Il seguente articolo è stato pubblicato sul giornale pugliese L'Attacco, a inizio gennaio 2008.
“E' accaduto la notte di Natale nella parrocchia B.M.V. Madre della Chiesa di Foggia durante l'EUCARISTIA.Il parroco a Natale e a Pasqua fa cantare il coro della parrocchia che ha come organista e direttore un ex neocatecumenale.Da 2 anni a questa parte durante la veglia Pasquale e Natalizia gli aderenti del cammino Neocatecumal, controcantavano i canti del coro (cosa che non entrava nel programma ) facendo andare fuori tonalita' i solisti del coro. Quest' anno la cosa si è ripetuta durante il canto dell'Eucarestia dove l'organista (Mario D’alessandro) è stato costretto a fermare la musica e avvicinandosi agli aderenti del cammino chiedendo gentilmente di smetterla di fare dispetti con contro canti che non fanno parte del coro,uno di questi ha dato un piccolo tocco di piede dell'organista che con questo gesto l'assemblea si è trasformata in rissa. I neocatecumenali erano irriconoscibili e molto aggressivi contro di tutti, l'organista e altre persone sono andati a casa a medicarsi . Fuori dalla chiesa si sono scaraventati contro l’auto di un prete(di oltre 70 anni tirando calci e pugni sull’auto) che aveva cercato di calmare la cosa. Ma la chiesa quando da un taglio a questa ……che si trova nel cuore della nostra Chiesa Cattolica?”.
Questo la nuova versione dei fatti. Che i neocatecumanali sarebbero divenuti un problema per la chiesa di Foggia lo si era capito fin dagli anni settanta, quando timidamente muovevano i primi passi, e già la cosa si faceva problematica. Il parroco dove ero diacono faceva due messe di pasqua nella stessa notte. Già all’epoca mi pareva una stortura: ci vuole un coraggio a ripetere due volte la stessa veglia pasquale, le stesse letture, le stesse cerimone. Ma quante volte il Cristo può risorgere nella stessa notte, nello stesso luogo, per lo stesso prete, nella stessa comunità cristian?" La mia fu una voce clamante nel deserto. Conquistare la parrocchia, il parroco e tutto il resto, era questo il programma latente e inespresso di quei timidi, all'apparenze, ma ben aggerriti neoconvertiti.
Personalmente li ho sempre considerati poco piu che una setta, con idee confuse e comprtamenti che promettevano niente di buono. Pretenzioso era il loro cammino catechistico, per lo meno inusuale, pretenzioso il loro progetto pastorale, ed in campo sociale e politico, poi, decidamente reazionari e di destra. Devo aver incontrato proprio i peggiori, forse non tutti sono così. Comuqnue non accettavo quel clima di eccessiva vicinanza tra i membri del cammino, quel chiamarsi fratelli, e quel gergo biblico attualizzato furoi tempo Nemmeno il monachesimo era arrivato a fare tanto. Bisogna capire che comunità cristiana è una cosa, gruppismo invadente è un’altra. La comunità parla di etergoneità, di diversità di carismi, di azioni anche personali e non sempre e solo di massa, il gruppo invece di uniformità, identità di idee e di vedute, atteggiamenti comuni, massa, allineamento. Il gruppo è un meccanismo educativo dell’età adolescenziale da tenere sempre sotto controllo, per gli evidenti pericoli che ha in sé, la comunità è, invece, una sana proposta per la vita adulta. C’è, poi, una privacy nel cammino spirituale cristiano che a nessuno è concesso invadere o manipolare, neppure in vista di un bene superiore. Si è a livello di coscienza. Nessun segnale esterno potrà identificare o determinare un cammino cristiano. Passaggi obbligati e segni visibili, tappe precise e riconoscibili, sono dinamiche inusuali per la chiesa cattolica, che nella sua storia non hai mai scritto il minimo sindacale per dirsi cristiani. La santità è il massimo, il minimo è quello che ognuno può fare. La vedova che da due spiccioli, all'apparenza non dà niente, ma dà tutto il suo massimo. Siamo alla scoperta dell’acqua calda: se fai certe precise cose, dimostri di essere un convertito e un cristiano, se non le fai, non lo sei. Il passaggio all’ipocrisia è quanto mai breve e a portata di mano. E fin qui si tratta di personali considerazioni. "Ognuno, mi disse una volta il cardinal Tonini, si droga come vuole" e aveva ragione da vendere. Ho smesso di discutere da tempo con costoro. Non ne vale proprio la pena, si parla lingue diverse. La chiesa nella sua bimillenaria storia di queste cose ne ha viste tante e forse anche di peggiori. Passerà anche questa, ne sono convinto.Poi da tempo preferisco guardare ai fatti della carità concreta più che alle discusisoni teologiche o di metodologia pastorale, accademiche quanto basta e che davvero, in certi ambienti, lasciano il tempo che trovano. Tu canta allo Spirito santo quanto vuoi, mi verrebbe da dire, tu prega come vuoi e per tutto il tempo che vuoi, fai pellegrinaggi, digiuni e sacrifici, flagellati pure se questo ti puo aiutare, ma il Signore ha scritto a chiare lettere nel vangelo: “misericordia voglio e non sacrifici”. Che tradotto in altre parole sta ad indicare che verremo giudicati solo ed esclusivamente sulla carità. Discutere troppo a lungo sul resto è quasi un grave peccato di omissione, per il tempo che viene così sottratto alla carità.
Pare che il Vescovo abbia convocato le due parti per una chiarificazione. Il fatto quindi c’è stato. Pare che l’intero consiglio pastorale di quella parrocchia e il suo coro si siano dimessi per protesta. La cosa sta montando. Se erano dei poveri ubriaconi che alticci per le feste natalizie andavano a disturbare la quiete religiosa di una comunità, la cosa era seria, ma non era poi la fine del mondo. Se invece si tratta di un gruppo all’interno della stessa comunità che di proposito disturba la cerimonia religiosa, solo perché non gestita da loro, allora la cosa è decisamente piu grave. Cosa avverrà dopo? Ma proprio nulla. A Foggia per la fine del mondo ci vuole ancora tempo. E’ solo un altro dei tanti segnali di una degenerazione iniziata da tempo e che nessuno ha avuto il coraggio di curare di arginare. E siamo solo all'inizio.
Dall’America con passione.
(Don Fausto Parisi)
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