mercoledì 16 luglio 2008

Nulla di nuovo nel forum...

Tu vieni qui col solito equivoco: "siccome i neocatecumenali avanzano, allora vuol dire che dietro c'è lo Spirito".

Assolutamente falso.

L'eresia ariana "avanzò" fino a corrompere la stragrande maggioranza dei vescovi del mondo.

Il successo dell'eresia era forse dovuto all'azione dello Spirito?

Poi arriva un emerito sconosciuto, insultato, incarcerato, perseguitato, che combatte l'eresia e la fa venire alla luce.

Allora era un emerito sconosciuto, deriso e condannato dagli eretici: ed oggi sappiamo che era un grande santo, sant'Atanasio.

Voi neocatecumenali siete talmente accecati dalla vostra stessa falsa propaganda... che avete finito per dimenticare la ragione e l'umiltà e perfino il buonsenso.


Il problema della liturgia, da mezzo secolo a questa parte, poggia su questo "tripode":

1) la crisi di fede ha prodotto anche la crisi della liturgia (dopotutto lex orandi, lex credendi): ed infatti, con la messa "riformata", sono sorti abusi ovunque

2) il dibattito è sistematicamente banalizzato in "lefebvriani/antilefebvriani", come se la questione fosse solo di opposte tifoserie

3) la correzione di rotta (cioè la liberalizzazione) c'è stata solo nel 2007, dopo trentotto anni (due generazioni!)... meglio tardi che mai, sia benedetto papa Benedetto!


Vige tuttora la mentalità (veramente diabolica) secondo cui la liturgia sarebbe uno spettacolino sacro in cui celebrante e assemblea sarebbero contemporaneamente attori e spettatori.

Questa mentalità è visibilissima e verificabilissima nei discorsi che riguardano la liturgia e nei gesti stessi. Qualche esempio? Il parroco che dice: "e che facciamo, la messa senza canti?" La vecchietta che dice: "bella predica!" anche se non ha capito niente. Il chierichetto che si sforza di fare il maggior numero possibile di "operazioni". Le ragazze del coro che gareggiano in virtuosismi vanitosi. La nonnetta che "concelebra" ripetendo l'intera preghiera eucaristica. Il chierico e il laico che attraversano la navata senza genuflettersi davanti al Santissimo.

Tali esempi - che potrebbero continuare molto a lungo - dimostrano la validità di quel lex orandi, lex credendi che amiamo citare tanto spesso.


Neanche a dirlo, tutti gli abusi liturgici (e tutta la relativa "mancanza di fede") campeggiano maestosamente nel Cammino Neocatecumenale.

Nel Cammino, la messa è fondata sugli abusi liturgici (omissioni, aggiunte, spostamenti).

Nel Cammino, la messa è ridotta a un fiume di parole, ad una chiassata da osteria di campagna.

Nel Cammino, perfino il sacramento è banalizzato: la comunione da seduti, la consacrazione ridotta a momento secondario...

Nel Cammino è concentrata la parte peggiore di tutti i problemi liturgici del post-Concilio.

Il "tripode" liturgico neocatecumenale, infatti, è questo:

1) la messa non sarebbe la ripetizione incruenta del sacrificio che la Chiesa ha insegnato per una ventina di secoli... ma sarebbe una specie di cabaret liturgico in cui (testuali parole di Kiko, 17-1-2006) si passa "dalla tristezza all'allegria"

2) la messa non sarebbe la preziosa eredità ricevuta da venti secoli di tradizione cristiana (ed in cui sono cresciute intere schiere di santi) ma solo una teatralità alla moda a cui ispirarsi, aggiungendo e togliendo secondo le proprie paturnie

3) la messa sarebbe disunione con la Chiesa, tant'è che va celebrata il sabato sera tardi, indipendentemente dalle parrocchie, in modo che i neocatecumenali la domenica non osino andare alla messa cattolica dei "cristiani della domenica".


Il tutto, naturalmente, è sostenuto dalla colossale ignoranza teologica e liturgica di Kiko: "Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l'uscita dall'Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa".