Rispondo alle dieci "osservazioni" del neocatecumenale Carlo.
{1)} Anzitutto le sensazioni: "è a dir poco gelido l'impatto... un dispiacere indicibile per la mole di menzogne... più o meno ricchi di falsa modestia... robe da pazzi, non riesco a capacitarmene..."
Si tratta per l'appunto di sue sensazioni, che pertanto commentiamo più avanti, quando avrà esposto le motivazioni.
{2)} Un giudizio di valore: "incredibili menzogne... stratosferiche trattazioni pseudo-teologiche di cui vi avvalete per dare aria alle vostre bocche... ciò che dite essere documentato è quasi totalmente inventato..."
Se ci è concessa un po' di ironia, quelle "incredibili menzogne" e quel "quasi totalmente inventato" probabilmente si riferivano ai documenti di Papi, congregazioni vaticane, vescovi e cardinali di diverse diocesi italiane e straniere, oltre che le affermazioni di Kiko e Carmen e quant'altro presente nel sito ufficiale del Cammino, tutti citati con dovizia di riferimenti lungo tutto il sito.
Se è vero che il Cammino ha raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti, è pure vero che nessun vescovo o cardinale o Papa ha mai detto che il fondo dottrinale del Cammino è ortodosso. Al contrario. E saremmo curiosi di capire come mai, a fronte dei tanti errori dottrinali, ogni neocatecumenale che incontriamo, anziché condannare esplicitamente quegli errori, si straccia subito le vesti accusando «menzogne» e «stratosferiche trattazioni pseudo-teologiche».
Resta comunque da vedere chi è più compatibile col Catechismo della Chiesa Cattolica: codeste trattazioni, oppure le elucubrazioni di Kiko e Carmen che da decenni (dal 1977 ad oggi) ancora non "passano" l'esame delle congregazioni vaticane (peraltro per stessa ammissione di un alto neocatecumenale, padre Javier Sotil, e dello stesso Kiko Arguello, le catechesi di Kiko e Carmen contenevano «espressioni imprecise e non proprio ortodosse» e nonostante le correzioni apportatevi, ancora non sono pubblicabili).
{3)} Gli insulti cominciati dopo l'«iconografia del Cammino» (cioè l'onnipresenza di Kiko nelle sue icone sacre): "vi siete bevuti migliaia di litri di vino... visione grottesca... come stracavolo potete immaginarvi... menzogna (spudorata, quasi buffa, quasi triste)..."
Le foto delle icone, a confronto del volto reale di Kiko, sono lì disponibili per chiunque voglia verificare: non c'è bisogno di scomporsi tanto, a meno che...
Certo, d'accordo, ha ragione lui, l'iconografia è un "tema profondo", ma proprio per questo motivo un artista serio farà di tutto per non apparire rappresentato al posto di qualche santo o al posto di Cristo. Esattamente ciò che hanno fatto gli artisti cristiani: l'umiltà dell'uomo che rappresenta il suo Creatore. Per esempio, Michelangelo, che raffigurava sé stesso nei suoi dipinti a tema sacro ma mai nei panni di un apostolo o di Cristo stesso. Per un esempio recente, nel film {Passion} Mel Gibson si presenta nei panni di uno dei crocifissori: l'umiltà dell'artista che non osa mettersi al posto del suo Signore.
Solo Kiko mette le sue fattezze al volto del Signore. Chissà perché.
{4)} L'equivoco a proposito dell'interesse per l'ebraismo e della "comunione che si desidera con i nostri fratelli maggiori nella fede".
L'interesse per l'ebraismo, come già scritto sul sito, non può consistere in una pappagallesca imitazione dei loro riti e simboli fatta in barba alla tradizione liturgica e al Magistero della Chiesa.
Sul sito c'era già indicato che i "fratelli maggiori" nella fede sono purtroppo come Esaù, come Caino, come il fratello maggiore del figliuol prodigo.
Ciò che desideriamo per gli ebrei, è che riconoscano il Messia. Ciò che temiamo di molti cristiani oggi (a cominciare dei neocatecumenali) è che a causa di un malinteso desiderio di essere in comunione con gli ebrei, evitino di pregare per la loro conversione, confondano il rispetto con l'indifferentismo religioso, e per di più assumano stereotipi fastidiosi e insensati sia di fronte alla tradizione cattolica, sia di fronte a quella ebraica.
{5)} La testimonanza: «gli ebrei piangevano» al sentire dei cristiani cantare «il canto dello Shemà».
Anche noi ci commuoveremmo a sentire dei buddisti venire in piazza san Pietro a cantare il {Tantum ergo...} e il vederli ci accenderebbe ancor di più il desiderio della loro conversione alla nostra fede.
Gli ebrei in questione avranno avuto questo stesso genere di sentimenti, o piangevano per altri motivi?
{6)} La solita mistificazione sulla lettera di Arinze: "non avete capito che è tratta per intero dal Messale Romano?"
E di grazia, chiediamo, da quale pagina del Messale?
Forse con quella maldestra e sdegnata domanda si voleva intendere che nella lettera si chiede al Cammino di celebrare la Messa come in tutto il resto della Chiesa.
Si chiede al Cammino di usare il Messale Romano e basta, "senza omissioni né aggiunte".
Ma questo è proprio ciò che abbiamo scritto, dopo aver letto per bene la lettera.
Tutti quelli che leggono la lettera del cardinale Arinze con le «decisioni del Santo Padre» sulle liturgie neocatecumenali, pensano subito ad una «bastonatura», mentre solo i vertici del Cammino sembrano aver pensato diversamente e, con un po' di acrobazie verbali, l'hanno presentata ai neocatecumenali come un'approvazione.
Ecco perché parliamo di "mistificazione" dei neocatecumenali.
{7)} Altra mistificazione: "com’è possibile continuare a parlare di questa finta insofferenza di Giovanni Paolo II nei confronti del Cammino?"
La "finta insofferenza" non sembrava affatto "finta" tra fine giugno 2002 e il luglio successivo: il Pontificio Consiglio per i Laici approva gli Statuti {ad experimentum} (e tuttora mancanti del Direttorio Catechetico a cui fanno continuamente riferimento) e papa Giovanni Paolo II non fa parola in nessuno dei suoi discorsi e interventi. Perché?
Un altro caso degno di nota. Nel 1983 Giovanni Paolo II già aveva da ridire sul Cammino: «Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli (...) Il ministero della riconciliazione... è affidato a voi, Sacerdoti. Siatene ministri sempre degni, pronti, zelanti, disponibili, pazienti, sereni, attenendovi con fedele diligenza alle norme stabilite in materia dall'Autorità ecclesiastica... in piena adesione al ministero e alla disciplina della Chiesa, con la confessione individuale, come ripetutamente raccomanda il nuovo Codice di Diritto Canonico (...) Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla vita della Comunità parrocchiale o diocesana (...) Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni» (L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, pag. 1 e 2).
Infine, ci domandiamo come mai la sfilza di complimenti al Cammino da parte di Giovanni Paolo II ha un brusco rallentamento dopo il 1994 (il sito ufficiale del Cammino [http://www.camminoneocatecumenale.it/it/documenti1.asp non ha infatti molto da citare]). Sbagliamo a pensare che abbia cominciato a cambiare idea? Sbaglia chi pensa che il Papa, dopo quel fatidico agosto 1990, possa aver cambiato idea?
{8)} Un passaggio umoristico: il Cammino sarebbe «qualcosa di buono che sta nascendo, e questo fa paura al Demonio».
Sarebbe la prima volta che il demonio provi paura di qualcosa che gli fa comodo.
{9)} La mistificazione delle persecuzioni: il Signore «si è servito di persone molto strane... osteggiate dalla Chiesa».
Anche gli eretici erano "persone strane" e "osteggiati dalla Chiesa". Dunque erano strumenti del Signore?
In che modo il demonio tenta gli eretici? Semplice: suggerendo loro di ritenersi i migliori (superbia), suggerendo loro che sono perseguitati ingiustamente al pari dei grandi santi della Chiesa (arroganza e presunzione), suggerendo loro di essere "strumenti del Signore" (inganno)...
Nell'esercito di santi riconosciuti dalla Chiesa, non risultano esistere propagatori di ambiguità sulle verità di fede e di bizzarri abusi liturgici.
Il demonio è ben capace di infondere zelo in coloro che lavorano per la sua causa: anche gli eretici rischiavano la vita pur di diffondere i loro errori, anche i nemici della Chiesa sono sempre stati (e tuttora sono) pronti a dichiarare che la propria attività e le proprie idee corrispondono alla gloria di Dio.
{10)} L'albero si giudica dai frutti.
È proprio per questo che siamo costretti ad agire, e a far conoscere la verità sul Cammino Neocatecumenale.
Un albero contenente tanti pessimi frutti, non può essere buono. Dopo ciò che abbiamo visto e verificato, non possiamo tacere, poiché non vogliamo essere complici.
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