giovedì 7 agosto 2008

Al neocatecumenale che invoca un "nuovo corso"

Se lo Statuto richiede che i neocatecumenali siano introdotti al culto eucaristico fuori dalla Messa, alle pratiche di pietà come il Rosario, alla confessione sacramentale individuale... se lo Statuto comanda che il Cammino sia a disposizione dei vescovi (che pertanto hanno il diritto di rifiutarlo in ogni momento)... se lo Statuto esige che il Cammino celebri la messa senza omettere né aggiungere nulla... forse che il "dialogo" può servire mai ad aggirare tutte queste cose?

Tu invochi un "nuovo corso", in virtù del fatto che avete lo Statuto.

Ma in cosa deve consistere questo "nuovo corso"?

Vuoi che smettiamo di chiamare errore l'errore?

Desideri che la finiamo di chiamare "eresia" la distorsione delle verità di fede?

Preferisci che non chiamiamo più "abusi liturgici" gli abusi liturgici?

Il Cammino può avere tutti gli Statuti e i Direttorii che vuole. Ma se con tutta evidenza continuate a professare convintamente quegli errori... a cosa mai serviranno tutti gli Statuti e tutti i riconoscimenti?

Forse che tu per "nuovo corso" intendi il nostro silenzio? Non sei affatto il primo neocatecumenale a gridare "abbiamo lo Statuto, dunque siamo esenti anche dalle critiche più fondate".

Rifletti, caro fratello, rifletti.