mercoledì 28 maggio 2008

Ridimensioniamo la presunta "sgridata" a padre Zoffoli

Padre Zoffoli "sgridato" da Ruini: ciò avveniva nel 1995, ed è plausibile che Ruini conoscesse ancora troppo poco i neocatecumenali. Teniamo sempre presente che con una denuncia così vigorosa e allarmante, la prima tentazione è quella di non credervi (e sembra il caso di Ruini nel 1995, che magari ha scritto quella cosa solo leggendo il titolo del libro di p.Zoffoli). E teniamo sempre presente che quella è l'unica "sgridata" documentata da fonte importante: il resto è tutta maldicenza neocatecumenale (tanto per cambiare).

A proposito del Minculpop neocatecumenale: purtroppo è l'ennesima conferma del grande inganno che perpretano i livelli alti del Cammino nei confronti dei poveracci che stanno ai livelli "bassi". Se è lo stesso Kiko a spargere "versioni ufficiali" delle cose che riguardano il Cammino, come stupirsi che i neocatecumenali scrivano quelle brodaglie su Catechumenium e siti del genere? È purtroppo l'ennesima conferma che si ha a che fare con una setta, di sapore "gnostico" (dove cioè la santità e la salvezza corrispondono alla conoscenza di dottrine segrete che vengono rivelate solo dopo faticosissimi passaggi e solo a pochi eletti).

Intervista di Magister al cardinale Sepe: il grande prelato, pronto a spendere buone parole per tutti, non può fare a meno di ammettere che riguardo al Cammino vi sono "qua e là" (cioè dovunque) "attriti" (grande eufemismo). E immediatamente dopo cambia discorso. Vi dico che a leggere quell'intervista, mi sono fermato su quel passaggio con l'impressione che Sepe avesse paura. Sepe non ha paura della camorra, ma ha paura dei neocatecumenali. Da rabbrividire. Spero vivamente di sbagliarmi, ma a volte anch'io mi chiedo se i vari Ruini, Sepe, ecc., non temano davvero guai grossissimi e tendano perciò a silenziare tutto in nome del buonsenso.


Rispondo ad Emanuele: come già detto, il Cammino disobbedisce nei fatti, prima che eventualmente nelle parole (comunque sempre ambigue) e, diabolicamente, afferma di obbedire, minimizza i problemi, fa finta di non vedere le cose più evidenti. Il caso della lettera di Arinze è la ciliegina su un'enorme torta di disobbedienze. È una lotta tra la verità e gli slogan: e purtroppo gli slogan sono tipicamente destinati a vincere, poiché non richiedono intelligenza per essere giustificati, si giustificano da soli. Una lotta tra la verità (visibile, verificabile da qualunque cristiano) e le menzogne del Cammino (tanto più promossa dai neocatecumenali quanto più è grande e ridicola).

La sterilità della tua discussione con noi dipende dal fatto che non sei disposto ad ammettere neppure l'evidenza. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Puoi fare tanti discorsi sulla lettera di Arinze, ma non ci hai detto come nella tua comunità viene "applicata" la richiesta di celebrare normalmente come tutta la Chiesa (oh, già so che userete ed abuserete di ogni concessione: lo spirito di disobbedienza non ammette ragioni). Poi, non ci hai detto come mai il contenuto della lettera è pervenuto prima al solito Sandro Magister e poi, due mesi dopo, anche a voi (con relativo "spiegone" per ammorbidire la lettera e presentarla come se fosse la positiva risposta ai desideri strambi di Kiko). Nei panni di Kiko, appena ricevuta la lettera di Arinze, avrei gridato ai quattro venti a tutti i neocatecumenali: «da oggi la liturgia cambia». Quanta Grazia per un semplice atto di umiltà! Atto che Kiko si è guardato bene dal fare: lui, dell'umiltà, della Santa Umiltà di Cristo, è buono solo a dar lezioni in giro (a cominciare dal Papa).

Purtroppo la tua tensione non è verso la verità, ma verso l'elogio del Cammino. Di fronte ad un argomento doloroso (che svilirebbe il Cammino), tu ti rifugi nello slogan preconfezionato. Come i testimoni di Geova. Sei libero di andare avanti così, ma noi non possiamo fare a meno di avvisarti che stai mettendo in gravissimo pericolo la tua anima. Gli eretici sono sempre stati convinti di avere ragione, talmente convinti di avere ragione da rifiutare la correzione e la guida della Chiesa, pretendere che la Chiesa si adegui alle proprie manie, pretendere di essere riconosciuti dalla Chiesa come cattolici.

Noialtri abbiamo solo la sana "fissazione" di stare a quanto ci dice il Papa. Vediamo la differenza abissale tra il catechismo e le vostre dottrine. Vediamo la semplicità della vita cristiana e le pluridecennali complicazioni del Cammino. Ci allieta quella grandissima fonte di grazie divine, cioè i sacramenti, e ci allarma tantissimo vederli ridicolizzati, parodiati, scimmiottati, reinventati in nome dell'ignoranza e della superbia.

Vediamo le storture della Chiesa, sì, ma ne vediamo anche la parte sana, ed a quella siamo affezionati. Sappiamo che la Chiesa oltre ad essere peccatrice è anzitutto santa. Sappiamo che in venti secoli di storia, attraverso momentacci forse anche più terribili del presente (antipapi, scismi, eresie, ecc.) non ha mai tradito la sua missione. Sappiamo che la Chiesa è anzitutto nella persona del Papa (che ci sia simpatico o no, è sempre lui che ha avuto l'incarico da Cristo di pascere il gregge), e non in un Kiko qualsiasi, per quanto bravo sia quest'ultimo a trascinare masse. Anche il prete eretico Ario trascinò enormi masse verso l'eresia, senza neppure tanta fatica. L'eresia ariana era assai preponderante sulla vera fede: ma ciononostante, nonostante gli "elogi di tantissimi vescovi" di cui godevano gli ariani, nonostante la grande diffusione delle loro dottrine eretiche e dei loro metodi, le porte degli inferi non hanno prevalso. Anche a costo di un sant'Atanasio che corrompe i carcerieri per scappare e tornare ad annunciare la vera fede.

Dici che non hai mai ascoltato "insegnamenti contrari a quelli della Chiesa", ma lo dici dopo aver già dimenticato che il Cammino si presenta come la «vera» Chiesa. La tua è una tautologia.