venerdì 11 luglio 2008

I sacerdoti della diocesi di Takamatsu si oppongono al Cammino Neocatecumenale

Qui sotto, la traduzione di un articolo pubblicato sul Settimanale Cattolico ("Katorikku Shinbun") del 6 luglio 2008, e ripubblicato sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale Giapponese (il testo in inglese è a questo link: "Priests working in Takamatsu oppose Neocatechumenal Way"). La seconda parte di questo articolo, che verrà pubblicata successivamente, tratterà del Cammino dal punto di vista dei laici della diocesi di Takamatsu.

Il Katorikku Shinbun è diffuso in tutti gli ambienti cattolici del paese ed è appoggiato dalla stessa Conferenza episcopale giapponese (tanto da condividerne la pagina principale del sito web ufficiale della CBCJ). In Giappone vi sono circa 440.000 cattolici (su oltre 120 milioni di abitanti), di cui il 60% donne. Dei circa 1.500 sacerdoti (divisi in 800 parrocchie e 179 centri di missione), solo 911 sono giapponesi, mentre il 93% delle quasi seimila suore è giapponese. La messa domenicale è frequentata da circa 120.000 fedeli (cioè il 27%, media molto più alta che in Italia e negli altri paesi europei, con una punta del 63% nella messa di Natale). Nel 2007, solo in 279 matrimoni (il 10% del totale) entrambi gli sposi erano cattolici.

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I sacerdoti della diocesi di Takamatsu si oppongono al Cammino Neocatecumenale

Nonostante la decisione del vescovo Osamu Mizobe e del consiglio pastorale della diocesi di Takamatsu di chiudere per il 30 giugno 2008 il seminario Redemptoris Mater a Higashi Kagawa (nella prefettura di Kagawa), decisione ratificata dal Vaticano a seguito di due visite a Roma del vescovo e dell'incontro personale che questi e altri tre arcivescovi giapponesi hanno avuto con papa Benedetto XVI il 25 aprile scorso, è giunto da Roma l'ordine di bloccare tutte le azioni contro tale seminario.

L'ordine di bloccare la chiusura è giunto in un messaggio all'arcivescovo Alberto Bottari De Castello, nunzio apostolico in Giappone, da parte del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato Vaticano, ed è stato passato al vescovo Mizobe il 31 maggio.

Quando è giunta la direttiva da Roma, la decisione della chiusura era già stata notificata al consiglio pastorale, al consiglio presbiterale e alla commissione diocesana per l'evangelizzazione della diocesi (che conta 5.070 fedeli). All'inizio di luglio ancora non si registrano sviluppi.

Il seminario Redemptoris Mater (RM), aperto nel 1990, è gestito dal Cammino Neocatecumenale (CN) come un seminario internazionale legato alla diocesi di Takamatsu. I seminari gestiti dal CN formano i preti secondo le linee guida liturgiche e spirituali del movimento, per il servizio come clero diocesano. Il seminario RM di Takamatsu ha licenziato circa 30 preti che attualmente operano nelle diocesi di Takamatsu, Niigata, Oita e Kagoshima.

Il CN è stato fondato in Spagna nel 1964 come formazione alla fede per gli adulti nella forma di piccoli gruppi all'interno delle parrocchie, che conducono delle loro proprie liturgie e dei loro propri programmi di formazione. Nonostante negli Statuti del movimento venga stabilito che "è al servizio del vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell'iniziazione cristiana e dell'educazione permanente alla fede", le relazioni tra il CN e i vescovi diocesani hanno avuto frequenti attriti.

«Non riesco a capire come sia potuto avvenire», ha detto don Sueo Hamaguchi, sacerdote diocesano di Nagasaki che opera come parroco della chiesa di Sakuramachi a Takamatsu, commentando l'ordine dal Vaticano.

Don Hamaguchi è uno dei tanti sacerdoti diocesani e religiosi "prestati" alla diocesi di Takamatsu da quando monsignor Mizobe vi è stato assegnato nel 2004 per ristabilirvi l'ordine dopo che l'agitazione causata dal CN aveva portato a forti divisioni nella diocesi, culminati in una querela per diffamazione da parte di due laici contro il vescovo precedente, monsignor Satoshi Fukahori, che aveva pubblicato una lettera pastorale condannando i due per la loro opposizione al suo invito al CN di aprire un seminario in diocesi.

Don Desiderio Cambra, membro dell'Instituto Español de Misioneras Extranjeras (IEME, istituto spagnolo di missionari esteri), è stato di recente nominato cancelliere della diocesi. Anche lui si è detto scioccato per l'interferenza di Roma.

«Hanno ignorato una decisione dell'intera Conferenza episcopale giapponese e dello stesso nunzio apostolico», ha esclamato.

Parlando a nome di don Angel Luis Romero Carbonell, rettore del seminario RM, don Antonio Anfuso, vice rettore, ha rifiutato di rilasciare un'intervista per quest'articolo, dicendo: «non possiamo rispondere adesso a delle domande, dal momento che molte cose non sono state ancora decise». Anche gli altri membri NC che sono stati avvicinati hanno rifiutato di dare commenti.

Il salesiano don Kosuke Murakami, in servizio alla diocesi come parroco della chiesa di Zentsuji a Kagawa, ha spiegato i motivi per cui pensa che il seminario debba essere chiuso.

«Quel seminario è la forza propulsiva delle attività del CN, produce problemi liturgici e danneggia l'unità delle parrocchie», ha affermato.

«Nella parrocchia dov'ero prima, ad Imabari (prefettura di Ehime)», ha continuato, «indipendentemente dalla data di nascita di un bambino, il CN si rifiutava di battezzarlo fino alla Pasqua successiva, rifiutando inoltre di far amministrare il sacramento da un sacerdote che non sia neocatecumenale. Sono stati un gruppo completamente indipendente in parrocchia, che il parroco non poteva controllare. Hanno spostato i membri della parrocchia più attivi alla messa del CN del sabato sera. Anche il benefattore principale della parrocchia è stato dirottato verso quel gruppo, il tutto a danno dell'intera parrocchia».

Secondo il salesiano don Hideaki Hamaguchi, procuratore diocesano e sacerdote "in prestito", la tendenza dei neocatecumenali ad ignorare i pastori si estende ben oltre il vescovo.

«In questi ultimi due o tre anni ho sempre fortemente avvertito che i preti NC incardinati nel clero diocesano, nonostante si dicano obbedienti al vescovo, non lo sono», dice. «Vanno proclamando che "il modo di pensare del vescovo è diverso dal nostro". È una vergogna che loro non si sforzino per nulla di pensare a come cooperare col vescovo o a come servire meglio la Chiesa in Giappone. Se il loro zelo fosse diretto a lavorare insieme al vescovo, potrebbero avvenire grandi cose».

Sulla questione dell'obbedienza ai vescovi, il superiore della provincia domenicana di Rosario, don Juan Manuel Gonzalo, ha affermato: «noi Domenicani non lavoriamo per noi stessi».

«L'autorità della Chiesa in Giappone», ha continuato, «sta nel vescovo di Takamatsu e negli altri vescovi nominati dal Papa. Dunque la loro decisione (di chiudere quel seminario) è la migliore per il Giappone e io penso che debba essere attuata al più presto possibile».

Secondo don Cambra, «il Cammino poteva andar bene per educare persone spagnole che non frequentavano la chiesa, ma qui in Giappone la situazione è del tutto diversa».

Don Murakami ha detto che tra i problemi principali del CN c'è la celebrazione della liturgia in una maniera estranea alla cultura e alle sensibilità dei giapponesi, imponendo uno "stile europeo" a chi prega.

«Riorganizzano le cose in chiesa, mettono su le loro icone e utilizzano le loro musiche e gestualità. In una chiesa come quella di Imabata dove ci sono tanti parrocchiani anziani, il CN è tutto un baciarsi, abbracciarsi, tenersi per mano, cantando e ballando durante la messa. Utilizzano le chitarre perfino nei funerali. Finché non correggono queste pratiche, è impossibile lavorare insieme a loro», ha affermato.

Don Sueo Hamaguchi ha detto che la coesistenza col CN è strutturalmente impossibile.

«Il CN ha le sue proprie strutture di controllo, prendendo ordini solo dai suoi tre leader», ha detto. «Il loro modo particolare di celebrare la liturgia è inteso ad affermare la loro unicità».

Il diacono Yasuhiro Nishikawa, direttore dell'ufficio diocesano, ha detto che i membri del CN conducono attività di beneficenza a loro vantaggio utilizzando i nomi delle parrocchie senza consultarsi con i parroci.

«Ignorano la diocesi e le parrocchie», dice.

Don Murakami ha detto: «se al seminario è permesso di continuare così com'è, il CN si diffonderà in tutto il Giappone e perciò qui avremo due chiese, la Chiesa del Papa e la chiesa di Kiko», riferendosi a Kiko Argüello, fondatore del CN.

«Ai cattolici giapponesi spetta comprendere l'entità del problema», ha detto il salesiano don Hideaki Hamaguchi.

I sacerdoti che lavorano in diocesi hanno detto che fin dal suo arrivo il vescovo Mizobe ha lavorato molto per riportare l'unità.

Don Hideaki Hamaguchi ha commentato: «dopo i primi tre anni è diventato chiaro che il problema era troppo grande e che il metodo migliore non poteva che essere il tagliare i legami tra la diocesi e il seminario».

Monsignor Mizobe ha mandato i preti neocatecumenali a studiare a Tokyo e a Roma perché si preparassero meglio a lavorare in Giappone.

«Il vescovo sta dicendo "lavoriamo insieme", ma loro hanno un complesso di persecuzione per cui si fissano solo sulla questione della chiusura del seminario e non vedono le preoccupazioni del vescovo per la cura pastorale», dice il diacono Nishikawa.

Don Sueo Hamaguchi: «Non c'è alcun motivo per far continuare il seminario. In nessun modo può essere sostenuto da una piccola diocesi come Takamatsu, e la diocesi non ha bisogno del CN che vi si nasconde dietro. I neocatecumenali sono solo un ostacolo».

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Note del traduttore:

- a noi europei, gli usi e costumi della cultura giapponese apparirebbero di grande compostezza e formalità; col termine "European style" nel testo si è voluto intendere spregiativamente l'attitudine da chiassosi cafoni (che non qualifica certo tutti gli europei);

- tale don Carbonell, rettore del seminario RM di Takamatsu, risulta essere incardinato a Roma (cfr. clero romano);

- nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 il vescovo Fukahori aveva criticato (facendo nome e cognome) due dei fedeli che si erano opposti, ed è stato perciò denunciato per diffamazione e condannato a pagare un totale di 800.000 yen di risarcimento danni (poco meno di 5.000 euro). Dopo la sentenza, i due parrocchiani che hanno vinto la causa hanno affermato di non essere contenti della vittoria, ma di essere allarmati a causa del seminario Redemptoris Mater (tale notizia, reperita da UCA News, non risulta più disponibile nei suoi archivi);

- nel 2000 c'era stata un'altra denuncia per bloccare il seminario, con la motivazione che utilizzava fondi della diocesi per formare preti destinati altrove (una diocesi così piccola non naviga certo nell'oro); il caso era stato ironicamente riportato nel 2002 dal Chugai Nippo, uno dei più diffusi quotidiani buddisti del Giappone.