giovedì 24 luglio 2008

Ad un neocatecumenale gentile ma poco preciso

Mi hai scritto diverse cose imprecise su padre Zoffoli e sullo Statuto.

Ti chiedo perciò tanta pazienza per leggere quanto ti sto scrivendo, per confrontare ciò che è evidente a tutti (anche a te stesso) con ciò che tu stesso hai affermato.


Padre Enrico Zoffoli ha scritto centinaia di articoli e libri, più una monumentale opera su san Giovanni della Croce che ha richiesto decenni di lavoro, talmente ben fatta che alcuni suoi testi sono entrati a far parte del "Breviario Passionista". Ancora oggi i passionisti pregano con le parole di padre Zoffoli. Puoi consultare qualsiasi biografia di Zoffoli per vedere che è stato un vero grande teologo.

Mi pare che perfino sulla pagina italiana di Wikipedia c'era un sommario dei libri che ha pubblicato: filosofia, teologia, apologetica, spiritualità... un autore veramente molto prolifico, che ha ricevuto complimenti perfino dal Papa (Paolo VI citava esplicitamente gli scritti di Zoffoli) e recensioni positive sull'Osservatore Romano.

Infine, il suo "Dizionario del Cristianesimo" - dove critica in modo preciso i neocatecumenali - aveva avuto l'imprimatur del vescovo al momento della pubblicazione.

Nulla di Zoffoli è stato mai smentito dalla Chiesa. Neppure quando ha parlato contro il Cammino. Gli fu solo detto di "non anticipare i giudizi della Chiesa" (dunque i giudizi della Chiesa potevano benissimo essere uguali ai suoi).

Al contrario, l'eco delle sue opere si avverte in ogni "incoraggiamento" che vari Papi hanno rivolto al Cammino, dal 1983 ad oggi.


Il 13 giugno 2008 il Pontificio Consiglio per i Laici ha presentato gli Statuti del Cammino.

Questa presentazione non è una conferma della bontà del Cammino ma solo un tentativo di creare un percorso giuridico entro il quale i neocatecumenali sono tenuti ad obbedire.

Infatti, gli Statuti sono anomali.


Prima anomalia: sono incompleti. Rinviano al Direttorio. Il Direttorio non c'è, non è stato pubblicato, sono anni che ancora non si riesce a "correggere" il grave elenco di errori ed eresie evidenziate da padre Zoffoli e da molti altri... Kiko stesso (maggio 1999) aveva ammesso che ci sono "espressioni imprecise o non proprio ortodosse".

Perché mai tutta questa fretta di pubblicare gli Statuti incompleti? Anche nel 2002 si pubblicarono gli Statuti incompleti. Perché tutta questa fretta? Perché si afferma falsamente che sarebbe stata accolta la prassi "catechetico-liturgica" a fronte della lettera di Arinze (che proibisce la vostra prassi liturgica) e la mancata pubblicazione delle catechesi? (per cui non è stata approvata la prassi catechetica)

Evidentemente la pubblicazione dello Statuto incompleto non risponde ad un'esigenza di ordine e di chiarezza (che implicherebbe lavorare senza aver fretta), ma solo ad un'esigenza "politica" (chiamiamola così).


Seconda anomalia: definiscono un "insieme di beni spirituali" anziché un'associazione di fedeli. E' una stranezza praticamente unica nella storia della giurisprudenza ecclesiastica. Si poteva benissimo identificare il Cammino come un'associazione di fedeli guidata da Kiko, senza stravolgere niente: sarebbe stato tutto più ordinato. E invece no: un documento anonimo citato in nota (articolo 3, nota 2: non è mai stato pubblicato) stabilirebbe che il Cammino ha "personalità giuridica" (cioè è un'associazione), ma nei primi tre articoli si stabilisce che il Cammino è un "itinerario" (cioè un concetto astratto).

Perché mai questa fissazione di dare uno Statuto ad un "concetto astratto" anziché ad una associazione di fedeli guidata dagli iniziatori? Perché mai c'è stato bisogno di pubblicare uno Statuto che sembra un "brevetto di idea" anziché un "riconoscimento di associazione di fedeli"? Anche questa è evidentemente una manovra che non risponde ad un'esigenza della Chiesa in merito a tradizione, magistero, fede, bene dei fedeli... ma risponde solo ad un'esigenza "politica" (chiamiamola così) dei vertici del Cammino.


Terza anomalia: i neocatecumenali, a cominciare da Kiko, non hanno letto lo Statuto. Kiko dice: "ora è Arinze a dover combattere col Papa". Invece la lettera di Arinze fa pienamente parte dello Statuto (articolo 13, comma 3, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005 ed intervento del Papa del 12 gennaio 2006). Addirittura, nello stesso comma 3, insiste a ripetere che i neocatecumenali devono fare la comunione in piedi (cosa che fino a quel momento avevano sempre disobbedito), come se si sapesse già che i neocatecumenali trovano scappatoie per fare comunque a modo loro.

Perché mai i neocatecumenali, a cominciare dall'iniziatore Kiko, hanno bisogno di mistificare lo Statuto? Perché mai i neocatecumenali hanno sempre disobbedito alla lettera di Arinze "contenente le decisioni del Santo Padre"? Perché mai Kiko comanda delle cose che sono vera e propria disobbedienza al Papa?


Quarta anomalia: l'atteggiamento del Papa nei confronti dei neocatecumenali. Il Papa ha sempre incoraggiato, ma ha sempre chiesto esplicitamente ubbidienza alle sue decisioni. Per esempio, il 12 gennaio 2006: parlando della lettera di Arinze, "sono sicuro che queste norme saranno da voi attentamente osservate"... e invece i neocatecumenali hanno continuato a disobbedire anche dopo la presentazione dello Statuto nel 2008.

Ma se Kiko dice che il Papa avrebbe veramente voluto lo Statuto... perché mai il Papa non ne ha parlato? Anche Giovanni Paolo II, nel 2002 per mesi interi, tacque sullo Statuto. Non una parola. La prima volta che ne parlò, fu per dire che per il Cammino cominciava un periodo ancora più importante in cui i neocatecumenali avrebbero dovuto obbedire con ancor più attenzione le indicazioni della Santa Sede... e invece hanno disobbedito fino ad oggi.

Insomma, Kiko ringrazia il Papa per lo Statuto (cfr. conferenza stampa 13 giugno 2008) ma tutti gli indizi fanno pensare che lo Statuto non è molto gradito al Papa, che lo Statuto è stato pubblicato in fretta e furia non per il volere del Papa ma per il volere del cardinale Rylko. I neocatecumenali hanno lo Statuto e il Papa tace. E il Cammino canta vittoria nonostante tutta questa situazione anomala e nonostante l'anomalia dello Statuto. Come se il Papa non contasse nulla.


Quinta anomalia: l'atteggiamento del Papa sulla liturgia è molto differente dallo stile neocatecumenale. Per esempio, il Papa celebra "di spalle" (cfr. qui), stabilisce che nelle sue messe la comunione venga data solo ai fedeli in ginocchio (questo avveniva proprio nelle settimane in cui veniva pubblicato lo Statuto), desidera che la messa in latino entri nella normalità della vita liturgica (cfr. qui) e venga perciò insegnata nei seminari (cfr. qui), eccetera.

Comunione in ginocchio, paramenti antichi, liturgia di spalle... nelle liturgie del Papa si va in una direzione veramente opposta alle liturgie del Cammino.


Insomma, il Papa tace sullo Statuto, va in direzione opposta sulla liturgia.

E Kiko mistifica lo Statuto.

E lo Statuto è anomalo, e ci sono anomalie e stranezze anche nelle circostanze della sua presentazione (è una manovra "politica", chiamiamola così).

Perciò l'argomento "autorevolezza" è quantomeno ambiguo, e gli argomenti di contorno paiono solo degli slogan evidentemente basati su notizie false o quantomeno imprecise.


Sono costretto infine a ricordare che nella storia della Chiesa ci sono stati molti casi in cui quando l'eresia dilagava nella stragrande maggioranza del mondo e sembrava che tutto fosse perduto, poche persone semplici hanno denunciato le eresie e gli abusi e lottato contro la menzogna e la falsa fede (sant'Atanasio, sant'Ireneo, santa Caterina, eccetera).

Poche persone, semplici, limitate: ma lo Spirito Santo agisce in modi che noi non possiamo neppure immaginare.

Sappiamo bene che il Signore si serve di strumenti piccoli ed umili per salvare la Chiesa.

Per cui, i neocatecumenali non possono disprezzare le critiche che rivolgiamo a quegli errori, e dovrebbero anzi farne tesoro, confrontarvisi.


Infatti, se io fossi neocatecumenale, di fronte a tutti questi interrogativi e anomalie, comincerei anzitutto ad obbedire al Papa.

Anzitutto al Papa, secondo quanto chiede nella lettera di Arinze, partecipando alla messa della Chiesa, e non alla messa neocatecumenale, almeno finché la messa neocatecumenale sarà quella cosa strana e raffazzonata che ha inventato Kiko.

Obbedirei lasciando da parte le catechesi neocatecumenali, ed utilizzando solo il Catechismo della Chiesa Cattolica (quel catechismo la firma del Papa ce l'ha).

E poi parlerei con i miei catechisti, evidenziando i miei dubbi, pregandoli di dimostrare con i fatti (obbedendo anzitutto al Papa) che quelle critiche sarebbero infondate, e facendo presente che per me è più importante obbedire al Papa che obbedire a loro e a Kiko.

Se i catechisti sono veramente guidati dallo Spirito, avranno fatto certamente il mio stesso ragionamento, e pertanto anziché offendersi collaboreranno con me e con tutta la comunità per abbandonare gli errori e gli abusi e tornare all'unica vera Chiesa.


Ma non è tutto.

Se io fossi neocatecumenale e qualcuno venisse ad accusarmi di eresia, io professerei pubblicamente l'unica vera fede, senza sotterfugi, senza trucchi. Mi accusano di non credere alla transustanziazione? Risponderei che disprezzo chi dice simili eresie, precisando che le disprezzo anche se le dicono Kiko e Carmen, e risponderei affermando di credere al dogma così come enunciato dalla Chiesa.

Qualcuno mi accusa di disobbedire al Papa quanto alla comunione in piedi? Risponderei con i fatti, facendo la comunione in ginocchio e alla bocca, così come evidentemente gradisce il Papa.

Qualcuno mi accusa di cantare vittoria per lo Statuto? Risponderei che l'unico Statuto, per me, è il Vangelo, e che i Pontifici Consigli vanno e vengono. La bontà delle intenzioni che ho nel cuore, dipendono dalla mia volontà, non da uno Statuto.

Chi professa eresie e disobbedienze, infatti, può anche riuscire a macchinare a sufficienza per guadagnarsi un qualche Statuto.

Ma per quanto vorrà macchinare... non potrà mai ingannare Dio.

Colui che può leggere nei cuori, sa bene che i neocatecumenali fanno tanto baccano sullo Statuto proprio per zittire la coscienza... perché in coscienza lo avvertono, che a furia di inganni e menzogne, si finisce dritti all'inferno.