sabato 5 luglio 2008

La superbia dei lefebvriani e dei neocatecumenali

Da un'omelia di Fellay del 24 giugno 2008: ...So, we have no choice, we are not going this way, we are continuing what we have done, we have fought now for forty years to keep this faith alive. To keep this Tradition not only for ourselves, but for the Church. And we are just going to continue, happens what happens...

"...Perciò, non abbiamo scelta, non seguiremo quella strada [indicata dal Vaticano], ma continueremo ciò che abbiamo fatto finora. Abbiamo combattuto per quarant'anni per mantenere questa fede viva. Per mantenere questa tradizione non solo per noi ma anche per la Chiesa. E perciò continueremo, accada quel che accada..."


Qualche mia considerazione:

1) prima di esaminare il motivo, osserviamo cosa dichiara di fare: "continuare" a disobbedire;

2) dunque i vertici lefebvriani, come avevo già pronosticato (senza neanche tanta fatica), non hanno alcuna intenzione di riunirsi a Roma

3) non importa quanto "saggio" possa essere il motivo: andare contro il Papa produce le sue nefaste conseguenze

4) sarebbe da prenderlo a pedate: ma come!?! se muori stanotte, muori con questo atteggiamento di disobbedienza alla Chiesa... un po' di umiltà non riesci proprio a trovarla, nella tua anima?


Le parole e l'atteggiamento di Fellay evocano le parole e l'atteggiamento di Kiko.


Esempio 1

Per Fellay, come per Kiko, l'obbedienza si può sempre rinviare.

Fellay: "we'll wait for better times" (aspetteremo tempi migliori... per cominciare ad obbedire).

Kiko: "concorderanno coi singoli vescovi la modalità della partecipazione una volta al mese..." "...e per la comunione... ci dà due anni!"


Esempio 2

Per Fellay, come per Kiko, l'importante è salvare le proprie idee piuttosto che restare nella Chiesa.

Fellay: "continueremo, accada quel che accada".

Kiko: "...abbiamo scelto di fare la comunione seduti... La nostra paura era che se si versasse il Vino per terra: se fosse successo per tre volte, saremmo stati denunciati e ce la avrebbero vietata..."


Esempio 3

Sia Fellay che Kiko sono convinti che è la Chiesa a doversi adeguare alle loro idee.

Fellay: "per mantenere questa tradizione non solo per noi, ma per la Chiesa"

Kiko: "ma quanto è difficile, Santo Padre, che i vescovi capiscano che hanno bisogno dei carismi [del Cammino]!"

Nota: Fellay intende la messa tradizionale in latino; sarebbe lodevole, se non fosse che in nome della messa in latino si ostina a disobbedire al Papa. Kiko invece promuove una bislacca liturgia, il che è una cosa deprecabile anche qualora fosse davvero convinto di farlo per il bene della Chiesa.


Non ho tempo per proseguire con gli esempi; vado direttamente al risultato finale.

Chi desidera veramente appartenere all'unica vera Chiesa di Cristo, cioè la Chiesa cattolica, ha quel minimo di umiltà per respingere ogni tentazione di trovare "ragioni" sufficienti per staccarsi dal Papa.

Sia Kiko che Fellay, seppure da punti di vista diametralmente opposti, commettono lo stesso errore a causa della superbia.

Credono di saperne di più del Papa, e credono che sia il Papa a doversi adeguare a loro.

Non vogliono adeguarsi alle direttive del Papa... eppure è stato chiesto loro qualcosa di così semplice!

È stato chiesto a Fellay di piantarla con tutto quel parolame polemico da scismatici isterici. Gli è stata proposta una soluzione generosissima: una prelatura personale (come per l'Opus Dei), entro la quale ha la massima libertà quanto a liturgia, formazione dei sacerdoti, diffusione nel mondo... E Fellay cosa fa? Dichiara che continuerà per la strada sbagliata.

È stato chiesto a Kiko di far celebrare ai neocatecumenali la messa normale di tutta la Chiesa, senza aggiungere né omettere alcunché. Niente di più facile! E Kiko cosa fa? Comanda di disobbedire. Disobbediscono fino alla presentazione dello Statuto: peggio, anche dopo lo Statuto 2008, stanno continuando a fare la comunione seduti!

Stasera (oggi è sabato) i neocatecumenali agiranno ancora una volta infischiandosene della lettera di Arinze e dello Statuto 2008 che comanda di rispettare la lettera di Arinze.

D'altronde... cosa aspettarsi da gente che professa eresie, e di fronte alle accuse non ha mai voluto rinnegare tali errori affermando le verità della fede contenute nel Catechismo della Chiesa?