lunedì 4 agosto 2008

Altre testimonianze dal Giappone

I laici della diocesi di Takamatsu rilevano ispirazione e problemi nel Cammino Neocatecumenale

Qui sotto, la traduzione di un articolo pubblicato sul Settimanale Cattolico ("Katorikku Shinbun") del 13 luglio 2008, e ripubblicato sul sito web ufficiale della Conferenza Episcopale Giapponese (il testo in inglese è a questo link: Laity in Takamatsu find inspiration, problems in Neocatechumenal Way). Si tratta della seconda parte dell'articolo Priests working in Takamatsu oppose Neocatechumenal Way, già tradotto sulle pagine di questo stesso sito web a cui rimandiamo per la traduzione degli altri articoli e per un resoconto dettagliato della situazione in Giappone.


I laici della diocesi di Takamatsu rilevano ispirazione e problemi nel Cammino Neocatecumenale

Nonostante siano passati circa trent'anni da quando il Cammino Neocatecumenale è arrivato nella diocesi di Takamatsu, tale movimento e le sue attività rimangono sostanzialmente estranei ai cattolici giapponesi. Questo articolo, seconda e ultima parte di un'indagine sul Cammino, lo presenta attraverso le impressioni di coloro che lo hanno incontrato lungo gli anni. Sfortunatamente, i membri attivi del Cammino che abbiamo tentato numerose volte di intervistare, hanno seccamente rifiutato.

Dopo anni di coinvolgimento con la Legione di Maria, i Cursillos de Cristianidad ed altri movimenti ecclesiali, Hisako Ino, parrocchiana della chiesa di Imabari nella prefettura di Ehime, è stata legata al Cammino per dieci anni, a partire dal 1990. Dato che il Cammino era stato raccomandato dal parroco, la maggioranza dei parrocchiani - ad eccezione di quelli impossibilitati per impegni di lavoro - aveva cominciato a prendere parte alle attività del Cammino.

Come altri, la Ino partecipava agli incontri pomeridiani ed alla messa del sabato sera.

"Fino ad allora, ascoltavo la Parola di Dio a pezzetti e bocconi, ma ciò che apprendevo attraverso l'approccio neocatecumenale della 'storia della salvezza' divenne parte della mia fede", ha detto ricordando del tempo passato nel Cammino.

Gli incontri venivano tenuti nelle case dei membri del Cammino, e diverse volte l'anno vi erano raduni che duravano anche più di una giornata.

La Ino ha detto: "se contiamo i tempi per la preparazione, ci si incontrava tre o quattro volte alla settimana. Eravamo davvero tanto impegnati. Leggevamo le Scritture ed ascoltavamo i sermoni. C'è ancora gente che va avanti così".

Ed infatti alcuni si sono lamentati che quella frequenza di incontri portava via parecchie serate alla settimana, per cui i figli dei membri del Cammino soffrivano a causa di tutto quel tempo che i genitori spendevano altrove anziché con loro.

Alcuni incontri erano tenuti in alberghi lontani da casa, ed ai membri toccava coprire i costi.

La signora Ino ricorda: "ogni volta mi toccava pagare qualcosa come centomila yen" (equivalenti a circa seicento euro).

I neocatecumenali, man mano che avanzavano ai livelli successivi di appartenenza al Cammino, erano tenuti a dare un contributo economico.

"Mi veniva detto di vendere le mie cose e di dare i soldi al Cammino", ha detto la Ino.

Nel 1999 partecipò ad un incontro in cui si leggeva dal vangelo di Marco del giovane ricco a cui Gesù disse di rinunciare ai suoi beni. Dopo aver letto il brano, ad ogni persona presente fu chiesto: "Rinuncerai tu a tutti i tuoi beni?" La Ino rispose che era disponibile a rinunciare a qualsiasi cosa su cui lei e suo marito fossero d'accordo, ma non a tutto. Nell'incontro del giorno successivo le venne detto: "Voi coniugi Ino non dovete più venire qui". Ciò significò la fine del suo coinvolgimento col Cammino.

Ricordandolo, la signora Ino ha detto: "Ho sentito che ci sono molti livelli di appartenenza al Cammino, e se mai ci cadi, beh..."

Il Cammino ha dei "Catechisti itineranti" e delle "Famiglie in missione", laici che partono dalle loro comunità di origine su incarico del Cammino. Ve ne sono diversi anche in Giappone. La Ino si chiedeva se veramente queste persone abbiano dato via tutti i loro beni.

Le Famiglie in missione hanno infatti ricevuto parecchie critiche.

Nei primi anni novanta Yoko Imaizumi, parrocchiana della chiesa di Gunchu nella prefettura di Ehime, diede ospitalità a tali famiglie venute dall'Italia e da altri posti, presso di lei a Matsuyama.

Parlando di quelle famiglie ha detto: "Hanno un sacco di figli, ma non cercano lavoro. Non sono affatto un modello per i giapponesi che lavorano sodo per far crescere i loro figli".

Nonostante il Cammino abbia uno stile tutto suo nel celebrare la liturgia, stile che è stato assai criticato, la Ino ha detto che "dopotutto era bello vedere davvero lo Spirito".

E nel commentare le critiche al Cammino per il suo modo di spostare tutto all'interno delle chiese, ha aggiunto: "in molte chiese loro hanno cambiato tutto, ma è solo così che si può fare esperienza della loro liturgia".

Un laico di Ehime che ha chiesto di rimanere anonimo ha riportato il suo choc nel sentire i membri del Cammino cantare ad un funerale "Risuscitò! Risuscitò!" ritmata dalla chitarra, ed ha detto: "i non cristiani che erano lì devono aver pensato che c'era qualche nuova setta religiosa".

Chi non prende parte al Cammino ha espresso gravi riserve sul fatto che tale gruppo non mostra apertamente le sue attività. Yutaka Suzuki suppone che circa un terzo dei membri della sua chiesa di Sakuramachi a Takamatsu siano membri del Cammino ma, aggiunge, "in effetti io non ho idea di chi siano".

Anche quando vuole parlare con qualcuno del Cammino non riesce a trovare nessuno con cui parlarne.

"E' stato così per più di trent'anni", dice. "Certo, ci sono persone che dicono che hanno incontrato Cristo in quel gruppo, ma sono concentrati sempre più su sé stessi, per cui diventa impossibile avere una conversazione sincera con loro".

Oltre che a Takamatsu, ci sono preti del Cammino, Catechisti itineranti e Famiglie in missione in alcune altre diocesi giapponesi, comprese Niigata ed Oita. Ciononostante non c'è stato un aumento di battesimi in nessuna di quelle diocesi. Al contrario, il Cammino sembra voler diffondersi cooptando i parrocchiani già attivi.

Hiroshi Tada, che è stato alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) del 1993 a Denver, in U.S.A., racconta che fu invitato a prendere parte ad un incontro del Cammino il giorno dopo la fine della GMG. Questo parrocchiano della chiesa di Sakuramachi restò sorpreso quando sentì un annuncio che invitava tutti quelli che volevano essere preti o religiosi ad alzarsi dai loro posti (erano radunati nello spazio di un campo da gioco).

"Mi chiesi se quello fosse stato il modo di decidere su una vocazione religiosa", ha detto.

La Ino, che oggi ha ottantadue anni, riassumendo la sua opinione ha detto: "Abbiamo lavorato per l'imperatore (la nostra generazione). Abbiamo lavorato per la Chiesa. Abbiamo lavorato per i preti. Abbiamo fatto del nostro meglio per i preti a Takamatsu. Ma adesso le cose stanno andando male. (Quelli che sono nel Cammino e quelli che non vi appartengono) stanno tutti soffrendo. Se è un bene per la nostra parrocchia che il Cammino si fermi, non sarebbe ora che il Cammino termini davvero?"

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Un breve commento all'articolo sopra citato.

I neocatecumenali hanno creato in tutto il mondo gli stessi problemi. Anche in Giappone, infatti:

- invadono le parrocchie e le "neocatecumenalizzano", sprezzanti della tradizione e degli usi locali (cambiano gli arredi sacri, risistemano tutto alla maniera di Kiko, cancellano via tutto ciò che non è neocatecumenale)

- cooptano i parrocchiani anziché attivarsi per convertire altre persone (ancora una volta viene demitizzata la loro vantata implantatio ecclesiae e sbugiardati i loro slogan sui leggendari "fratelli convertiti dall'ateismo"): non si preoccupano minimamente dei non credenti, "non aumentano i battesimi"

- vengono visti dagli altri fedeli come un corpo sostanzialmente estraneo, come dei parassiti, ed i loro migliori esponenti vivono proprio da parassiti ("hanno un sacco di figli, ma non cercano lavoro..." queste persone avranno veramente dato via tutti i loro beni?)

- raccolgono enormi quantità di soldi con ricatti morali: ("voi coniugi Ino non dovete più venire qui"), per di più con grossi sprechi di denaro per le "convivenze" in albergo (trascurando anche in questo caso la libertà dei singoli ed il più elementare buonsenso)

- lo spreco è anche del tempo, a scapito dei doveri degli sposati: tra liturgie, incontri e preparazioni, se ne vanno "parecchie serate alla settimana", poco importa che siano i figli a farne le spese (bambini che non possono stare con i genitori);

- fanno attività nella massima segretezza, come una setta chiusa al mondo esterno: è impossibile avere con almeno uno di loro una conversazione sincera, senza slogan preconfezionati ma "cuore a cuore"; per di più le loro abitudini bislacche (come i funerali chiassosi accompagnati dalle chitarre, che è davvero gravissimo per la mentalità giapponese) li fa apparire come "una di quelle sette, di quelle nuove religioni";

- tutto questo è confermato anche da chi pur avendo lasciato il Cammino, non ne ha conservata un'opinione particolarmente critica; osserviamo anche che la signora ottantaduenne ha però qualificato come "Spirito" l'eccitazione collettiva delle liturgie neocatecumenali, confermando involontariamente il pessimo fondo dottrinale del Cammino. Perciò non tragga in inganno quel "trarre ispirazione" nel titolo dell'articolo.