tanti cardinali e vescovi che appoggiano il Cammino... sei sempre pronto a recitare la solita solfa delle "tante vocazioni" (pur sapendo che i numeri sono gonfiati all'inverosimile da Kiko stesso)...

Ma tutte queste cose non cambiano il fatto che tu sei eretico come Kiko.

Kiko professa idee sbagliate su tante cose - sulla grazia, sui sacramenti, sulla vita della Chiesa...

E' stato accusato pubblicamente e ripetutamente da molti ecclesiastici. Ma non ha mai risposto alle accuse.

Eppure gli sarebbe stato facilissimo rispondere: gli bastava affermare, per esempio: "sono stato accusato di avervi insegnato che è impossibile offendere Dio... ebbene, io condanno questo errore, e condanno qualunque catechista abbia osato insegnarlo!"

Visto? Semplicissimo!

E invece no. Kiko non lo ha mai fatto.

Kiko è tenacemente attaccato alla sua "dottrina", quelle robe strane che ha inventato insieme alla Carmen per poi qualificarle come "sintesi kerigmatico-catechetica".

Ma è una dottrina piena di eresie. E' un'accozzaglia di invenzioni fantasiose, che stridono moltissimo con l'insegnamento della Chiesa!


Ora, il Cammino ha uno Statuto.

Lo Statuto ha cambiato forse qualcosa di quegli errori dottrinali?

Lo Statuto cambia forse significato a ciò che Kiko dice o non dice?

Lo Statuto è forse un'autorizzazione a professare le stesse eresie?

No!

Ovviamente, quel che vale per Kiko vale anche per te.

Tu dici di non essere eretico, ma grazie all'insegnamento dei tuoi catechisti continui a credere alle sbagliatissime dottrine di Kiko e Carmen.

Hai preso in mano il volume del Catechismo solo per trovare un articolo da usare contro di me (senza neppure notare che quell'articolo giudicava te, non me).

Se tu prendessi il Catechismo e lo confrontassi onestamente con le scemenze che dice Kiko, già dopo pochi articoli ti troverai ad un bivio: devo appartenere alla Chiesa cattolica, o devo appartenere alla setta di Kiko?

Ho conosciuto molti neocatecumenali che pur di appartenere alla setta neocatecumenale, erano addirittura disposti a fingere di professare le verità cattoliche. Continuando con l'esempio di sopra, erano capaci perfino di dire: "non è vero che è impossibile offendere Dio".

Però nessuno di loro ha mai avuto il coraggio di dire: "Kiko, nel dire questo, sbaglia".

Nessuno di loro ha mai avuto il coraggio di ammettere che Kiko può sbagliarsi, e che va criticato (e corretto) l'errore.

Ecco perciò uno dei principali motivi per chiamare "setta" il Cammino.


Ora, un cattolico qualsiasi che non è al corrente di tutto, si domanderà: "ma se è una setta eretica, perché ha lo Statuto?"

Ma è proprio per la necessità di non farsi scoprire come setta eretica, che Kiko ha preteso a tutti i costi lo Statuto, anche se incompleto come quello attuale!

Ai vertici della Chiesa probabilmente si pensa che lo Statuto dato al Cammino servirà nonostante gli errori neocatecumenali a recuperare tutta la gente in buona fede che ci è finita dentro. E' uno strumento per farvi obbedire, non è un premio per le vostre corbellerie liturgiche e dottrinali!

Lo Statuto è infatti un percorso entro il quale dovete cominciare ad obbedire!

Ma tanto... che parlo a fare?

Lo Statuto lo leggono solo quelli che criticano il Cammino!

Voi neocatecumenali non lo avete proprio letto!

Se lo aveste letto, infatti, tanto per cominciare ci avreste trovato la "lettera di Arinze" che vi condanna le stramberie liturgiche (articolo 13, comma 3, nota 49 dello Statuto del Cammino pubblicato il 13-6-2008).

Invece voi leggete solo le parti che vi fanno comodo... le "interpretate" a modo vostro, traendo menzogna perfino dalla verità... e fate quel che vi pare, infischiandovene della Chiesa, dalla quale continuate sempre ad esigere riconoscimenti ed elogi (che non meritate).

Tu sei nel Cammino, e perciò puoi capire bene tutte queste cose.

Puoi capire bene che il Cammino Neocatecumenale ha due facce, una "pubblica" fatta di elogi, di riconoscimenti, di statuti, ed una "nascosta" (neanche troppo nascosta), fatta di insegnamenti sbagliati, liturgie strampalate, menefreghismo contro la gerarchia cattolica.

Per questo ti invito a riflettere, e ti invito alla conversione.

Io sono solo un umile peccatore come tanti altri. Ho a cuore la sorte delle anime, non solo la mia. Mi dispiace che tu sia su una via sbagliata, e mi dispiace ancora di più che tu sia convintissimo di essere invece sulla strada giusta.

Per dovere di carità cristiana, non posso fare a meno di metterti in guardia dal pericolo che ti ostini a non voler vedere.

Perciò, fratello, ti invito caldamente alla conversione del cuore. La misericordia del Signore è infinita!

Ti scongiuro: abbandona le tenebre dell'errore neocatecumenale, e torna all'unica vera fede professata nell'unica vera Chiesa!

mercoledì 3 settembre 2008

Ancora i tuoi insulti a me, a Barile e a chi non elogia il Cammino...

Purtroppo tutte quelle tue opinioni (da arrampicata sugli specchi) non fanno testo.

Fanno testo solo i fatti: ed erano proprio i fatti, nudi e crudi, che ti ho tante volte descritto e che tu ti ostini a non voler vedere.

Tu non hai altro argomento che insultare chi dice la verità.

Evidentemente, la "carità neocatecumenale" si limita ai soli neocatecumenali, e non va d'accordo con la verità!

Infatti voi neocatecumenali preferite le tenebre, perché dalle tenebre siete nati, anche se tra di voi c'è della gente in buona fede che si illude di aver trovato un'esperienza cristiana.

Il Cammino Neocatecumenale è la principale aberrazione del post-Concilio.

Infatti le altre aberrazioni non erano così sistematiche, non erano durate tanti decenni diffondendosi a macchia d'olio nonostante le critiche dei vescovi.

Siete stati abilissimi ad ingannare e a costringere, ad aggirare regole ed a corrompere ecclesiastici, siete stati bravissimi perfino ad ottenere un riconoscimento scritto da un Pontificio Consiglio... quello Statuto, che però non cambia la sostanza dei vostri errori!

Dato che siete guidati dall'arroganza, anche tu, che sei l'ultima ruota del carro neocatecumenale, pretendi di vendicarti contro di me e contro Barile e contro monsignor Clemens e contro tutti coloro che hanno giustamente criticato il Cammino.

Hai il terrore di sapere che esistono persone che dimostrano che le paure che hai in cuore sono tutte fondate.

Hai il terrore più assoluto di sapere che ciò che temi è vero: e cioè, che il Cammino Neocatecumenale è ispirato dal diavolo, poiché è cresciuto grazie alle disobbedienze di Kiko, grazie alla mancanza di rispetto per il Papa e per i vescovi, grazie allo strazio sistematico della liturgia, grazie alla diffusione accanita e ossessiva delle bislacche astruserie simil-protestanti di Kiko e Carmen.

Perciò, questa è la miglior dimostrazione che in cuor tuo è grande il sospetto di essere solo una pedina del Cammino NeoDiabolico, che consiste in una liturgia parodia di quella vera, consiste in insegnamenti eretici travestiti da cammino di formazione, che consiste in una organizzazione da setta travestita da vita comunitaria!

Fratello, spero che tu torni all'unica vera fede dell'unica vera Chiesa.

Spero che tu rigetti totalmente l'errore neocatecumenale, per abbracciare di nuovo la verità.

Spero che tu abbia il coraggio di affrontare la verità, il coraggio di confrontarti con la tua coscienza, il coraggio di ammettere che seppur in buona fede ti sei sbagliato nel dare l'anima al Cammino Neocatecumenale.

Ti scongiuro: torna all'unica vera fede! Torna all'unica vera Chiesa!

Sei ancora in tempo: torna all'unico vero gregge!

Quando uscirai dal Cammino, i neocatecumenali ti malediranno, e capirai perciò che non ti hanno mai amato!

Quando uscirai dal Cammino, ti accorgerai che per la Chiesa sei un uomo, sei una persona da rispettare e da amare! Invece nel Cammino sei solo una pedina, ti danno una falsa libertà e ti tengono schiavo di tutte quelle idiozie neocatecumenali che così tanto stridono con la vera vita della Chiesa!

Pregherò per te, perché tu capisca di essere stato ingannato e utilizzato dal Cammino, e perché tu torni all'unica vera Chiesa, che non ha bisogno di ingannare nessuno.

Ancora sul caso Barile-Tornielli...

Come al solito "giri la pizza dalla parte tua".

Tornielli non ha veramente "criticato" Barile: ha solo detto "lui ha le sue fonti, e io le mie".

Il resto della querelle è avvenuta sul blog di Tornielli ad opera di commentatori di entrambe le parti, che hanno esasperato il discorso e fatto anche volare insulti. Barile si è anche scusato per ciò che di eventualmente offensivo avesse scritto.

Comunque la fonte di Barile era quasi certamente mons.Clemens (che già si era sbilanciato nell'intervista dell'8 aprile 2008 quando aveva detto, probabilmente facendo eco delle parole del Papa, che l'approvazione dello Statuto Neocatecumenale era ancora "molto lontana"; la notizia era stata ripresa perfino sul sito web di Radio Vaticana).

Riguardo all'intervista che Clemens ha smentito il 10 aprile, Barile poteva benissimo pubblicare la registrazione dell'intervista, e invece ha preferito fare una figuraccia lui pur di non farla fare a mons.Clemens.

Evidentemente Barile ama la Chiesa al punto da assumersi una figuraccia piuttosto che farla fare ad un ecclesiastico. Barile è un laico che "toglie gli schiaffi da faccia" agli ecclesiastici. Il Signore legge nel suo cuore (come nel mio e come nel tuo), e saprà ricompensarlo.

Per parlare di una cosa così precisa come i "sette anni di ulteriore experimentum", occorre che qualcuno molto in alto (molto più in alto di Rylko) avesse seriamente suggerito l'ipotesi.

Non dimenticare che il Papa, il 25 aprile 2008, garantiva ai vescovi giapponesi di "non aver esteso l'approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale".

La fonte di Tornielli, invece, era Rylko. Lo Statuto, infatti, è opera di Rylko. E' stato Rylko, il 20 maggio 2008, a prendere iniziativa e a telefonare a Kiko, che in quel momento era in Israele.

Un'iniziativa sgradita al Papa.

Infatti il Papa, fino ad oggi, non ha fatto parola degli Statuti. Non ha né ringraziato, né elogiato.

Non ha detto niente.

Possiamo essere sicuri che il Papa prima o poi ne farà parola... solo per dire che i Neocatecumenali dovranno obbedire ancora di più alla Chiesa (poiché infatti fino ad oggi hanno sostanzialmente disobbedito), dovranno sforzarsi ancora di più di obbedire ai vescovi (poiché infatti fino ad oggi hanno sostanzialmente disobbedito), dovranno lavorare ancora di più per adeguarsi alle direttive della Chiesa (poiché infatti fino ad oggi non hanno fatto nulla per adeguarsi! specialmente in campo liturgico e dottrinale!)

Infatti voi neocatecumenali finora avete sempre disobbedito, avete sempre fatto a modo vostro, avete sempre "interpretato" a modo vostro tutto ciò che vi veniva comandato dalla Chiesa!

Ed ora, ovviamente, tentate di far credere che siccome avete lo Statuto allora nessuno dovrebbe avere il diritto di criticare i vostri errori, le vostre eresie, i vostri abusi liturgici.

Ma ogni cristiano ha il diritto e il dovere di mettere in guardia i fratelli che sbagliano ed i fratelli che possono sbagliare.

Perciò, finché continuerete con i vostri errori, le vostre eresie, i vostri abusi... saremo sempre costretti a farvelo notare!

giovedì 28 agosto 2008

Il Cammino Neocatecumenale è frutto del demonio

Ti sbagli.

Io non odio le persone.

Io odio solo il peccato.

I passi della scrittura che agiti contro di me, sono quegli stessi che ti condannano.

Sei costretto ad inventarti ogni sorta di "interpretazioni" e di menzogne per far finta di non vedere ciò che è evidente anche ad un cieco.

Cioè il fatto che il Cammino non è frutto del Concilio (tanto meno dello Spirito).

Il Cammino è frutto del demonio.

Tu hai paura di ammetterlo, perché nel tuo orgoglio hai il terrore di esserti sbagliato.

Hai paura di ammettere la verità che bussa alle porte del tuo cuore.

Hai paura di ammettere che fino ad oggi hai seguito il miele avvelenato del demonio anziché la dolcezza vera della fede nel Signore.

Tu chiami "fede" quella che è una patetica messinscena che somigila poco alla fede cattolica.

Tu rinneghi la "lettera di Arinze" anche se sai bene che fa parte dello Statuto (articolo 13, comma 3, nota 49). Mah... dimenticavo che lo Statuto voi non lo avete neppure letto.

Lo Statuto non lo ha letto neppure Kiko, poiché il 13 giugno scorso ha esclamato: "Ora è il Papa a dover combattere con Arinze".

Riecco la vostra proverbiale disobbedienza. Per voi la "lettera di Arinze" non era una guida sicura per appartenere alla Chiesa, ma era una "catastrofe" (così l'ha definita Kiko: "una catastrofe! siamo perduti!").

Per voi l'obbedienza alle "decisioni del Santo Padre" era una pura finzione. Il 17-1-2006 Kiko risponde al Santo Padre: "siamo contentissimi" della lettera di Arinze. E il 13-6-2008 lo stesso Kiko in conferenza stampa dice che quella stessa lettera era una "catastrofe! siamo perduti!"

Dunque, non c'è alternativa. O Kiko ha mentito al Papa, oppure ha mentito a voi neocatecumenali. O meglio: ha mentito sia al Papa che a voi neocatecumenali!

Naturalmente, per te le "decisioni del Santo Padre" non contano niente.

Per te conta quello che dice Kiko.

E se Kiko dice menzogne, allora anche tu ti senti costretto a dire menzogne: e perciò ti fai condurre da Kiko sulla via dell'inferno.

Se Kiko se ne infischia della "lettera di Arinze" (anche adesso che è contenuta nello Statuto), allora anche tu te ne infischi.

Per te è più importante Kiko che il Papa.

E la cosa incredibile è che tu continui a seguire più Kiko che il Papa, nonostante il fatto evidente che Kiko ti dice menzogne!

Ti fai scudo di uno Statuto, ma lo Statuto non fa diventare verità la menzogna.

Gridi, urli e strepiti contro chi te lo fa notare... proprio come un bambino capriccioso grida, urla e strepita contro i suoi amici che gli dicono che non bisogna disobbedire ai genitori!

Continui ad insultarmi e a maledirmi con tutti questi tuoi messaggi di posta elettronica... ma questo non cambierà la situazione!

Perciò non posso fare altro che metterti in guardia!

Per un minuto, anche solo per un minuto, metti in primo piano tutta la tua umiltà, e chiediti come mai Kiko ha bisogno di mentire ai neocatecumenali e mentire allo stesso Papa!

Chiediti come mai vi dichiarate sempre obbedienti al Papa... e poi invece "interpretate" a modo vostro tutto quello che vi conviene!

Chiediti come mai il Cammino dichiara di obbedire ai vescovi, e poi fa la guerra ai vescovi (come in Giappone, come anche qui!)

Chiediti come mai voi abbiate tanto bisogno di straziare la liturgia... quando il Concilio Vaticano II ha indicato una via completamente diversa dalla vostra!

Chieditelo, chieditelo onestamente.

mercoledì 27 agosto 2008

Risposta ad un neocatecumenale infuriato

Sei tu che dici sciocchezze, cattiverie, insinuazioni, bugie, calunnie, menzogne.

Sei tu il fanatico, non io.

Io ho a cuore solo la verità. Ho a cuore solo la Chiesa.

Tu invece no. Sei fanatico del Cammino. Elogi qualsiasi cosa riguardi il Cammino.

Addirittura nella scorsa email hai detto che lo Spirito Santo e il Cammino sarebbero la stessa cosa. VERGOGNA!

Parli continuamente dello Statuto, ma non lo hai letto. Io invece l'ho letto.

Avete ingannato il Papa, i vescovi, vi fate ingannare voi stessi da Kiko e Carmen.

E dopo tutto questo, vuoi convincere me.

Credi davvero che convincendo me, automaticamente metti a posto la coscienza?

martedì 26 agosto 2008

"Roma locuta": la lettera di Arinze fa parte dello Statuto

Quelli del sito web Catechumenium, alla notizia dello Statuto, esultarono: Roma locuta, causa finita.

Non è esattamente la stessa cosa che dissero quando venne alla luce la "lettera di Arinze" (contenente le decisioni del Santo Padre) contro le liturgie neocatecumenali.

Ora però quella lettera è parte dello Statuto (art.13, comma 3, nota 49).

Dunque dovremmo essere noi a dire ai neocatecumenali:

Roma locuta... (lettera di Arinze) ...causa finita! (i neocatecumenali DEVONO adeguarsi alla liturgia di tutta la Chiesa e smetterla di celebrare quella chiassata da osteria!)

lunedì 25 agosto 2008

Al neocatecumenale che tenta di cambiare discorso

Ci sono molte differenze tra RnS e CNC, ne elenco solo qualcuna:

Rinnovamento non tenta di fagocitare le parrocchie - il Cammino invece sì

Rinnovamento non inganna o corrompe i vescovi - il Cammino invece sì

Rinnovamento non disobbedisce al Papa e ai vescovi - il Cammino invece sì

Se il parroco dice che non vuole più RnS nella sua parrocchia, allora quelli di Rinnovamento se ne vanno - il Cammino invece resta, e fa guerra al parroco.

Rinnovamento non strazia la liturgia come invece fanno i neocatecumenali... Rinnovamento applica solo i suoi canti (che però vengono cantati anche al di fuori di Rinnovamento, poiché non sono brutti come i canti di Kiko).

Vogliamo continuare?

domenica 24 agosto 2008

A proposito della foto che ritrarrebbe Ratzinger celebrare dai neocacatecumenali

Ah, ah, ah! Mi mandi la solita foto di Ratzinger che "celebrerebbe" da voialtri neocatecumenali?

Ma sì, continuate così, fatevi del male... continuate a far capire a tutti quanti che:


1)  è sempre la stessa foto! Dunque significa che il cardinale Ratzinger non è mai più venuto a celebrare da voi! Chissà perché!! Forse Ratzinger vi ha sgridato perché avete messo sull'altare la Chanukkiah e troppi fiori! Per questo non sarà più tornato!
Per questo, appena diventato Papa, vi mandò la "lettera di Arinze" che ora fa parte dello Statuto!


2)  la foto è stata ritagliata accuratamente, in modo da non far vedere bene la disposizione dei sacerdoti e dell'assemblea!


3)  non c'è nessuna immagine del momento della comunione... aver usato un'ostia grande non significa "comunione self-service" modello neocatecumenale!


VERGOGNA!

Voi mentite perfino con le foto! VERGOGNA!

sabato 23 agosto 2008

Il vero contenuto dell'intervista a Kiko...

Kiko, come avete accolto il provvedimento di approvazione degli Statuti del Cammino?

Lo abbiamo accolto con un "finalmente!"

Naturalmente, per noi è solo uno strumento di propaganda.

"Accogliere" lo Statuto non significherà obbedirlo, ma solo interpretarlo.



Quali sono i vostri rapporti con la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, oggi e
in futuro?

Oggi le cose vanno abbastanza bene: infatti tale Congregazione è praticamente in mano nostra (per esempio, per proteggere i miei interessi, hanno ostacolato in ogni modo i vescovi giapponesi... basta andare sul sito web ufficiale della conferenza episcopale giapponese e leggere cosa è successo).

Sui giornali inglesi scrivono addirittura che il cardinale Ivan Dias è dei nostri: vuol dire che ce lo siamo "lavorato" benissimo.

Per il futuro continueremo ad utilizzare intensamente i nostri soliti metodi ben collaudati da quarant'anni (pressioni, bustarelle, false informazioni...) altrimenti smetteranno di sostenerci.


Può raccontarci una esperienza di Evangelizzazione in America Latina?

Sì.

Come in ogni posto del mondo, arrivano lì dei miei scagnozzi e si insediano in qualche parrocchia dove hanno notato un parroco abbastanza ignorante, oppure facile da corrompere.

Viene subito formata una nuova comunità neocatecumenale, adescando i parrocchiani più in vista.

In Giappone purtroppo le parrocchie non sono molto affollate, per cui lì se ne sono accorti subito che la nostra "evangelizzazione" consisteva nel sottrarre i parrocchiani alla parrocchia, piuttosto che andare ad evangelizzare i non credenti.

Ma noi non vogliamo perdere tempo con i non credenti e con i lontani. Noi vogliamo solo conquistare le parrocchie e "neocatecumenalizzarle". Per questo ne inglobiamo i fedeli con le catechesi "per adulti", senza precisare che sono roba nostra.

In breve tempo, le attività neocatecumenali inglobano e fagocitano la parrocchia. A quel punto ci espandiamo sempre di più.

Quando abbiamo nelle nostre mani abbastanza "potere", allora finalmente ci presentiamo dal vescovo ma... solo per esigere che ci dia ancora più spazio, sempre più spazio.


E per l'impegno missionario in Asia?

E' la stessa cosa.

Posso dirvi che alcune famiglie europee sono andate lì in Giappone senza sapere la lingua. Dopotutto, per noi, "evangelizzare" significa solo far espandere il Cammino, non vogliamo perdere tempo a imparare le lingue. L'importante è che sappiano lo spagnolo o l'italiano, quel tanto che basta per cantare i canti che compongo io.

I vescovi giapponesi si sono lamentati che il Cammino va avanti da solo, indipendentemente dalla chiesa locale. Ah, ah, ah! Solo adesso se ne sono accorti?

Ma noi abbiamo messo radici nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Perciò quei vescovacci imbecilli avranno vita durissima. Sapremo vendicarci, e glielo abbiamo già fatto capire. Infatti ora tutti i presbiteri neocatecumenali del Giappone non sono più in rapporto diretto coi loro vescovi, ma hanno come intermediario un vicario neocatecumenale. Capisci? E' come se obbedissero ad un nostro "vescovo" anziché ai loro legittimi vescovi!


 Ci racconta di un'esperienza in Africa?

In Africa abbiamo tre seminari (in Camerun, Zambia e Congo).

Nell'evangelizzazione abbiamo avuto molte difficoltà perché i religiosi missionari presenti sul luogo hanno capito bene che volevamo espanderci a spese delle parrocchie, catturandone sia i parrocchiani che le risorse economiche.

In Kenya e Tanzania abbiamo sofferto molto perché le comunità cristiane studiavano il catechismo e quindi si sono accorte che noi insegnavamo una cosa diversa, e allora ci hanno rifiutato. Non è stato per cattiveria, ma perché avevano capito il nostro metodo e perciò diffidavano di noi.

I nostri catechisti seguono un modello da agente segreto: andare a due a due, senza nulla di proprio, vivendo come parassiti. Mai esporsi troppo... finché non si guadagna un certo potere di contrattazione con parroci e vescovi.

Infatti, se andassimo alla luce del sole, se ci dichiarassimo subito neocatecumenali, molto probabilmente ci caccerebbero via anche se abbiamo lo Statuto.


Nel Cammino Neocatecumenale utilizzate la musica come strumento di missione?

Sì.

Ovviamente si tratta solo della musica che compongo io. E' la "nueva estetica", per cui tutte le estetiche precedenti (inclusi Mozart, Michelangelo e tutti gli altri) devono essere assolutamente dimenticati. Credi forse che nelle celebrazioni neocatecumenali sia lecito suonare un Palestrina o almeno un Frisina? Macché! La messa neocatecumenale l'abbiamo inventata io e Carmen, e dato che la Carmen non sa comporre musica, allora si deve cantare solo quella che ho composto io!

Infatti si tratta della mia teologia neocatecumenale messa in forma di canto. Dovunque vanno, i miei adepti "cantano" i miei insegnamenti. Ecco perché le mie composizioni sono strumento di missione neocatecumenale. Per esempio, il canto "Risuscitò" è particolarmente cupo, perché io così intendo la risurrezione.

Tutto questo discorso ovviamente vale anche dal punto di vista pittorico, con gli sgorbi blasfemi che io dipingo e che tutti i neocatecumenali debbono utilizzare per pregare.


Alcuni, guardando la vostra esperienza di fede, parlano di "nuovo francescanesimo": vi riconoscete in questa definizione?

No.

Se fossimo un nuovo francescanesimo, saremmo anzitutto obbedienti al Papa.

Se fossimo un nuovo francescanesimo, non avremmo tutto questo incontrollabile giro di soldi.

Se fossimo un nuovo francescanesimo, non avremmo mai combinato pasticci con la liturgia e la dottrina.

Ma invece è il Papa che deve obbedire a noi, perché noi siamo Frutto del Concilio!

Avremmo potuto formare un'associazione riconosciuta dalla Chiesa o una congregazione, ma abbiamo voluto evitare di fare cose che ci avrebbero costretto ad obbedire al Papa ed ai vescovi.


Ricevete spesso delle critiche, come quella di essere un cammino elitario, selettivo…

Quelle critiche vengono contrattaccate dalla nostra propaganda, affibbiando etichette dispregiative a chiunque ci critica.

Purtroppo accade sempre più spesso che qualcuno dimostri i nostri errori... in quel caso noi reagiamo parlando di "calunnie", in modo che chi non conosce bene la situazione pensi che noi siamo la vittima anziché l'aggressore.


Quali sono le sue speranze per il prossimo futuro?

Conquistare la Chiesa fino al vertice. Ci vorrebbe un Papa neocatecumenale, ed ovviamente io sono il più adatto ad essere Papa.

Comunque va bene anche qualcun altro, purché poi obbedisca a me, perché io sono Frutto del Concilio e quindi il Papa mi deve obbedire.

***

venerdì 22 agosto 2008

Ecco come il Cammino "rispetterebbe" gli altri carismi

Una laica ha inviato la seguente testimonianza al sito Verità sul Cammino Neocatecumenale. Purtroppo non è né la prima, né l'ultima testimonianza di questo genere...


Mi sono trasferita da Roma a Tivoli praticante nella parrocchia di Santa Sinforosa, ho conosciuto la realtà di 8 comunità neocatecumenali, il parroco catechizzato da loro, emargina tutte gli altri gruppi di preghiera es. sono responsabile dell'apostolato della preghiera, ma non ci permette né di far conoscere la devozione del Cuore di Gesù, né spiegare i 9 venerdì, né la confessione, né l'adorazione eucaristica ecc.ecc. Ho fatto catechismo per due anni, perchè aveva la speranza di convertirmi al loro cammino, non avveratosi ciò mi ha tolto il corso catechistico perchè non spetta a me ma ai catechisti della comunità: premetto che a marzo p.v. prendo se Dio vuole il dottorato in scienze della religione. Viviamo l'eresia e lo scisma più totale di questi tempi dovuto alla setta neo catecumenale.

Dove finirà la nostra chiesa visto che pubblicamente chiamano kicho papa............

giovedì 21 agosto 2008

Il matrimonio secondo Kiko: "o vieni in celebrazione o ti caccio di casa", "tu meriti di perire", "presto o tardi il Signore

Una laica ha inviato la seguente testimonianza al sito Verità sul Cammino Neocatecumenale: da restare allibiti! "O vieni in celebrazione o ti caccio di casa", "tu meriti di perire", "presto o tardi il Signore ti brucia"... sono cose che il marito non avrebbe mai detto alla moglie, se tale marito non fosse diventato neocatecumenale. Ecco perché siamo scettici sui pomposi slogan neocatecumenali che dicono che il Cammino avrebbe "salvato" il matrimonio di qualcuno.


Molte sono le testimonianze di gente che, "grazie al Cammino", ha ricostruito la sua storia, il suo matrimonio, ecc.. Io posso dire invece che il Cammino mi sta distruggendo il matrimonio e la vita familiare e personale in genere. Mio marito ha sposato fino in fondo questo modo estremo ed "integralista" di intendere il cristianesimo. Ha incarnato in sé il giudizio verso di me e verso tutti coloro che non fanno parte del Cammino o che non ne condividono il metodo (sacerdoti e vescovi compresi!!!)!

Io, frequento a singhiozzo il cammino stesso (ospitato da un'altra parrocchia della mia stessa cittadina), ma sono, contemporaneamente, al servizio della mia parrocchia di appartenenza dove, per anni, mi sono formata in seno all'Azione Cattolica.

Oggi,mentre da un lato onoro i miei impegni parrocchiali anche col Ministero del canto che mi porta ad una gioiosa intimità con Cristo, dall'altro sono spesso coartata da mio marito nella volontà di andare alle celebrazioni neocatecumenali e, per amor di pace in famiglia, cedo alle sue insistenze (anche perchè abbiamo due bimbi che molto spesso assistono a scenate tristissime tra me e lui, sol perchè non condivido tante impostazioni estreme del cammino e, di conseguenza, nascono conflitti che sfociano in minacce ed offese che sono costretta a subire: "o vieni in celebrazione o ti caccio di casa", "tu meriti di perire", "presto o tardi il Signore ti brucia", e tanto altro ancora.

Insomma, non accetto l'idea, spudoratamente esternata da mio marito e dai catechisti,che il Cammino sia l'unica "ancora di salvezza" e che, al di fuori di esso tutto sia inutile e banale. Quanti Santi sono stati riconosciuti tali anche senza avere conosciuto il Cammino Neocatecumenale? e poi, se tanto mi dà tanto, altro che trasmissione di fede ai figli! Qui si rischia di perdere anche la propria! E' la testimonianza con la vita che rivela l'essere Cristiano ed il rispetto verso l'altro, con le sue diversità, è la più efficace testimonianza. Altrimenti, si scade nell'eterno giudizio e nello sterile moralismo!

La S. Messa sarebbe più giusto che si celebri con la Chiesa tutta, ogni domenica, non tra le fredde mura di una stanza allestita per la Celebrazione del sabato sera e severamente riservata ai soli componenti della comunità neocatecumenale. Molto spesso la nostra "divisione" si spiega anche nel fatto che lui non può fare a meno della celebrazione del sabato sera, mortificando senza scrupoli quella domenicale, io, invece, mi ritrovo ad andare alla S.Messa domenicale (da sola!!! o con le bambine), anche per il servizio che svolgo in parrocchia, se non anche a quella della sera precedente. Per non parlare della Pasqua, vissuta con profonda angoscia per via della mancanza di comunione tra di noi ed anche rispetto ai familiari tutti. E poi, gli unici "veri familiari" devono essere considerati solo i fratelli di comunità, non c'è nè padre, nè madre, nè fratelli...!

La carità e la solidarietà, nella accezione più ampia, si impongono solo limitatamente ai primi e non ad altri. Non si possono accettare tali drastici condizionamenti! E questa è solo minima parte di quanto si potrebbe denunciare!!!

Prima o poi si dovrà svelare il vero volto di una tale realtà presente nella nostra Chiesa. Mi auguro che il Signore dia Luce alle nostre menti per riconoscere e concretizzare il vero messaggio cristiano, che è messaggio universale, e che Cristo è il fine ultimo di ogni cosa, tutto il resto è solo (o dovrebbe essere solo) uno strumento per conseguire tale fine.

mercoledì 20 agosto 2008

Vogliono un Papa neocatecumenale!

Un laico ha inviato la seguente testimonianza al sito Verità sul Cammino Neocatecumenale. I neocatecumenali tenterebbero macchinazioni per ottenere un "Papa neocatecumenale"! Sono alquanto scettico sulla reale incidenza di simili macchinazioni, ma sono certo che questa idea davvero circoli nelle teste di certi vertici neocatecumenali (e di molti dei loro scagnozzi), non nuovi a tronfie parole ed eccessi da slogan da stadio. Quanto alla "firma del Santo Padre", Benedetto XVI non ha firmato nessuno Statuto. Nello Statuto c'è la firma di Rylko. Il Papa non ha mai menzionato lo Statuto, dal 13 giugno ad oggi non ha mai fatto parola. Un silenzio assordante, che stride con i menzogneri slogan neocatecumenali che dicono "il Papa ci approva".


Io non sarei così superficiale nel valutare il peso del Cammino e l'influenza che potrebbe avere nella Chiesa. Dopotutto, nessuno è perfetto e anche gli altri movimenti ecclesiali e gli stessi ordini religiosi hanno le loro pecche ed hanno commesso errori: errori di superbia, di orgoglio, di elitarismo, ecc.

Ma tutti insieme gli errori compiuti dagli altri movimenti non assommano all'un per cento di quelli ben più gravi ed esiziali commessi dal e nel cammino.

La stessa ragion d'essere di questo blog la dice lunga sulla specificità, diversità e alterità di un'organizzazione che davvero contiene al proprio interno i germi di una distruzione radicale del modo di intendere la fede cattolica. Questo lo avevano ben capito padre Zoffoli, don Conti e pochi altri incompresi e disattesi.

Con un'aggravante tanto incredibile quanto inaudita: che al progetto portato avanti dai fondatori del Cammino hanno aderito non solo semplici sacerdoti e parroci ma addirittura vescovi e cardinali.

Il livello dell'infiltrazione e del coinvolgimento è tale e di tale portata da rappresentare un reale pericolo per il futuro della Chiesa stessa, se è vero che nel programma dei capi del Cammino vi è portare al soglio pontificio un Papa neocatecumenale.

Dunque, dissento dalle intepretazioni che tendono a sminuire la portata di un'approvazione formale del Cammino. È vero che i neocatecumenali, essendo preparati ad obbedire esclusivamente ai loro capi, continueranno a disobbedire alla Chiesa a seconda delle direttive ricevute all'interno del loro movimento e indipendentemente dall'approvazione o meno dello statuto, ma è pur vero che tale approvazione assumerebbe un valore simbolico di gran lunga superiore alla pochezza dottrinale e teologica dei suoi propugnatori.

Personalmente, con tutta la deferenza ed il rispetto che nutro per il Santo Padre, ritengo che dovrebbe riflettere mille volte prima di apporre la propria firma su un atto profondamente dirompente e destabilizzante per la Chiesa.

E questo lo affermo senza alcun rancore per Kiko e compagni, che hanno tutto il diritto di professare le loro convinzioni religiose ma nessun diritto di imporle a tutta la Chiesa e all'intera comunità cattolica, tentando di piegare perfino il Papa a tale ambiguo e nefasto disegno.

martedì 19 agosto 2008

Pressioni, minacce e ricatti: ecco le comunità neocatecumenali!

Un giovane laico ha inviato la seguente testimonianza al sito Verità sul Cammino Neocatecumenale. Mi addolora sapere che la sua amica subisca minacce e ricatti dagli adepti della setta neocatecumenale: eppure queste cose succedono ancor oggi, nel 2008: da un lato sbandierano l'approvazione degli Statuti, dall'altro ricattano e minacciano chi preferisce vivere la fede senza appartenere al Cammino. Ancora una volta si chiarisce quali siano i "carismi" del Cammino: minacce, pressioni, ricatti, disobbedienze, abusi, eresie. Lo Statuto, che doveva servire per riportare il Cammino nell'alveo della Chiesa cattolica, non è servito a nient'altro che ad aumentare la propaganda neocatecumenale.


Io festeggio il ritorno alla vita di un'amica. Nove anni fa lei aderì incoscientemente alla nascente comunità NC della nostra parrocchia, e nonostante l'avessi messa in guardia perchè già si era a conoscenza di critiche da parte di alcuni sacerdoti.

Oggi, dopo nove anni, lei mi ha dato ragione, ha ammesso di aver sbagliato allora e di aver buttato quasi dieci anni della sua vita appresso alle follie neocatecumenali.

Oggi si sente di nuovo libera, ma non vuole pubblicizzare questa sua "liberazione" perchè è sotto pressione da parte della comunità cui apparteneva e sta già subendo minacce e ricatti.

Altro che pompe magne alla Domus: queste sono le cose che quei vescovi dovrebbero sapere, prima di abbracciare incoscientemente una causa profondamente sbagliata e deleteria per la Chiesa.

Cosa aspettano gli altri vescovi a svegliarsi?

Che Kiko si presenti a S.Pietro e ne picchi con il suo bastone le porte, come capo riconosciuto della nuova religione cattolica?

Cosa farebbero allora tutti i ministri della Chiesa non neocatecumenali?

Piegherebbero la testa o farebbero quadrato attorno al Papa, tirando fuori quel coraggio che oggi li fa somigliare a tanti don Abbondio e alle tre scimiette mute, sorde e cieche?

lunedì 18 agosto 2008

La disobbedienza del Cammino è una qualità intrinseca al Cammino stesso!

Un sacerdote ha inviato la seguente testimonianza al sito Verità sul cammino neocatecumenale. Ancora una volta è evidente che il nostro giudizio sul Cammino è condiviso da molte più persone di quante non possiamo immaginare. Ancora una volta dobbiamo ricordare che lo Statuto concesso al Cammino dal cardinale Rylko del Pontificio Consiglio per i Laici, non basterà a riportare i neocatecumenali sulla retta via. Preghiamo dunque per la santa Chiesa, perché il Signore la liberi dal tumore neocatecumenale che la affligge.


Posso affermare, senza ombra di dubbio, per la conoscenza, lo studio e l'approfondimento, nonché per l'esperienza personale mia e di moltissime persone, sacerdoti e vescovi con cui mi sono confrontato, che il cammino non tiene assolutamente in considerazione alcun documento disciplinare né della santa sede, né le esortazioni apostoliche del sommo pontefice né tanto meno le disposizioni dei vescovi e delle conferenze episcopali.

A ogni decisione si applica una interpretazione completamente distorta della disposizione o una non-interpretazione, per cui gli "ordini" rimangono sulla carta lettera morta!

Questo perché il cammino si ritiene superiore ad ogni istituzione e libero da ogni norma, se non le norme dettate dallo stesso kiko per il movimento.

La disobbedienza del cammino è una qualità intrinseca al cammino stesso. non è che il cammino abbia disubbidito solo recentemente circa la lettera di Arinze e altre cose simili, ma da sempre, dal momento in cui la mente diabolica l'ha partorito, si è messo in contrapposizione alla vera e unica chiesa cattolica, assumendo una maschera tale da confondere la stessa chiesa nel vedere e giudicare il MALE che è e che compie il cammino.

Il cammino neocatecumenale è come un virus che entra in un corpo, e senza che questo se ne accorga, si dispone su tutto l'organismo. quando tutti i gangli sono controllati, ecco che si trasforma e si manifesta per quello che è veramente, un tumore che rovina e porta alla morte il corpo che ha contaminato.

L'azione di Dio, attraverso uomini santi e pieni di Spirito Santo, ha fatto in modo che tale malattia nella chiesa venisse svelata. Ora, il medico divino, nella persona del suo vicario in terra, ha il compito di guarire la chiesa da questo corpo estraneo e malefico. ha tentato con delle medicine (lettere, Arinze, richiami,...) ma non c'è stato verso.

Fra poco arriverà una terapia forte che saprà espellere dal corpo di Cristo, che è la chiesa, che siamo tutti noi, questa possessione malefica.

Il nostro compito è quello di vigilare, di manifestare il polso della situazione e di creare quella situazione favorevole per cui il divino medico possa agire bene per il bene della chiesa: pregare!

domenica 17 agosto 2008

Inos Biffi parla contro i neocatecumenali

Inos Biffi: "Troppo spesso i non cristiani, che osservano la frammentazione delle comunità cristiane, restano a ragione confusi circa lo stesso messaggio del Vangelo. Credenze e comportamenti cristiani fondamentali vengono a volte modificati in seno alle comunità da cosiddette "azioni profetiche" fondate su un’ermeneutica non sempre in consonanza con il dato della Scrittura e della Tradizione. Di conseguenza le comunità rinunciano ad agire come un corpo unito, e preferiscono invece operare secondo il principio delle "opzioni locali"... (...) (...certi cristiani verrebbero portati) ...a concludere che nella presentazione della fede cristiana non è necessario sottolineare la verità oggettiva, perché non si deve che seguire la propria coscienza e scegliere quella comunità che meglio incontra i propri gusti personali. Il risultato è riscontrabile nella continua proliferazione di comunità che sovente evitano strutture istituzionali e minimizzano l’importanza per la vita cristiana del contenuto dottrinale."

da: Inos Biffi, dalla prefazione al volume “Verità cristiane nella nebbia della fede” (Jaca Book, Milano, 2004)


Vedo che anche il teologo Inos Biffi ha parlato contro i neocatecumenali.

Sebbene le storture in campo liturgico e dottrinale siano diffuse un po' dappertutto, mi chiedo se esista qualche altra realtà dove siano così sistematiche... ad eccezione di pochi ambienti in cui spiccano i Neocatecumenali e, in tono diverso, la comunità di Bose.

Non molti anni fa un articolo di Magister fu sufficiente a scatenare un putiferio: aveva riportato che nella messa della comunità di sant'Egidio era il laico Andrea Riccardi a tenere l'omelia. L'abuso fu corretto: gli interventi di Riccardi furono spostati a dopo la messa, in un'altra sala.

Per qualche misterioso motivo, i neocatecumenali sono invece riusciti a farla franca. Sulla carta c'è scritto che devono obbedire ai libri liturgici, ma in pratica non è cambiato niente: i primi ad infischiarsene delle indicazioni dello Statuto sono infatti i neocatecumenali stessi.

Sarò via per qualche giorno, ma ci ritroveremo presto a parlarne ancora.

sabato 16 agosto 2008

Cosa aspettarsi?



Sguardo spiritato.

Cravatta allentata.

Baffetto da film horror.

Capigliatura da internato in manicomio.

Disegnini da scienziato pazzo (più pazzo che scienziato).

Crocifisso lugubre.

Statuto incompleto, disubbidito e spacciato per "approvazione del carisma".

Spiritualità fatalista.

Organizzazione da setta.

Disobbedienza alla Chiesa.

Strazio liturgico.

Eresie e svarioni dottrinali.

venerdì 15 agosto 2008

Quando l'autorità viene meno...

Quando leggo notizie come quella del caso delle Marche, mi viene sempre da riflettere sull'affievolirsi del concetto di autorità.

Cioè: pare che per la maggioranza degli uomini di Chiesa (dai laici ai cardinali), l'obbedienza scatti solo come unica alternativa a conseguenze davvero spiacevoli. Cioè si obbedisce solo quando è la cosa più facile e più conveniente.

Ancora pochi secondi prima della notizia dell'elezione di Benedetto XVI, mi ripromettevo di amare ed obbedire al Papa anche se fosse stato eletto qualcuno assai poco raccomandabile.

Ma in quello stesso momento, quanti avranno avuto quello stesso spirito? E fino a quando avrò quella immeritata grazia?

Senza neppure la necessità di scendere nei dettagli, questi due esempi sono significativi: si proibisce di mostrare i problemi dei neocatecumenali, e nello stesso tempo si ostacola la "messa in latino".

Come se un medico si rifiutasse di curare i malati e si ostinasse a visitare e vessare i sani.

Per questo penso all'affievolirsi del senso di autorità.

I malati arroganti si dichiarano sani, e peggiorano nella loro malattia, ed infestano e danneggiano altri.

Ed il medico, sapendo che le sue medicine verrebbero rifiutate, è giocoforza prudente fino all'eccesso. Il caso delle Marche è solo uno dei tanti esempi.

Non c'è neppure bisogno di ipotizzare bustarelle o pressioni.

Chi deve attraversare un campo minato, dove ogni più piccola mossa può significare un enorme patatrac, diventa cauto fino all'esasperazione. Fino a diventare un burattino.

Come a bordo dell'autobus, il controllore fa paura solo agli onesti. Il criminale viaggia gratis: il controllore non lo vesserà, "tengo famiglia".

In fondo in fondo questo è il motivo per cui qui sul blog usiamo pseudonimi. Sarebbe poco allegro vedere tutti i propri dati, associati a miserabili calunnie, pubblicati nelle mailing-list neocatecumenali (è già successo, assieme a meschinità ben peggiori, non è una paura irrazionale: ed è assai difficile, oltremodo stressante e poco fruttuoso denunciare).

Ai neocatecumenali piace dare un nome e cognome ai "giuda" e "faraoni". Piace vessarli e denigrarli in ogni modo. Piace mormorare, piace calunniarli, piace odiarli. Poiché il Cammino questo insegna: ama i tuoi nemici, a meno che non sia gente che dice la verità su Kiko, su Carmen e sul Cammino.

I neocatecumenali, figli della menzogna, sanno che di fronte alle critiche non bisogna interrogarsi, ma bisogna banalizzare e negare, senza riflettere, senza pensare. Sanno che bisogna parlare per slogan, anche se falsi, perché uno slogan ripetuto un miliardo di volte alla fine estenuerà gli interlocutori e sembrerà verità. E perciò diventa difficile già adesso dire la verità, poiché i loro discorsi, tutti uguali, tutti noiosi, hanno sempre lo stesso ritornello: tutti ci elogiano, solo voi quattro gatti ci criticate; il Papa ci loda, solo Zoffoli ci criticava; siamo approvati, e quindi nessuno ha diritto di elevare obiezioni...

Sanno che possono andare avanti così, proprio a causa dell'affievolirsi del senso di autorità nella Chiesa, grazie al quale è necessario blandire chi disobbedisce, ed è perciò anche necessario torchiare chi obbedisce.

Più disobbediscono, e più mettono la legittima autorità in condizione di doverli blandire, in condizione di dover accettare il "fatto compiuto", in condizione di dover azzerare tutte le pendenze in nome di un'apparenza di miglioramento.

Ancora non molto tempo fa, un Papa poteva dire "la Tradizione sono io", e concludere con queste sole parole questioni di livello mondiale. Come un padre che ha dei figli disubbidienti ma che sanno chi è l'autorità.

Oggi, perfino un Papa come Benedetto XVI deve "stare al gioco", e circondare di venti frasi di elogio una frase che non lo è del tutto... figurarsi il prendere provvedimenti definitivi, da autorità riconosciuta: cioè "da Papa".

E allora si spiega bene la travagliatissima storia del Motu Proprio sulla messa tradizionale, che poteva uscire il giorno dopo la sua elezione al soglio pontificio, e ci sono invece voluti più di due anni.

E si spiega bene anche la questione neocatecumenale, con la "lettera di Arinze" fatta mandare da Arinze perché il Papa sapeva già dove sarebbe andata a finire... lettera inviata quasi di sorpresa (ci sono voluti vari mesi di pontificato), per evitare ostacoli.

Di quale tipo siano gli ostacoli, lo abbiamo visto in tempi recenti: il 25 aprile il Papa diceva (testuale) che non avrebbe esteso l'approvazione degli Statuti... e il 20 maggio Rylko telefona a Kiko per dirgli che gli Statuti sono finalmente pronti.

Siccome è terribilmente più probabile un Rylko compromesso (volontariamente o meno, coscientemente o meno) piuttosto che un Benedetto XVI volubile e meschino (al punto da rimangiarsi la parola), non possiamo fare a meno di pensare che "i lupi" che il Papa teme (discorso di inizio pontificato) circolano anche ai piani più alti, e fanno veramente "paura".

Gli indizi proseguirebbero a lungo; qui voglio solo citare il discorso contro i preti pedofili che il Papa ha dovuto annunciare ancor prima di partire per l'Australia per la GMG. Praticamente i suoi nemici gli hanno "scritto" il discorso ancor prima di partire. E Benedetto XVI, che conosce le armi del nemico (a cominciare dai media), non poteva evitare di stare al gioco.

Di fronte a tutto questo, alcune anime troppo pie e troppo poco intelligenti si lasciano andare, si scandalizzano, e traggono conclusioni a dir poco affrettate. Il caso più notevole sugli Statuti del Cammino è, secondo me, la chiusura improvvisa di un "forum" su internet tenuto su da un sedicente cattolico che ha pensato: siccome il Papa approva i neocatecumenali, allora non ci sono più speranze.

Guardate che ingenuità: ha già stabilito che il Papa "approverebbe" i neocatecumenali. Veramente ingenuo. Conoscendo Benedetto XVI, se anche lo sentissi dire con queste mie orecchie "il Cammino è profondamente cattolico: diventate tutti neocatecumenali!" non perderei la fede e la speranza, perché ciò che il Papa ha in cuore è fin troppo chiaro da decenni ad oggi (e non perde occasione per farlo ripetere da qualche Ranjith o Arinze, tra i pochi di cui si può ancora fidare), e pertanto quell'eventuale pronunciare una frase del genere mi indicherebbe solo che il Papa vi è costretto per evitare un male peggiore.

È l'ingenuità che fa dimenticare a certuni che "le porte degli inferi non prevarranno", così come è l'ingenuità a far dimenticare che chi combatte per affermare la verità, agli occhi del Signore ha già vinto, anche se il mondo continua ad andare sottosopra.

Il mio successo nell'evidenziare le storture del Cammino non è nel numero di neocatecumenali che rinnega quegli errori. Al contrario, il mio successo è l'amare la verità e continuare a mostrarla. E so che nella giusta direzione ho fatto qualche passo avanti, poiché il denunciare le storture del Cammino mi ha costretto ad approfondire temi di fede e di liturgia che altrimenti avrei potuto trascurare. Chi lotta per affermare la verità, finisce per amarla di più. Chi lotta per affermare la dottrina della Chiesa, finisce per amarla di più. Chi lotta per proteggere e promuovere la liturgia della Chiesa, finisce per amarla di più. Chi lotta perché si obbedisca di più al Papa, finisce per obbedirgli di più. Anche se circolano tanti "lupi".

Beninteso, io non penso che quei "lupi" abbiano tutti un nome e un cognome.

Ci sono dei lupi che non sono materiali. Quelli hanno un nome invocato ogni giorno: "solo per stavolta", "parrà brutto se", "non è poi così grave", "ma dopotutto che c'è di male"... questi lupi virtuali governano le teste di tanta gente, oggi. E sono fortissimi anche nei sacri palazzi.

giovedì 14 agosto 2008

Nonostante lo Statuto commettono sempre gli stessi errori

Spett.le redazione Internetica,

è da tempo, ormai, che frequento la Vs. rubrica dedicata agli scempi del Cammino Neocatecumenale. Anch'io ne ho fatto parte, nella parrocchia di... In occasione del "primo giro" di scrutinii del cd. "secondo passaggio", me ne sono andato indignato ma la decisione andava maturando da tempo.

Leggendo quanto da Voi pubblicato, mi sono meravigliato di come tutto corrispondesse a ciò che ho sperimentato io, comprese tecniche di subornazione psicologica (lessicale, pittorica, canora, ambientale, alimentare etc.), il culto della personalità dei capi, la simonia, la premialità economico-occupazionale nei confronti dei più zelanti (posti di lavoro elargiti da dirigenti dell'.... S.p.A. che, a ...., sono catechisti "storici"). Sono dottorando in filosofia, per questo non mi è stato nemmeno difficile, in virtù dei miei studi, individuare le eresie giudeizzanti e protestantiche della dottrina kikiana, e tutto coincide, alla perfezione, con le Vs. analisi. E' inutile elencare, in questa mia, gli errori e gli abusi da me riscontrati, giacché sono i medesimi da Voi stessi rilevati.

Me ne sono andato, soprattutto, per la disobbedienza che i catechisti - autoproclamatisi vettori dello Spirito Santo e immagine della Chiesa (sic!)- mostravano nei confronti delle disposizioni papali in materia liturgica. Tutto il "mondo neocatecumenale" della mia zona mi ha isolato, ritenendomi un rinnegato, un apostata, un superbo senza Dio.

Per me non è un problema, salvo "subire" la recente beffa da parte del Card. Rylko e del Consiglio da lui presieduto: io me ne sono andato per obbedienza alla Chiesa, ora è la Chiesa che ha concesso ai neocatecumenali di pormi nel novero dei disobbedienti, data l'approvazione statutaria (e, di fatto, liturgica).

Eppure, noto che non riescono a obbedire nemmeno a questa normativa "di favore". Non notate anche Voi che lo Statuto concede la possibilità di procedere alle risonanze soltanto durante la cd. "celebrazione settimanale della Parola", ma non durante la S. MESSA? (cfr. artt. 11 e 13). Ma credo che ciò poco importi al clero neocatecumenale il quale, benché consacrato da Santa Madre Chiesa, sinora non si è fatto scrupolo di disobbedire bellamente alle Sue direttive, conformandosi al loro unico, vero Pontefice: l'eresiarca, il Sig. Kiko Arguello.

Sono contristato e disorientato dalle contraddittorie politiche delle congregazioni pontificie e, oso dire, anche dalle indecisioni e dai silenzi di Sua Santità (cfr., per esempio, l'omelia del Corpus Domini, con la fattiva condotta commissiva e omissiva nei confronti delle astuzie e delle prepotenze di Kiko).

Cosa inaudita, per me, che il Pontefice sia stato di fatto costretto, dal Sig. Kiko a "rimangiarsi" le disposizioni DEFINITIVE E PERENTORIE contenute nella cd. "Lettera del Card. Arinze", da Sua Santità espressamente richiamate in occasioni pubbliche. Che senso ha, ora, inserirle in nota allo Statuto, vista l'evidente inconciliabilità dei rispettivi contenuti. Mi addolora dirlo, ma mi sembra tutta un presa in giro. Ormai, non v'è logica (nè giuridica, né teologica) che tenga, perché gli "eletti" sono stati riconosciuti tali, e la sollecita obbedienza alla Chiesa di Cristo si è trasformata nel delirio di un visionario conservatore.

Non so chi si debba ringraziare per tutto ciò. Ma so di certo che la mia vita sta subendo dei contraccolpi. Infatti, i genitori della mia fidanzata neocatecumenale (anch'essi "catechisti storici"), forti di questa vittoria, hanno espressamente comunicato alla figlia la loro contrarietà al nostro matrimonio. Nel caso avvenisse, hanno preannunciato nei miei confronti, discriminazioni ben più pesanti di quelle sinora consumatesi. Io non posso che registrare questo spirito di carità e di amore cristiano da parte di chi si proclama, letteralmente, "voce dello Spirito Santo"(!!!).

Ancora una volta mi trovo a un bivio, e non per chissà quale colpa. Sempre che non sia una colpa voler obbedire alla Chiesa di Cristo e non professare eresie. Mi viene detto che il matrimonio si fonda su Cristo, tuttavia, se non riprendo la "tessera" di neocatecumenale, il matrimonio stesso vacillerà. Mi chiedo: se Cristo è uno, e uno è il Suo insegnamento, come può darsi incompatibilità. Forse, seguendo la logica, v'è incompatibilità fra Cammino e Cristo? Ovviamente, non ricevo risposta a questo genere di legittime obiezioni, perché "bisogna seguire il cuore, non la ragione, insidiata dai ragionamenti di Satana" (sic!).

Ascoltando Padre Livio, il famoso redattore di Radio Maria, ho assistito a un curioso parallelo tra le ingiuste calunnie subite dai devoti di Medjugorje e le accuse rivolte al Cammino e a Kiko. Mi sono permesso di scrivere un'e-mail a Padre Livio, dicendogli di come, nella mia ex comunità, in occasione del secondo scrutinio, alcune persone sono state allontanate proprio per le loro pratiche devozionali e i loro pellegrinaggi "pagani" a Medjugorje. Altre sono state "bocciate" perché, nonostante frequentassero con impeccabile assiduità il Cammino, svolgevano attività "diurne" parallele, come il "Progetto Gemma", iniziativa anti-abortista ospitata dalle pastorali parrocchiali. Il Cammino, infatti, deve essere totalmente pervasivo, "impegnando ogni attimo della vita". P. Livio si è degnato di rispondermi, ma così: "Caro, eppure so per certo che 'alti esponenti' del Cammino sono estimatori di Radio Maria". Punto. Da parte mia, sono lieto del successo riscosso dalle trasmissioni di P. Livio, ma basta il compiacimento personale per giustificare tutto ciò. E' zelo per la Chiesa questo, oppure cura esclusiva del proprio "orticello"? Oppure i denari di Kiko sono arrivati anche sull'etere radiofonica? Kiko e i suoi colonnelli hanno dimostrato di saper dire tutto e il contrario di tutto, per ingraziarsi sacerdoti (non da loro consacrati) e vescovi, per poi, nella prassi dell'"arcano", comportarsi secondo arbitrio. Quale meschina decadenza anima tutto ciò?

Mi si perdoni la prolissità dello "sfogo". Utilizzatelo come credete per il sito o per il forum. Vi chiedo soltanto - semmai ve ne fosse bisogno - di continuare nella Vs. lotta per la Verità.

Spero di poter collaborarvi con altri scritti sulla preoccupante situazione psicologica di alcuni dei miei ex "fratelli" di comunità. Concludo indicando, in allegato, una lettera di testimonianza che tempo fa spedii all'attenzione di Sua Santità, e per conoscenza, al Card. Arinze, al Card. Rylko, al Card. Levada e a Mons. Amato. Destinatela all'uso che più riterrete opportuno, con la sola preghiera di omettere il mio cognome.

Pace e bene.

mercoledì 13 agosto 2008

Per capire Kiko bisogna guardare i primi cristiani... protestanti!

«La messa, così come oggi è in uso in tutta la Chiesa romana, è stata abolita nelle nostre chiese per diverse e giustissime ragioni … Il fatto sta che abbiamo trovato non essere una buona cosa
- che si sia trasformata un’azione santa e salutare in un vano spettacolo;
- così pure che essa sia stata resa meritoria
- e che la si celebri per denaro
- o che si dica che il prete vi fa il corpo stesso del Signore
- e che lo offra realmente e di fatto per la remissione dei peccati dei vivi e dei morti, addirittura in onore e celebrazione o memoria dei santi che sono in cielo»


E' una dichiarazione dei protestanti svizzeri del 1566 (più famosa come "Seconda confessione elvetica"; il testo è riportato in Confessioni di Fede delle Chiese Cristiane, a cura di Romeo Fabbri, edizioni Dehoniane, Bologna, 1996, p. 847).

Ora, quella "confessione di fede" protestante identifica con onestà e precisione diversi punti importanti della dottrina cattolica sulla Messa, e cioè:

- la messa è un atto buono in sé (perciò è "meritoria", e i meriti possono essere "applicati"; ed è anche il motivo per cui un prete può celebrarla anche se da solo e anche più volte nello stesso giorno, ferme restando le disposizioni di obbedienza al vescovo);

- perciò il prete può anche accettare un'offerta per celebrarla (l'offerta per una messa è infatti giustificabile col fatto che il prete rinunciando ad applicarla per sé si priva di un bene spirituale che applica invece per le intenzioni o per i defunti del richiedente);

- la messa non è un vano "ricordare" ma è la ripetizione incruenta del sacrificio della croce, per cui il sacerdote che la celebra è proprio un alter Christus (dunque il parteciparvi non è banalmente un "assistere ad uno spettacolo");

- la messa può perciò veramente ed effettivamente essere applicata per la remissione dei peccati, per le indulgenze ai vivi e ai morti, eccetera; ed ugualmente può essere in onore o memoria dei santi.

Insomma, tutti questi argomenti sono le conseguenze del fatto che la messa è un vero e proprio sacrificio: è esattamente la dottrina cattolica di sempre, che il Concilio di Trento ribadì mentre i protestanti la rifiutavano.

Rifiutando il carattere di sacrificio, i protestanti hanno coerentemente ridotto la messa ad un banchetto, una cena speciale (una "santa cena"), e perciò senza nessun valore, tant'è che oggi praticamente non la celebra più nessuno di loro.


Anche Kiko e Carmen, come i protestanti, si sono annoiati della messa cattolica (sia quella in latino che si celebrava nel 1964, quando si conobbero e crearono il Cammino, sia quella attuale che venne introdotta alla fine del 1970) e l'hanno perciò trasformata in qualcosa che andasse loro più a genio.

La messa-cabaret neocatecumenale porta infatti "i fratelli più piccoli e più lontani... dalla tristezza all'allegria" (lettera di Kiko-Carmen-Pezzi al Papa, 17 gennaio 2006).

Nella messa-cabaret neocatecumenale, il carattere di sacrificio è ridotto fino a scomparire, per far posto alla sagra del parolame (pomposamente chiamata "monizioni" e "risonanze"), omelie di laici fino all'estenuazione; far posto ai balletti, alle canzonette fracassone, alla comunione self-service con pagnotte e boccali come in un'osteria di campagna, a un'insalatone misto di simboli ebraici, al divieto di inginocchiarsi...

Gli strafalcioni liturgici neocatecumenali sono così costitutivi dell'invenzione kikiana che quando arrivò la lettera di Arinze (1 dicembre 2005) che comunicava "le decisioni del Santo Padre" che vietavano di celebrare in modo diverso da quanto previsto dai libri liturgici, Kiko disse: "una vera catastrofe! siamo persi! è tutto finito!" (Kiko, intervista del 14 giugno 2008).

Notiamo che il 17-1-2006 Kiko scrive entusiasta al Papa "siamo contentissimi delle norme ricevute" e il 14-6-2008 un altrettanto entusiasta Kiko afferma pubblicamente che le norme ricevute erano "una vera catastrofe! siamo persi! è tutto finito!" Alla luce del fatto che le "decisioni del Santo Padre" contenute nella "lettera di Arinze" sono sempre state disattese, ci chiediamo: in quale delle due occasioni avrà mentito?

Kiko e Carmen hanno inventato un'altra forma di protestantesimo. Non siamo certo i primi a dirlo: lo avevano già intuito (e pubblicato su carta) monsignor Pier Carlo Landucci nel 1983, e padre Enrico Zoffoli dal 1986 in poi, ed altri.

Il Cammino è un'altra forma di protestantesimo, una delle tante, e si vede da quel far scomparire il carattere sacrificale della messa, trasformando la messa in un banchetto che porti i neocatecumenali "dalla tristezza all'allegria".

Ciò che ci allarma, in quanto cattolici, è che questo "nuovo" protestantesimo da osteria di campagna pretende accanitamente di essere riconosciuto come cattolico, nonostante faccia di tutto per disobbedire (apertamente o nascostamente) al Papa e ai vescovi, per professare (apertamente o nascostamente) idee in netto contrasto con l'insegnamento della Chiesa, e per celebrare quelle "liturgie" poco cattoliche e molto protestanti.

La recente pubblicazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale (che dal Papa ha ottenuto solo un assordante silenzio) è stata accolta dai neocatecumenali letteralmente cantando vittoria contro la Chiesa cattolica.

martedì 12 agosto 2008

La messa neocatecumenale non vuole assolutamente essere un sacrificio

Il fatto che Kiko agiti paroloni come "il sacrificio di Cristo" non deve trarci in inganno.

Se io ti mostro un bicchiere dicendoti "questa è una bottiglia", tu come reagisci? Dapprima ridi pensando ad uno scherzo, poi nel vedermi insistere cominci a domandarti perché mai sto dicendo una simile insulsaggine.

Ma quel genere di insulsaggini purtroppo non è più prerogativa dei malati di mente. Esistono persone - e Kiko e Carmen sono due di queste - che utilizzano deliberatamente delle parole intendendo però un diverso significato.

Per capire cos'è la Messa abbiamo anzitutto i Vangeli. Gesù ha detto "fate questo in memoria di Me".

Lo ha detto in un momento drammatico, sapendo che stava per essere tradito, sapendo che stava per essere consegnato. Aveva perfino dovuto scegliere un posto tranquillo e appartato, dove poter stare con gli Apostoli, lontano dalle folle e dal clamore. E non possiamo dubitare che lo abbia scelto proprio perché stava per "inventare" la Messa (mi sia consentito di usare qualche parola non proprio esattissima, solo per riassumere velocemente ciò che ho da dire).

Era cominciata come l'ultima pasqua ebraica, ed invece Gesù ha fatto qualcosa di nuovo, di inaudito: "fate questo in memoria di Me". L'ebraismo non conta più: è "la Nuova ed eterna Alleanza".

Infatti gli Apostoli capiranno benissimo: non aspetteranno la pasqua ebraica successiva per "fare questo". Anzi, dalla Pentecoste lo faranno ogni giorno. Il calendario ebraico non avrà più senso, la pasqua ebraica sarà solo un ricordo. A poco a poco - anche con qualche piccola difficoltà a causa dei "giudaizzanti" - gli Apostoli lasceranno perdere il vecchio ebraismo. E ne saranno confermati dal Signore in più occasioni.

Abbiamo dunque come dati storici l'antica pasqua ebraica (un banchetto rituale), e la Messa (la ripetizione incruenta del sacrificio della croce).

Fa' attenzione alla prima definizione: "banchetto rituale". Banchetto sì, ma "rituale". Un rito complesso, molto articolato, molto preciso, con lo stato d'animo della profonda attenzione religiosa. Per l'appunto: "rituale". Non chiassoso. Niente baccano festaiolo. Niente ammuina da osteria di campagna.

Ed osserva anche la Messa cristiana: "ripetizione incruenta del sacrificio della croce". Quale poteva essere lo stato d'animo degli Apostoli nel celebrare "questo" in memoria di Lui? Certamente avevano il cuore pieno di gioia: ma era forse chiassoso? festaiolo? baccanale? parolaio? ballerino?

Assolutamente no. Ed infatti venti secoli di "crescita" della Messa (e di crescita della consapevolezza della divina Rivelazione) non hanno mai ridotto il "sacrificio incruento" a "banchetto".

Tranne, ovviamente, i protestanti. Sono stati i protestanti a ridurre la Messa a "santa cena", fino ad annoiarsene rapidamente loro stessi (un "racconto" o una "cena" a lungo andare annoiano). E' stato il protestantesimo ad inventarsi una cosa nuova. I protestanti si annoiavano di pregare, si scocciavano di adorare, e così hanno semplificato tutto, banalizzato tutto. Fino ad annoiarsene definitivamente (quanti protestanti oggi celebrano la "santa cena"?)

Non sappiamo dire se i primi cristiani si inginocchiassero alla consacrazione del pane e del vino, ma certamente possiamo supporre che erano nello stato d'animo di intensa preghiera, di unione con Dio, di serietà, di devozione... insomma, praticamente, di adorazione: sono le conseguenze più logiche, più ovvie, più verificabili, di ciò leggiamo nel Vangelo. Gli Apostoli l'hanno vissuta così. Gesù ha detto "questo è il mio Corpo offerto in sacrificio...", ed ha detto "fate questo in memoria di Me": più chiaro di così! Altro che banchetto festoso!

Ecco dunque il punto.

Se non ci fosse già stato il protestantesimo cinque secoli fa, avremmo potuto dire che Kiko si è inventato una cosa nuova.

Il baccanale "messa-banchetto" inventato da Kiko e Carmen è semplicemente il protestantesimo che torna sotto altre forme. Torna per lo stesso motivo: Kiko si è scocciato della messa "seria", e se ne è inventata una con balletti, canzonette, comunione self-service al buffet, generose spruzzate di cabala pescate a caso, e sagra paesana delle chiacchiere a vànvera.

Nella liturgia kikiana non c'è posto per l'inginocchiarsi, non c'è posto per l'adorazione, perché la celebrazione serve a far tornare "dalla tristezza all'allegria" i cosiddetti "fratelli che vengono dall'inferno".

E quel che è ancor più grave, è che Kiko non ha mai rinnegato questo. Al contrario, di fronte alle "decisioni del Santo Padre" in cui si comandava di seguire la liturgia della Chiesa "senza omettere né aggiungere nulla"... gridava: "una vera catastrofe! siamo persi! è tutto finito!"

lunedì 11 agosto 2008

Formichine

Piccola parentesi autoironica: a volte mi rendo conto di essere un po' ripetitivo e temo che anche se siete d'accordo con me, vi stanchiate di leggere i miei interventi...

Il guaio è che quando ci piove addosso qualche neocatecumenale con i suoi pomposi slogan, non si può presumere che lui sia già al corrente di tutte le questioni e tutte le spiegazioni già pubblicate sul sito, pubblicate nei libri di padre Zoffoli, don Elio, etc...

Ciò che può sembrare ripetitività, vuole in realtà essere precisione, anzi, pignoleria, fino alla pedanteria.

La miglior forma della critica ai neocatecumenali è quella fondata su dati che in buona fede non possono né negare né sminuire: è per questo che ho la mania del citare e del precisare e del circostanziare... anche se ancora non sono "professionale" come vorrei, e non penso che arriverò mai ai livelli di padre Zoffoli.

Ma pur sapendo bene che la documentatissima e circostanziatissima opera di padre Zoffoli viene tuttora forzosamente ignorata dalle gerarchie ecclesiastiche... non posso fare a meno di continuare a fare la mia opera di "formichina". Per me questo non è né un hobby, né un lavoro: è un servizio alla verità, è un'appassionata - ancorché minuscola - difesa della Chiesa.

Tutto ciò che noialtri "formichine" possiamo fare, infatti, è informare, informare ed informare. Far sapere, far conoscere, mettere in guardia... fedeli, sacerdoti, vescovi. Chi ha radici nelle tenebre (come il Cammino), teme la luce. Ed infatti i neocatecumenali temono non le punizioni della Chiesa, ma la pubblicazione di tali punizioni. Non temevano la lettera di Arinze, ma temono che venga letta e commentata e diffusa dentro e fuori il Cammino.

La soddisfazione della "formichina" sarebbe quella di presentare sulle questioni neocatecumenali qualche documento asettico, schematico, preciso... qualcosa che se finisse sulla scrivania di un vescovo favorevole ai neocatecumenali, non passerebbe al cestino prima di essere letto e riletto commentando più volte "però anche questo è vero".

Come le formiche vere, le "formichine" non hanno storia, non hanno nome, non hanno rilevanza, non hanno potere. Lavorano (e pregano) e basta, nel poco tempo e nelle difficili circostanze in cui si trovano. Dopotutto i risultati li tira fuori il Signore senza preavvisarci (e Nostro Signore vede bene cosa abbiamo in cuore, e sa bene cosa facciamo, come lo facciamo e perché lo facciamo). La nostra soddisfazione terrena non è il successo di un'operazione, ma il poter veder tornare all'unica vera fede di anime che erano state inquinate dalle eresie e dagli abusi del Cammino.

domenica 10 agosto 2008

Alcuni libri da leggere

Il 13 giugno 2008 il Pontificio Consiglio per i Laici ha approvato lo Statuto del Cammino (ancorché incompleto poiché mancante del Direttorio Catechetico).

Ma i problemi dottrinali restano irrisolti, e la questione liturgica è ancora tutta da verificare.

Perciò restano ancora sostanzialmente valide le osservazioni pubblicate da padre Zoffoli, don Conti, don Marighetto. Ecco alcune delle pubblicazioni che invitiamo a leggere ed a confrontare con la situazione attuale, confrontare con ciò che succede nelle adunate neocatecumenali e nelle loro liturgie:


padre Enrico Zoffoli, Verità sul Cammino Neocatecumenale. Testimonianze e documenti, edizioni Segno, ISBN 88-7282-193-2

padre Enrico Zoffoli, I Neocatecumenali: chi sono, quale il loro credo, cosa pensarne, edizioni Segno, ISBN 88-7282-145-2

padre Enrico Zoffoli, Il neocatecumenato della Chiesa Cattolica. Lettera aperta al clero italiano, edizioni Segno, ISBN 88-7282-100-2

padre Enrico Zoffoli, Lettera al direttore di Radio-Maria. Ancora sul Cammino Neocatecumenale, edizioni Pro Deo, Christo et Ecclesia (disponibile anche on-line)

don Gino Conti, Neocatecumenali al bivio. Sussidio per una scelta, edizioni Segno, ISBN 88-7282-114-2

don Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, (prima edizione: pro manuscripto; seconda edizione: edizioni Segno, ISBN 88-7282-547-4)

don Gino Conti, Un segreto svelato, edizioni Segno, ISBN 88-7282-233-5

padre Enrico Zoffoli, Magistero del Papa e catechesi di Kiko: confronto. A proposito del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, ISBN 88-7282-062-6

sabato 9 agosto 2008

Ci manca solo che faccia i nomi di Argüello ed Hernández...

Monsignor Ranjith in un'intervista pubblicata il 31 luglio parla contro i neocatecumenali!

Domanda: L'ostia nella mano sminuisce il senso di trascendenza dell'eucaristia?

Mons. Ranjith: «In un certo senso sì. Espone il comunicante a sentirla quasi come un pane normale. Il Santo Padre parla spesso della necessità di salvaguardare il senso dell'al-di-là nella liturgia in ogni sua espressione. Il gesto di prendere l'ostia sacra e metterla noi stessi in bocca e non riceverla, riduce il profondo significato della comunione».

Figuratevi i neocatecumenali, che stanno comodamente seduti e si alzano in piedi solo per comunicarsi (con le mani)...

Nell'intervista vengono martellate anche le "omelie dei laici", la banalizzazione della Messa e tante altre neocatecumenalate!


Testo dell'intervista, da leggere e gustarsi ogni parola! Altro che le neocafonate dei necatecumenali... qui si parla di comunione in ginocchio, uso del latino, celebrazione di spalle, apertura al trascendente, divieto delle "omelie dei laici"... contro l'antispirito del Concilio (che permea il Cammino), contro certi circoli liturgici (neocatecumenali) e contro chi ha introdotto innovazioni (cioè Kiko e Carmen).


Liturgia - "Perché Ratzinger recupera il sacro"
da Repubblica del 31 luglio 2008 (pag. 42, sezione "Cultura"), a cura di Marco Politi

ll segnale è stato inequivocabile. Prima il Corpus Domini a Roma, poi lo si è visto in mondovisione a Sidney. Benedetto XVI esige che davanti a lui la comunione venga ricevuta in ginocchio. E' uno dei tanti recuperi di questo pontificato: il latino, la messa tridentina, la celebrazione con le spalle rivolte ai fedeli. Papa Ratzinger ha un disegno e lo srilankese monsignor Malcolm Ranjith, che il pontefice ha voluto con sé in Vaticano come segretario della Congregazione per il Culto, lo delinea con efficacia.

L'attenzione alla liturgia, spiega, ha l'obiettivo di un'«apertura al trascendente». Su richiesta del pontefice, preannuncia Ranjith, la Congregazione per il Culto sta preparando un Compendio Eucaristico per aiutare i sacerdoti a «disporsi bene per la celebrazione e l'adorazione eucaristica».

La comunione in ginocchio va in questa direzione?
«Nella liturgia si sente la necessità di ritrovare il senso del sacro, soprattutto nella celebrazione eucaristica. Perché noi crediamo che quanto succede sull'altare vada molto oltre quanto noi possiamo umanamente immaginare. E quindi la fede della Chiesa nella presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche va espressa attraverso gesti adeguati e comportamenti diversi da quelli della quotidianità».

Marcando una discontinuità?
«Non siamo dinanzi ad un capo politico o un personaggio della società moderna, ma davanti a Dio. Quando sull'altare scende la presenza di Dio eterno, dobbiamo metterci nella posizione più adatta per adorarlo. Nella mia cultura, nello Sri Lanka, dovremmo prostrarci con la testa sul pavimento come fanno i buddisti e i musulmani in preghiera».

L'ostia nella mano sminuisce il senso di trascendenza dell'eucaristia?
«In un certo senso sì. Espone il comunicante a sentirla quasi come un pane normale. Il Santo Padre parla spesso della necessità di salvaguardare il senso dell'al-di-là nella liturgia in ogni sua espressione. Il gesto di prendere l'ostia sacra e metterla noi stessi in bocca e non riceverla, riduce il profondo significato della comunione».

Si vuole contrastare una banalizzazione della messa?
«In alcuni luoghi si è perso quel senso di eterno, sacro o di celeste. C'è stata la tendenza a mettere l'uomo al centro della celebrazione e non il Signore. Ma il Concilio Vaticano II parla chiaramente della liturgia come actio Dei, actio Christi. Invece in certi circoli liturgici, vuoi per ideologia vuoi per un certo intellettualismo, si è diffusa l'idea di una liturgia adattabile a varie situazioni, in cui si debba far spazio alla creatività perché sia accessibile e accettabile a tutti. Poi magari c'è chi ha introdotto innovazioni senza nemmeno rispettare il sensus fidei e i sentimenti spirituali dei fedeli».

A volte anche vescovi impugnano il microfono e vanno verso l'uditorio con domande e risposte.
«Il pericolo moderno è che il sacerdote pensi di essere lui al centro dell'azione. Così il rito può assumere l'aspetto di un teatro o della performance di un presentatore televisivo. Il celebrante vede la gente che guarda a lui come punto di riferimento e c'è il rischio che, per avere più successo possibile con il pubblico, inventi gesti ed espressioni facendo da protagonista».

Quale sarebbe l'atteggiamento giusto?
«Quando il sacerdote sa di non essere lui al centro, ma Cristo. Rispettare in umile servizio al Signore e alla Chiesa la liturgia e le sue regole, come qualcosa di ricevuto e non di inventato, significa lasciare più spazio al Signore perché attraverso lo strumento del sacerdote possa stimolare la coscienza dei fedeli».

Sono deviazione anche le omelie pronunciate dai laici?
«Sì. Perché l'omelia, come dice il Santo Padre, è il modo con cui la Rivelazione e la grande tradizione della Chiesa viene spiegata affinché la Parola di Dio ispiri la vita dei fedeli nelle loro scelte quotidiane e renda la celebrazione liturgica ricca di frutti spirituali. E la tradizione liturgica della Chiesa riserva l'omelia al celebrante. Ai Vescovi, ai sacerdoti e ai diaconi. Ma non ai laici».

Assolutamente no?
«Non perché loro non siano capaci di fare una riflessione, ma perché nella liturgia i ruoli vanno rispettati. Esiste, come diceva il Concilio, una differenza "in essenza e non solo in grado" tra il sacerdozio comune di tutti i battezzati e quello dei sacerdoti».

Già il cardinale Ratzinger lamentava nei riti la perdita del senso del mistero.
«Spesso la riforma conciliare è stata interpretata o considerata in modo non del tutto conforme alla mente del Vaticano II. Il Santo Padre definisce questa tendenza l'antispirito del Concilio».

A un anno dalla piena reintroduzione della messa tridentina qual è il bilancio?
«La messa tridentina ha al suo interno valori molto profondi che rispecchiano tutta la tradizione della Chiesa. C'è più rispetto verso il sacro attraverso i gesti, le genuflessioni, i silenzi. C'è più spazio riservato alla riflessione sull'azione del Signore e anche alla personale devozionalità del celebrante, che offre il sacrificio non solo per i fedeli ma per i propri peccati e la propria salvezza. Alcuni elementi importanti del vecchio rito potranno aiutare anche la riflessione sul modo di celebrare il Novus Ordo. Siamo all'interno di un cammino».

Un domani vede un rito che prenda il meglio del vecchio e del nuovo?
«Può darsi: io forse non lo vedrò. Penso che nei prossimi decenni si andrà verso una valutazione complessiva sia del rito antico che del nuovo, salvaguardando quanto di eterno e soprannaturale avviene sull'altare e riducendo ogni protagonismo per lasciare spazio al contatto effettivo tra il fedele e il Signore attraverso la figura non predominante del sacerdote».

Con posizioni alternate del celebrante? Quando il sacerdote sarebbe rivolto verso l'abside?
«Si potrebbe pensare all'offertorio, quando le offerte vengono portate al Signore, e di là sino alla fine della preghiera eucaristica, che rappresenta il momento culminante della "trans-substantiatio" e la "communio"».

Disorienta i fedeli il prete che volge le spalle.
«È sbagliato dire così. Al contrario, insieme al popolo si rivolge al Signore. Il Santo Padre nel suo libro Lo spirito del Concilio ha spiegato che quando ci si siede attorno, guardando ognuno la faccia dell'altro, si forma un circolo chiuso. Ma quando il sacerdote e i fedeli insieme guardano l'Oriente, verso il Signore che viene, è un modo di aprirsi all'eterno».

In questa visione si inserisce anche il recupero del latino?
«Non mi piace la parola recuperare. Realizziamo il Concilio Vaticano II, che afferma esplicitamente che l'uso della lingua latina, salvo un diritto particolare, sia conservato nei riti latini. Dunque, anche se è stato dato spazio all'introduzione delle lingue vernacolari, il latino non va abbandonato completamente. L'uso di una lingua sacra è tradizione in tutto il mondo. Nell'Induismo la lingua di preghiera è il sanscrito, che non è più in uso. Nel Buddismo si usa il Pali, lingua che oggi solo i monaci buddisti studiano. Nell'Islam si impiega l'arabo del Corano. L'uso di una lingua sacra ci aiuta a vivere la sensazione dell'al-di-là».

Il latino come lingua sacra nella Chiesa?
«Certo. Il Santo Padre stesso ne parla nell'esortazione apostolica Sacramentum Caritatis al paragrafo 62: "Per meglio esprimere l'unità e l'universalità della Chiesa vorrei raccomandare quanto suggerito dal Sinodo dei vescovi in sintonia con le direttive del Concilio Vaticano II. Eccettuate le letture, l'omelia e la preghiera dei fedeli, è bene che tali celebrazioni siano in lingua latina". Beninteso, durante incontri internazionali».

Ridando forza alla liturgia, dove vuole arrivare Benedetto XVI?
«Il Papa vuole offrire la possibilità d'accesso alla meraviglia della vita in Cristo, una vita che pur vivendola qui sulla terra già ci fa sentire la libertà e l'eternità dei figli di Dio. E una tale esperienza si vive fortemente attraverso un autentico rinnovamento della fede quale presuppone il pregustare delle realtà celesti nella liturgia che si crede, si celebra e si vive. La Chiesa è, e deve diventare, lo strumento valido e la via per questa esperienza liberante. E la sua liturgia quella che la rende capace di stimolare tale esperienza nei suo i fedeli».

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