sabato 23 agosto 2008

Il vero contenuto dell'intervista a Kiko...

Kiko, come avete accolto il provvedimento di approvazione degli Statuti del Cammino?

Lo abbiamo accolto con un "finalmente!"

Naturalmente, per noi è solo uno strumento di propaganda.

"Accogliere" lo Statuto non significherà obbedirlo, ma solo interpretarlo.



Quali sono i vostri rapporti con la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, oggi e
in futuro?

Oggi le cose vanno abbastanza bene: infatti tale Congregazione è praticamente in mano nostra (per esempio, per proteggere i miei interessi, hanno ostacolato in ogni modo i vescovi giapponesi... basta andare sul sito web ufficiale della conferenza episcopale giapponese e leggere cosa è successo).

Sui giornali inglesi scrivono addirittura che il cardinale Ivan Dias è dei nostri: vuol dire che ce lo siamo "lavorato" benissimo.

Per il futuro continueremo ad utilizzare intensamente i nostri soliti metodi ben collaudati da quarant'anni (pressioni, bustarelle, false informazioni...) altrimenti smetteranno di sostenerci.


Può raccontarci una esperienza di Evangelizzazione in America Latina?

Sì.

Come in ogni posto del mondo, arrivano lì dei miei scagnozzi e si insediano in qualche parrocchia dove hanno notato un parroco abbastanza ignorante, oppure facile da corrompere.

Viene subito formata una nuova comunità neocatecumenale, adescando i parrocchiani più in vista.

In Giappone purtroppo le parrocchie non sono molto affollate, per cui lì se ne sono accorti subito che la nostra "evangelizzazione" consisteva nel sottrarre i parrocchiani alla parrocchia, piuttosto che andare ad evangelizzare i non credenti.

Ma noi non vogliamo perdere tempo con i non credenti e con i lontani. Noi vogliamo solo conquistare le parrocchie e "neocatecumenalizzarle". Per questo ne inglobiamo i fedeli con le catechesi "per adulti", senza precisare che sono roba nostra.

In breve tempo, le attività neocatecumenali inglobano e fagocitano la parrocchia. A quel punto ci espandiamo sempre di più.

Quando abbiamo nelle nostre mani abbastanza "potere", allora finalmente ci presentiamo dal vescovo ma... solo per esigere che ci dia ancora più spazio, sempre più spazio.


E per l'impegno missionario in Asia?

E' la stessa cosa.

Posso dirvi che alcune famiglie europee sono andate lì in Giappone senza sapere la lingua. Dopotutto, per noi, "evangelizzare" significa solo far espandere il Cammino, non vogliamo perdere tempo a imparare le lingue. L'importante è che sappiano lo spagnolo o l'italiano, quel tanto che basta per cantare i canti che compongo io.

I vescovi giapponesi si sono lamentati che il Cammino va avanti da solo, indipendentemente dalla chiesa locale. Ah, ah, ah! Solo adesso se ne sono accorti?

Ma noi abbiamo messo radici nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Perciò quei vescovacci imbecilli avranno vita durissima. Sapremo vendicarci, e glielo abbiamo già fatto capire. Infatti ora tutti i presbiteri neocatecumenali del Giappone non sono più in rapporto diretto coi loro vescovi, ma hanno come intermediario un vicario neocatecumenale. Capisci? E' come se obbedissero ad un nostro "vescovo" anziché ai loro legittimi vescovi!


 Ci racconta di un'esperienza in Africa?

In Africa abbiamo tre seminari (in Camerun, Zambia e Congo).

Nell'evangelizzazione abbiamo avuto molte difficoltà perché i religiosi missionari presenti sul luogo hanno capito bene che volevamo espanderci a spese delle parrocchie, catturandone sia i parrocchiani che le risorse economiche.

In Kenya e Tanzania abbiamo sofferto molto perché le comunità cristiane studiavano il catechismo e quindi si sono accorte che noi insegnavamo una cosa diversa, e allora ci hanno rifiutato. Non è stato per cattiveria, ma perché avevano capito il nostro metodo e perciò diffidavano di noi.

I nostri catechisti seguono un modello da agente segreto: andare a due a due, senza nulla di proprio, vivendo come parassiti. Mai esporsi troppo... finché non si guadagna un certo potere di contrattazione con parroci e vescovi.

Infatti, se andassimo alla luce del sole, se ci dichiarassimo subito neocatecumenali, molto probabilmente ci caccerebbero via anche se abbiamo lo Statuto.


Nel Cammino Neocatecumenale utilizzate la musica come strumento di missione?

Sì.

Ovviamente si tratta solo della musica che compongo io. E' la "nueva estetica", per cui tutte le estetiche precedenti (inclusi Mozart, Michelangelo e tutti gli altri) devono essere assolutamente dimenticati. Credi forse che nelle celebrazioni neocatecumenali sia lecito suonare un Palestrina o almeno un Frisina? Macché! La messa neocatecumenale l'abbiamo inventata io e Carmen, e dato che la Carmen non sa comporre musica, allora si deve cantare solo quella che ho composto io!

Infatti si tratta della mia teologia neocatecumenale messa in forma di canto. Dovunque vanno, i miei adepti "cantano" i miei insegnamenti. Ecco perché le mie composizioni sono strumento di missione neocatecumenale. Per esempio, il canto "Risuscitò" è particolarmente cupo, perché io così intendo la risurrezione.

Tutto questo discorso ovviamente vale anche dal punto di vista pittorico, con gli sgorbi blasfemi che io dipingo e che tutti i neocatecumenali debbono utilizzare per pregare.


Alcuni, guardando la vostra esperienza di fede, parlano di "nuovo francescanesimo": vi riconoscete in questa definizione?

No.

Se fossimo un nuovo francescanesimo, saremmo anzitutto obbedienti al Papa.

Se fossimo un nuovo francescanesimo, non avremmo tutto questo incontrollabile giro di soldi.

Se fossimo un nuovo francescanesimo, non avremmo mai combinato pasticci con la liturgia e la dottrina.

Ma invece è il Papa che deve obbedire a noi, perché noi siamo Frutto del Concilio!

Avremmo potuto formare un'associazione riconosciuta dalla Chiesa o una congregazione, ma abbiamo voluto evitare di fare cose che ci avrebbero costretto ad obbedire al Papa ed ai vescovi.


Ricevete spesso delle critiche, come quella di essere un cammino elitario, selettivo…

Quelle critiche vengono contrattaccate dalla nostra propaganda, affibbiando etichette dispregiative a chiunque ci critica.

Purtroppo accade sempre più spesso che qualcuno dimostri i nostri errori... in quel caso noi reagiamo parlando di "calunnie", in modo che chi non conosce bene la situazione pensi che noi siamo la vittima anziché l'aggressore.


Quali sono le sue speranze per il prossimo futuro?

Conquistare la Chiesa fino al vertice. Ci vorrebbe un Papa neocatecumenale, ed ovviamente io sono il più adatto ad essere Papa.

Comunque va bene anche qualcun altro, purché poi obbedisca a me, perché io sono Frutto del Concilio e quindi il Papa mi deve obbedire.

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