mercoledì 28 maggio 2008

Cosa intendono i neocatecumenali quando parlano di "grande gioia e gratitudine" al Papa

Questa la scrissi a novembre 2006, rispondendo ad una neocatecumenale che parlava di "grande gioia e gratitudine" per la lettera di Arinze. Naturalmente, quella "grande gioia e gratitudine" consisteva nella disobbedienza. Infatti ancora oggi, a maggio 2008, quella disobbedientissima "grande gioia e gratitudine" continua ancora.

Carissima,

sei venuta anche tu qui a dirci che "lo spirito che si respira all'interno del Cammino è quello di grande gioia e gratitudine per i contenuti della lettera del Card. Arinze".

Ahinoi, questa è l'ennesima conferma che il Cammino è molto osannante e poco obbediente.

La lettera, come già ampiamente osservato qui, non concede nulla di nuovo, se non il prolungamento temporaneo dell'indulto temporaneo sul momento dello scambio della pace.

Tutto il resto della "lettera di Arinze" (contenente "le decisioni del Santo Padre") è di carattere restrittivo.

Orbene, se il Santo Padre si scomoda per ricordare ai neocatecumenali che la Santa Messa va celebrata secondo i libri liturgici, "senza omettere né aggiungere nulla", vuol dire che la questione è molto seria.

La lettera comincia proprio con tale avviso, e termina nuovamente con lo stesso avviso: vi siete mai chiesti il perché?

Perché mai il Santo Padre incarica il cardinale Arinze di mettervelo per iscritto? Forse non era bastato che la Congregazione lo dicesse a Kiko, Carmen e Pezzi l'11 novembre 2005? Forse non era bastato neppure che il Santo Padre stesso lo dicesse alla triade neocat personalmente, in udienza privata, il 19 novembre 2005? È forse irragionevole pensare che Kiko, Carmen e Pezzi si siano presentati "grati" e "contenti" dal Papa prima e dalla Congregazione poi, ma tutt'altro che disposti ad obbedire? È forse irragionevole pensare che per evitare stravolgimenti delle cose dette al tripode neocat a novembre 2005, il Papa abbia chiesto ad Arinze di metterle per iscritto il 1° dicembre successivo?

La lettera in questione, nel suo stile sobrio, non contiene sgridate né condanne, ma solo la sentenza. E dalla sentenza si capisce il delitto.

"Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere nulla": vuol dire che nel Cammino si omettono delle cose e se ne aggiungono delle altre, entrambi i casi molto al di là di quanto permettono i libri liturgici e i documenti approvati per tutta la Chiesa (altrimenti non ci sarebbe bisogno di una lettera del genere!)

"Il Cammino Neocatecumenale deve entrare in dialogo con il Vescovo diocesano affinché traspaia anche nel contesto delle celebrazioni liturgiche la testimonianza dell’inserimento nella parrocchia delle comunità del Cammino Neocatecumenale": evidentemente il Cammino non "dialoga" col Vescovo (dovrebbe obbedire, dichiara di obbedire, ma in realtà non tenta neppure di "dialogare"). E l'accento della "testimonianza dell'inserimento nella parrocchia" indica che il Cammino, in parrocchia, c'è solo ad occupare gli spazi. Svégliati, neocatecumenale utile idiota! Ti dicono che sei "inserito" nella parrocchia, ti dicono che siete "obbedienti" al Vescovo e invece il Papa, attraverso la lettera di Arinze, ti fa sapere che non è vero!

"Almeno una domenica al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono perciò partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale": dunque anche il Papa è convinto che nel Cammino la deprecazione per la Messa delle parrocchie è tale che il Cammino ha costituito una sorta di chiesa a sé stante, per cui i cristiani "neocatecumenali" arrivano ad un cristianesimo che funziona solo all'interno del Cammino. Il Papa ha addirittura da chiedere "almeno una volta al mese"... vuol dire che il Cammino se ne infischia delle parrocchie, e le utilizza solo come proprio strumento!

"Le eventuali monizioni devono essere brevi... semplici, fedeli al testo, brevi... brevi... brevi... Spetta a colui che presiede introdurre talvolta i fedeli alla liturgia della Parola... L'omelia è riservata al sacerdote o al diacono... quanto ad interventi occasionali in occasione di particolari giornate (dei malati, del seminario), se ritenute oggettivamente convenienti... le risonanze avvengano al di fuori della Messa...": ma ovviamente nulla di tutto questo vi ha mai toccato.

Nulla! Sprizzate gioia e contentezza da tutti i pori, ma le vostre messinscene continuano a durare ore intere, continuano ad essere nel chiuso delle "comunità", continuano a essere sistematicamente popolate degli sproloqui neocatecumenali, continuano a contenere "omissioni" ed "aggiunte". Ogni "eventuale" per voi è rimasto un "sempre"; ogni "occasionale" per voi è rimasto un "sistematico"; ogni "breve" per voi è rimasto "interminabile"; ogni "oggettivamente conveniente" per voi è rimasto un "se hai voglia di aprir bocca ed elucubrare, allora vai tranquillo".

E naturalmente, al Papa non basta accusare l'invasione delle elucubrazioni del dilettantismo teologico pomposamente chiamate "spiritualità" e "frutti del Concilio" addirittura "adatti" ai "tempi moderni".

Il Papa punta poi il dito contro quel "modo di ricevere la Comunione".

Proprio questo Benedetto XVI, così attento alla liturgia e ai sacramenti, proprio papa Ratzinger, proprio lui, l'autore di Introduzione allo spirito della liturgia e di un'interminabile quantità di lavori a difesa della liturgia, proprio lui, con un gesto di magnanimità (che gli sarà costato certamente una stretta al cuore, pensando che comunque salus animarum suprema lex) concede un tempo massimo di "non più di due anni" per riportare le liturgie neocatecumenali da messinscena a Messa. Muoversi, muoversi! Prima si obbedisce e meglio sarà! Vorrete mica sfruttare tutto il tempo massimo disponibile per cominciare ad obbedire?

Diamine, ci voleva una lettera del Papa per farvi capire che i quarant'anni di Trattoria da Er Kiko Ar Gueglio (prezzi modici) non sono "liturgia eucaristica che scuote le coscienze" ma solo una ridicola messinscena? Ci voleva una lettera del Papa per farvi capire che il dilettantismo teologico di Kiko e Carmen non è un dono dello Spirito ma una moda religiosa che, a suon di tamburi e chitarrelle, siete riusciti a propagare nel mondo?

Niente da fare: non è bastata neppure la lettera del Papa. La guerra tra Kiko e il Papa vede un altro round molto significativo: il Papa ha mandato Arinze a parlar chiaro, e Kiko ha risposto mandando Gennarini a confondere le acque con la solita tecnica neocatecumenale: autodichiararsi grati e contentissimi, ma continuare a disobbedire. Il Papa mandava Arinze per evitare di umiliare troppo Kiko, e Kiko sparava in risposta un Gennarini per evitare di esporsi personalmente (riconoscendo così consistenza alle accuse), per banalizzare, sminuire, ridicolizzare, far dimenticare.

Diamine, vorrei vederlo qualche neocatecumenale, vorrei proprio vederlo mentre dice: "il Papa ci chiede questo, ha fretta, ha detto entro due anni, ma noi da oggi - da subito! - obbediamo! Obbediamo da subito, e senza trucchetti, e senza neanche pubblicità". E invece no, nessuno l'ha fatto, da Kiko in poi nessun neocatecumenale ci ha mai pensato: ancora il 22 febbraio Kiko (che non ha mai smentito Gennarini) continua a dire che il Papa "per la Messa ci dà due anni". Ci dà due anni? Con quale faccia di bronzo va a travisare quel "non più di due anni"? Il Papa ti chiede di fare una cosa (ma farla "entro non più di due anni"), e tu invece di farla subito, cosa fai? Ti dichiari contento e poi vai in giro dicendo di aver avuto un bonus di due anni? Ti dici contentissimo e grato e poi gli vanti i presunti frutti dell'errore che ti ha appena condannato?

Ecco il punto.

È inutile gridare di essere contentissimi e grati dell'andare a lavorare nei campi per poi non andarci, è inutile gonfiarsi la bocca per gridare "Signore, Signore!" La volontà del Padre l'ha fatta il figlio che a lavorare nei campi ci è andato (ha obbedito, anche se aveva negato); la vita eterna l'hanno avuta gli Apostoli (che coi loro difettucci e difettacci hanno continuato a seguire, cioè ad obbedire, anziché limitarsi a fare come i farisei, che gridavano "Signore! Signore!" nelle piazze in modo da farsi sentire dalla gente e far bella figura). L'obbedienza non è una messinscena, l'obbedienza di cuore non è un'ottima e prestigiosa parvenza di obbedienza.

E soprattutto, cari neocatecumenali, anche l'atteggiamento di Kiko e dei catechisti è dannoso per le vostre anime, proprio perché fra le varie eresie vi si insegna anche che l'obbedienza al Papa consiste nell'apparenza dell'obbedienza, vi si insegna che ai comandi del Papa basta dirsi contentissimi e pieni di gratitudine (senza però obbedire), vi si insegna che l'importante è l'apparenza!