venerdì 30 maggio 2008

Sulle inutili e pericolose invenzioni liturgiche dei neocatecumenali

Il cardinale Arinze ha ripetuto in un recente discorso le solite cose (si fa per dire) che, di fronte allo sfascio di oggi, ci fa un gran piacere sentircele ripetere ancora una volta.

«La Liturgia non è qualcosa che si inventa, essa contiene sia degli elementi immutabili, provenienti dal nostro Salvatore Gesù Cristo, sia degli elementi mutabili che sono stati accuratamente trasmessi e conservati dalla Chiesa. In campo liturgico, molti abusi hanno origine, non dalla cattiva volontà, ma dall’ignoranza, "giacché per lo più si rigetta ciò di cui non si coglie il senso più profondo, né si conosce l’antichità" (Redemptionis Sacramentum, 9). Di conseguenza, certi abusi traggono origine dal posto indebito che si accorda alla spontaneità o alla creatività, oppure ad una falsa idea di libertà, o anche a quell’errore che si chiama "orizzontalismo" e che consiste nel piazzare l’uomo al centro della celebrazione liturgica invece che indurlo a volgersi verso l’alto, verso Cristo e i suoi Misteri».

Queste parole stanno facendo fischiare le orecchie di molti preti, e certamente la fischiata più forte la sentono Kiko e i suoi neocatecumenali.

Kiko ha infatti "inventato" la sua liturgia, dandoci continuamente un grande esempio di superbia (ha osato dire al Papa che la propria invenzione porta la gente "dalla tristezza all'allegria" - lettera del 17 gennaio 2006 a Benedetto XVI).

Gli abusi delle liturgie neocatecumenali, che hanno meritato nientemeno che una lettera di Arinze "con le decisioni del Santo Padre" (1 dicembre 2005), sono nati anzitutto dall'ignoranza, spacciando per "dono dello Spirito" ciò che era uno spontaneismo idiota.

Anziché "indurre l'uomo a volgersi verso Cristo e i suoi Misteri", la liturgia neocatecumenale ha indotto gli uomini a volgersi verso sé stessi, con gli altari ridotti a tavole imbandite e la Comunione ridotta a una cenetta in trattoria.

Tutto ciò ha avuto successo solo per due motivi:

1) l'ignoranza del fondatore e di chi lo ha seguito
2) l'onnipresente contorno di emotività e spontaneismo

Purtroppo, alla sete di religiosità dell'uomo moderno, Kiko e i suoi scagnozzi non hanno risposto con la maestosità della liturgia, non hanno risposto con la precisione del Catechismo, non hanno risposto con la serietà dei santi, non hanno risposto con la bellezza della tradizione, no, proprio no.

Kiko e i suoi scagnozzi hanno sovvertito tutto.

La liturgia se la sono composta a proprio uso e consumo, come già sopra commentato. Trattoria da Er Kiko, prezzi modici.

Al posto della sana dottrina cristiana hanno trasmesso le proprie ardite elucubrazioni.

Al posto della serietà dei santi hanno proposto la loro sfacciatissima superbia ("Ma quanto è difficile, santo Padre, che i vescovi riconoscano che hanno necessità" del Cammino! - Kiko, 3 giugno 2006), la disobbedienza sistematica ("e per la Comunione... ci dà due anni" - Kiko, 22 febbraio 2006), l'atteggiamento settario (i Redemptoris Mater, funzionali solo al Cammino, ecc.), ecc.

Al posto della bellezza della tradizione (il duomo di Milano? il beato Angelico? la cappella Sistina? santa Maria degli Angeli a Firenze? e in Spagna, la Sagrada Familia? ecc.) Kiko ha proposto la "nuova estetica", cioè la sua sciatteria pittorica e di strimpellamenti di chitarrella.

Trattoria dar Kiko, prezzi modici, risata garantita. Se magna tutti attorno all'altare-tavola quadrata e imbandita. I camerieri so' travestiti da preti e "ostiari". Pe' sparagnà se beve tutti da lo stesso calice. Chi vuole parlà, apra bocca e pontifichi a volontà, che più dura e meglio sarà. Tamburelli, chitarrelle, balletti, e se fa' una caciara tutti in allegria, e la chiamiamo pure liturgia.