giovedì 31 luglio 2008

Un paio di precisazioni sugli Orientamenti e sugli Statuti

Kiko va dicendo in giro che gli "Orientamenti" sarebbero stati approvati "da Ratzinger" nel 2003...?

Beh, sono due menzogne in una sola frase.

Quanto all'abuso del nome del cardinal Ratzinger in assenza di qualsiasi indizio... non c'è neppure bisogno di commentare.

Partiamo invece dall'ineffabile Caredda, redattore del neocatecumenalissimo Korazym.org, che dopo aver accumulato figuracce su figuracce nel riportare le perentorie affermazioni di Kiko (sistematicamente rivelatesi pura propaganda), ci casca ancora e riporta la considerazione che gli Orientamenti "secondo Kiko saranno presto pubblicati, dal momento che la volontà del papa sarebbe questa" (notare quel comicissimo sarebbe).

In realtà, l'unica voce ufficiale sull'argomento è il comunicato stampa di Kiko del 13 giugno alla presentazione degli Statuti 2008, dove si cita in nota una non meglio precisata "Comunicazione scritta del Card. J.F. Stafford agli Iniziatori del Cammino Neocatecumenale, 1 marzo 2003, Prot. N. 219/03 AIC-110", che parla dell'approvazione di un volume degli "Orientamenti".

Tale comunicazione di Stafford non è stata mai pubblicata da nessuna parte, ed infatti è presente nel comunicato stampa di Kiko (data in pasto ai giornalisti e al pubblico)... ma non è presente nel testo degli Statuti: dunque non è giuridicamente rilevante.

Comunque, anche prendendola per vera e perfino ammettendo l'ipotesi che valga per tutti e quattordici volumi anziché per uno solo, resterebbe da chiarire come mai dopo oltre cinque anni sia impossibile pubblicare il tutto.

Per sostenere questa ipotesi, bisognerebbe ancora una volta fidarsi di Kiko quando dice (nella sopracitata intervista) che bisogna "attendere gli studi svolti dalla Congregazione per il Culto Divino sulla liturgia e dalla Congregazione del Clero per la pastorale catechetica, in modo da fare una pubblicazione unica".

Insomma, per sostenere quell'ipotesi, occorrerebbe fidarsi della parola del beneficiario dell'ipotesi, notoriamente capace di mentire.

Infatti nella stessa intervista Kiko, oltre ad ammettere che "padre Zoffoli mi accusava di essere il Lutero della Chiesa" (ma Kiko si guarda bene dal rettificare), Kiko ammette che le sue "catechesi" furono sì registrate e trascritte e passate ai catechisti, ma dice anche che... "non dovevano ripetere le nostre parole, ma solamente usarle come un orientamento, per poi fare la loro catechesi".

Fino a non molto tempo fa i cosiddetti "catechisti" del Cammino negavano addirittura l'esistenza di quelle catechesi segrete (anche se ne venivano esaminati per vedere se avevano veramente imparato a memoria quell'accozzaglia di idiozie ed eresie). Ne negavano l'esistenza perfino dopo che padre Zoffoli, monsignor Landucci e altri le avevano pubblicate, analizzate e commentate!

È impossibile che tutti i singoli "catechisti", individualmente, abbiano deciso di tenere lo stesso malefico comportamento (imparare a memoria da quei testi e poi negare l'esistenza dei testi stessi), senza che fosse stata data da Kiko e Carmen una tale direttiva, senza che costoro ne fossero informati, e senza che lo proibissero.

Dunque in quel caso Kiko sta mentendo, sta ammettendo a mezza bocca una mezza verità, distorcendo i fatti quel tanto che basta per scaricare la colpa sui suoi scagnozzi.

Se io fossi nei panni di un "catechista" neocatecumenale di lungo corso, mi sentirei assai indignato: prima ci ordini di imparare a memoria e tenere il segreto, e poi lo spifferi al pubblico e accusi noi tutti di aver agito con malizia? Ma evidentemente tali "catechisti" sono pressoché tutti abituati alla menzogna sistematica del Cammino.

C'è un'altra mezza verità che trapela dal discorso autoelogiativo di Kiko: le "oltre 2.200 citazioni del Catechismo", necessarie evidentemente a rettificare l'accozzaglia di idiozie ed eresie. Oltre duemila e duecento! Praticamente è stato citato l'intero Catechismo... A quel punto perché non gettare alle fiamme i cosiddetti mamotreti e ripartire dal Catechismo della Chiesa Cattolica?

Ma ciò che ci preoccupa di più è che dubitiamo seriamente che quei cosiddetti mamotreti "riveduti e corretti" vadano a formare la base delle catechesi neocatecumenali, per vari motivi.

Primo esempio: i "catechisti" neocatecumenali di lungo corso... avranno tempo e voglia e attenzione per leggerle e riportarle fedelmente alle loro comunità? È umanamente più facile riportare ciò che si ricorda, o ciò che bisogna imparare daccapo?

Secondo esempio: cosa ci garantisce che i "catechisti" gettino via i vecchi testi e li sostituiscano con i nuovi? Loro, che non leggono neppure lo Statuto (altrimenti vi scoprirebbero cose inaudite: rosario, adorazione, lettera di Arinze, eccetera)... si fionderanno a leggere davvero i nuovi testi trascurando i vecchi a cui per tanti anni sono stati così affezionati?

Terzo esempio: quando i testi corretti contraddicono i testi originali... cosa faranno? Avranno tutti il coraggio di dire in ogni occasione: "scusatemi, la volta scorsa vi avevo insegnato una cosa sbagliata, ora invece vi insegno quella giusta"?

Quarto esempio: per i "catechisti" fa più fede il discorso dal vivo di Kiko, o la pubblicazione cartacea ufficiale di Statuti ed Orientamenti?

Infatti, se Kiko continua con le sue strampalate eresie, parlando "a braccio, con la foga del momento, secondo i canoni della tradizione orale" (sic!) c'è da temere che il lavoro fatto per la pubblicazione cartacea degli Orientamenti sia come prendere una pietra dal fondale marino, asciugarla, e poi rimetterla in mare sperando che non si bagni.

In parole povere: l'eventuale pubblicazione degli Orientamenti non rende automaticamente Kiko conforme alla dottrina della Chiesa.

Lo abbiamo visto con la liturgia, con la "lettera di Arinze", totalmente disattesa. E allora... in base a cosa dovremmo pensare che con la dottrina ci siano speranze di cambiamento?

Qualcuno può fornirmi un esempio di eretico che ha smesso di professare l'eresia quando ha visto la pubblicazione cartacea di una versione ingentilita delle sue idee?


Passiamo allo Statuto.

Il decreto di pubblicazione dello Statuto del Cammino, a firma di mons. Clemens e del card. Rylko (Pontificium Consilium Pro Laicis, prot. 1140/08 AIC-110), datato 11 maggio 2008 (in realtà pubblicato il 13 giugno), esprime queste motivazioni:

- siccome il periodo "ad experimentum" è scaduto (motivazione: calendario)

- tenuto conto di "numerosi vescovi" appoggianti il Cammino (motivazione: "politica")

- vista l'istanza inoltrata dal signor Kiko e dalla signorina (sic!) Carmen (motivazione: "richiesta dei diretti interessati")

- in virtù degli articoli 131 e 133, §1 e §2 della Pastor Bonus (costituzione apostolica sulla Curia Romana) che stabiliscono la competenza del Pontificio Consiglio per i Laici per le "associazioni di fedeli",

si decreta l'approvazione definitiva dello Statuto "debitamente autenticato dal Dicastero e depositato in copia presso i suoi archivi" (nota bene: ricordiamoci della faccenda dello Statuto "fabbricato" sul sito web ufficiale del Cammino).

La motivazione "calendario" è praticamente insignificante sotto tutti i punti di vista (anzitutto giuridico e pastorale): infatti non si può automaticamente approvare qualcosa solo perché ne era scaduto il periodo ad experimentum. Passiamo perciò alle altre motivazioni.

La motivazione "istanza inoltrata" è una pura formalità giuridica, assolutamente ovvia e prevedibile conoscendo il signor Kiko e la signorina (sic!) Carmen.

Dunque il decreto di approvazione dello Statuto poggia solo sul parere favorevole di non meglio precisati "numerosi vescovi", che hanno "attestato" il "prezioso contributo" del Cammino (conoscendo la dimestichezza neocatecumenale con le bustarelle, altrimenti dette "decime", viene da chiedersi in quanti casi quello sia stato un prezioso contributo economico ai vescovi, piuttosto che un "prezioso contributo alla nuova evangelizzazione").

Osserviamo che non c'è cenno ad un eventuale "nulla osta" del Papa, che avrebbe reso più autorevole e più "definitivo" il documento.

Dunque, un (presumibilmente nutrito) manipolo di vescovi ha fatto pressioni perché venisse approvato il Cammino.

Sarebbe ordinaria amministrazione che il Papa venisse consultato (per non agire contro la sua volontà). Ma alcune vicende mostrano come minimo che il Papa non intendeva concedere il suo benestare per l'approvazione dello Statuto (ancora il 25 aprile 2008 il Papa rassicurava i vescovi giapponesi di "non aver esteso l'approvazione formale degli Statuti").

Insomma, Kiko dice che per gli Orientamenti si può aspettare "una pubblicazione unica"... ma, al contrario, per gli Statuti c'era una fretta diabolica di pubblicare tutto.

Che strano, no?

Gli Orientamenti, che potevano essere pubblicati da soli (in modo da chiarire ai vescovi quale fosse il fondo dottrinale a cui far attenere i "catechisti" neocatecumenali)... vengono invece rinviati da anni ed anni.

E lo Statuto definitivo, che doveva essere pubblicato solo in "compagnia" degli Orientamenti e della soluzione della questione liturgica (in realtà risolta dalla "lettera di Arinze")... è stato pubblicato in fretta e furia, incompleto, e per giunta anche anomalo!

Insomma, nonostante i calibratissimi slogan di Kiko, resistono ancora tutti saldi gli indizi di qualche "tempesta" nei sacri palazzi, ed appare sempre più evidente la strategia di ridurre la questione del Cammino ad un banale elenco di pezzi di carta più o meno approvati.

Finché Kiko non rinnegherà pubblicamente e dettagliatamente gli errori che gli sono così facilmente contestabili (così come ha sempre chiesto padre Zoffoli), si consoliderà sempre di più ciò che conosciamo come "la doppia faccia del Cammino": quella ufficiale, fatta di proclami urlati, di slogan preconfezionati, di "alzate" a tre zeri, di folle oceaniche agitate nelle occasioni mediaticamente efficaci... e quella reale, settaria, eretica, che tenta di nascondersi dietro gli Statuti.

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Nota 1: il Pontificio Consiglio per i Laici (PCL) è composto da un comitato di presidenza e 32 membri (vescovi, sacerdoti e laici: i laici sono generalmente i capi di movimenti ecclesiali) e 30 consultori esterni. Lo scorso aprile sono stati sostituiti alcuni membri; ad eccezione del cardinale Dziwisz non sembrano esserci nuovi sostenitori dei neocatecumenali.

Nota 2: gli articoli 131 e 133 della Pastor Bonus sopra citati affermano la pertinenza del PCL "per la promozione ed il coordinamento dell'apostolato dei laici" (131) e il compito del PCL di "animare e sostenere i laici affinché partecipino alla vita e alla missione della Chiesa nel modo loro proprio, sia come singoli che come membri appartenenti ad associazioni, soprattutto perché adempiano il loro peculiare ufficio di permeare di spirito evangelico l'ordinamento delle realtà temporali" (133 §1) e di favorire "la cooperazione dei laici nell'istruzione catechetica, nella vita liturgica e sacramentale e nelle opere di misericordia, di carità e di promozione sociale" (133 §3).