domenica 6 luglio 2008

Tranquillo discernimento di gente competente e serena?

La "gente competente" delegata a farlo, potrebbe essere (è) stata ingannata o messa sotto pressione.


Un esempio?

9 aprile 2008: uno va ad intervistare monsignor Clemens, e questi dice che l'approvazione degli Statuti è ancora "molto lontana".

Poi lì a Roma succede qualcosa che a noi semplici cristiani sfugge.

10 aprile: il mons. Clemens rinnega in fretta e furia tutto ciò che ha detto il giorno prima. L'intervistatore preferisce chiedere scusa ai suoi lettori piuttosto che far fare una figuraccia ad un monsignore pubblicando la registrazione dell'intervista (nota: Nostro Signore terrà conto di questo novello Cireneo).

13 giugno: compare la firma di Clemens in fondo allo Statuto (sarà stata davvero apposta di tutto cuore?)


Un altro esempio?

Agli inizi di aprile 2008 una delegazione di vescovi giapponesi va dal Papa per lamentarsi del seminario neocatecumenale di cui da ormai vent'anni non riescono a liberarsi. Si sentono costretti a parlarne di persona al Papa perché convinti che le congregazioni vaticane apposite non li abbiano mai ascoltati (poiché i neocatecumenali hanno "amici" ai posti giusti).

Poi lì a Roma succede qualcosa che a noi semplici cristiani sfugge.

Per qualche strano intoppo curiale, i vescovi giapponesi non riescono ad incontrare il Papa.

29 aprile: i vescovi giapponesi non si arrendono e investono di nuovo tempo, soldi e pazienza per andare a parlare dal Papa. Stavolta, con qualche cautela in più.

Riescono a parlare col Papa per un'ora, mettendolo in guardia dai pessimi frutti del Cammino, e ottenendo il consenso per chiudere d'autorità il seminario neocatecumenale giapponese "entro l'anno" (sterilizzando pertanto il tergiversare delle congregazioni).

Certamente non è la prima volta che il Papa sente parlare del Cammino in quel modo. E stando a quel che leggiamo sul loro sito web ufficiale (il sito della conferenza episcopale giapponese), il Papa ha detto loro di "non aver esteso l'approvazione formale degli Statuti, a motivo del fatto che quanto alle liturgie e quanto alle relazioni coi vescovi, sono venuti alla luce certi problemi". (Bishop Mizobe said, "In this meeting, the pope explained that he has not extended formal approval of the regulations. The reason he gave was that, pertaining to their liturgies and relationships with the bishops, certain problems have been brought to light.". Nella stessa pagina il termine "regulations" intende gli Statuti - parla infatti delle "regulations" neocatecumenali approvati "in prova per cinque anni" nel 2002).

Non abbiamo motivo di dubitare della parola di un vescovo giapponese che, quantunque esasperato dal Cammino, non ha alcun motivo per inventarsi una cosa del genere e farla pubblicare sul sito ufficiale della conferenza episcopale giapponese.

Poi lì a Roma succede qualcosa che a noi semplici cristiani sfugge.

13 giugno: pubblicazione degli Statuti, retrodatati all'11 maggio, cioè a sole due settimane dopo che il Papa aveva garantito di non aver esteso alcuna approvazione formale.


Terzo esempio, stringatissimo: le voci che si sono rincorse sullo Statuto, nelle settimane precedenti alla pubblicazione.

Due monsignori dello stesso Pontificio Consiglio per i Laici, danno due versioni diverse. Secondo Rylko, gli Statuti sono definitivi. Secondo un altro (probabilmente lo stesso Clemens), gli Statuti sono nuovamente ad experimentum per sette anni, fino al 2015. Una terza fonte addirittura affermava l'assenza di notizie riguardo ad eventi relativi ai neocatecumenali per il 13 giugno.


Quarto esempio: lo Statuto che qualifica un "itinerario" anziché un'associazione di fedeli (anomalia assolutamente unica nella storia della giurisprudenza ecclesiale), incompleto a causa della perenne assenza del Direttorio a cui fa riferimento (per cui lo Statuto è giuridicamente incompleto anche se qualificato come definitivo) e per di più deliberatamente malinteso dai suoi stessi fautori (Kiko: "ora è il Papa a dover combattere con Arinze", quando la lettera di Arinze è parte dello Statuto, ed Arinze era stato solo l'estensore della lettera, che infatti conteneva "le decisioni del Santo Padre") e -ciliegina sulla torta- completamente ignorato dal Papa (come Giovanni Paolo II, anche Benedetto XVI si è astenuto da qualsiasi commento relativo allo Statuto).

E non dimentichiamo le ripetutissime notizie dell'«ormai avvenuta» approvazione che si sono susseguite da maggio 2007 a maggio 2008, aventi come fonte lo stesso Kiko.


Vedi?

Ora che i neocatecumenali hanno lo Statuto, non si può fingere ingenuità e dire che le persone "competenti" ed "oneste" hanno svolto "tranquillamente" tutto il "discernimento" del caso.

Sarebbe troppo comodo (e troppo banale, troppo riduttivo) pretendere di presentare i fatti in modo così "giuridico", dopo anni ed anni ed anni che i neocatecumenali hanno fatto di tutto per sfuggire all'aspetto giuridico.


I pochi fatti citati parlano chiaro:

- da oltre un anno c'è stata una vera "guerra" in Vaticano, fino all'ultimo momento, pur di pubblicare questa versione "definitiva" di Statuti anomali ed incompleti

- la "guerra" ha incluso dimostrazioni di forza come le masse agitate in piazza e gli stuoli di vescovi usati per riempire la Domus Galilaeae

- la presentazione degli Statuti c'è stata più per imporre al Papa il "fatto compiuto" (grave, molto grave) che per una reale esigenza della Chiesa

- tale "fatto compiuto" fa sì che il Papa non voglia smentirlo con forza, per evitare di portare il caos in Vaticano (se il Papa rinnega apertamente un Pontificio Consiglio, allora ogni organismo vaticano diventa immediatamente criticabile ed ignorabile)

- in un prossimo futuro, altri eretici e disobbedienti si appelleranno al precedente appena creato, per far "brevettare" come cattolica la propria invenzione, a costo di avere uno statuto "anomalo" (contraddizione di termini) pubblicato come "definitivo" anche se "incompleto" (altra contraddizione di termini). Chi mai vorrà essere riconosciuto come associazione di fedeli, ora che è possibile "brevettare" un'idea balzana qualsiasi, senza neppure rivelarne i veri contorni?


Lo ripeto: non sono ipotesi, ma sono i fatti a parlare.

Se l'approvazione degli Statuti fosse stata una cosa tranquillamente condivisa tra le alte sfere, non avremmo avuto tutte quelle stranezze.

Se l'approvazione degli Statuti fosse stata per il bene della Chiesa, allora sarebbero stati pubblicati solo quando definitivamente completi.