mercoledì 2 luglio 2008

Opere meritorie nei confronti di neocatecumenali e lefebvriani

Scusatemi,

penso che i neocatecumenali (cui è dedicato il lavoro fatto in questo blog e sul sito) abbiano diversi punti in comune con i lefebvriani - anzitutto la superbia dei loro capi e l'ostinazione nella disobbedienza al Papa.

Però lo spazio dato su questo blog alle faccende lefebvriane comincia a sembrarmi eccessivo.

Per le persone accecate dalla superbia ed ostinate nella disobbedienza, nessun ragionamento è mai convincente. L'esempio fondamentale è quello delle chiese cosiddette ortodosse.

Con gli ortodossi non ci sono vere divergenze teologiche; al più, si tratta di incomprensioni o di problemi secondari, come quelli nati traducendo da una lingua all'altra (come è il caso del "Filioque", esageratamente ingigantito). La vera questione è solo l'obbedienza al Papa, entro la quale tutte le loro tradizioni e tutta la loro organizzazione si salverebbero senza problemi.

Ma la riunificazione tra cattolici ed ortodossi non dipenderà da documenti congiunti, da proclami di teologi, da accordi tra le gerarchie. La riunificazione dipenderà dai cuori dei singoli. I documenti e gli accordi sono uno strumento, non sono il fondamento. E la difficoltà è "storica": dopo tanto tempo di dichiarata e orgogliosa disobbedienza, che fatica ci vorrà per tornare ad obbedire al Papa?

In versione più piccola e campagnola, è il problema che hanno anche neocatecumenali e lefebvriani.

A fronte di un "ultimatum" che chiedeva loro solo un po' di buonsenso, i capi lefebvriani hanno fatto riesplodere tutto il loro orgoglio - ennesima dimostrazione che il loro scisma è ispirato da satana (dopotutto, da un'azione malvagia di ordinazione di vescovi contro il consenso del Papa, poteva mai nascere un frutto completamente buono?)

In versione opposta, a fronte di numerosi "premi" dati al Cammino, i neocatecumenali continuano orgogliosamente a perpetrare i loro errori - ennesima dimostrazione che ciò che è stato inventato da Kiko e Carmen è contro la Scrittura, contro la Tradizione e contro il Magistero, e pertanto non può magicamente produrre frutti di vera santità.

Interrogarsi sulla questione "due pesi due misure" può portare lontano dal filo del discorso.

I capi lefebvriani non sanno rinunciare a ciò che li ha fatti diventare famosi (cioè la protesta perpetua e la mancanza perpetua di umiltà).

I capi neocatecumenali e i loro scagnozzi catechisti ugualmente non sanno rinunciare alle boiate dottrinali e alle corbellerie liturgiche (anche nel loro caso è una mancanza perpetua di umiltà): non vogliono obbedire, e non li si convincerà certo a furia di blandirli. La prima cosa che Kiko ha detto dello Statuto, ovviamente mentendo, è stata: "ora è il Papa a dover combattere con Arinze": eppure proprio Kiko è il primo a sapere che la lettera di Arinze è ormai parte dello Statuto (art.13 comma 3 nota 49). Tale "contentino" ai neocatecumenali (costosissimo per la Chiesa, visto che ha creato un pericoloso precedente a cui altri disobbedienti ed eretici presto si appelleranno) non trasforma magicamente la disobbedienza in obbedienza.

La nostra opera, su internet e nella vita reale, è a favore dei singoli che avvertono la drammatica differenza tra ciò che è la Chiesa, e ciò che Kiko pretende che sia "chiesa".

Gente semplice, di buon cuore, desiderosa di seguire il bene e però ingannata dal martellamento neocatecumenale. Gente che per anni ha dovuto subire gli ossessivi slogan del Cammino, e non ha ancora avuto modo di sentire l'altra campana (quella vera).

Gente che sa bene quanto la Chiesa sia madre premurosa, e che però continua a chiedersi come mai dicono "il Papa ha firmato lo Statuto" e invece non c'è la firma del Papa (anzi il Papa non ha parlato per niente)... continua a chiedersi come mai tanto baccano per la comunione seduti, quando il Papa ha voluto per le sue celebrazioni solo la comunione in ginocchio... continua a chiedersi come mai Kiko, così "humilde", si autorappresenta nelle icone (obbligatorie per ogni comunità) al posto del Signore...

Queste pagine non faranno diventare cattolico Kiko, ma potranno dare una speranza in più a quei neocatecumenali che cominciano a rendersi conto che la Chiesa, quella vera, è l'esatto contrario del Cammino. Consigliare i dubbiosi, ridare speranza cristiana a chi è oppresso e ingannato da quello strumento del demonio che ha per nome "Cammino Neocatecumenale".

In altri tempi, tale opera si sarebbe chiamata "apostolato" (e perciò opera "meritoria"). Per cui è un onore sentirla spregiativamente qualificare, dai lacché del Cammino, come una questione di tifoserie opposte.