mercoledì 6 agosto 2008

A cosa servono quel sito e questo blog

Do qui sèguito ad una email scambiata con qualcuno di voi.

Qui non si tratta di stabilire se l'Inter è meglio della Juve o viceversa (anche se in cuor mio sono assolutamente convinto che l'Inter è meglio).

Questo blog ed il sito "Verità sui Neocatecumenali" nascono, come dice il nome, per dire la verità sui neocatecumenali.

Il che significa che gli autori avvertono che sul Cammino c'è come minimo un'informazione inesatta, equivoca, parziale. Come minimo!

Non dovrebbe essere necessario, ma per cautela è bene precisarlo ugualmente: non si tratta di presentare una diversa opinione sui neocatecumenali; piuttosto, si tratta di dire la verità sui neocatecumenali.

«In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, i fedeli hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona» (Codice di Diritto Canonico, "obblighi e diritti di tutti i fedeli", can. 212, §3).

L'urgenza sta nel fatto che i problemi del Cammino Neocatecumenale riguardano anzitutto la liturgia, la dottrina, l'obbedienza ai legittimi Pastori della Chiesa.

Dunque il dialogo sulle questioni neocatecumenali non può avere lo stile di "interisti e juventini". Il nostro è un tentativo di ricondurre alla verità i fratelli che sbagliano e di non far cadere nell'errore i fratelli più piccoli e sprovveduti (e non ci limitiamo alle parole: preghiamo perché si ravvedano).

Tentativo fatto evidentemente entro i nostri limiti: non abbiamo né lo spessore teologico né lo zelo apostolico né l'accuratezza sistematica di un padre Zoffoli.

Ma la nostra maggiore difficoltà sta nel fatto che tutti i neocatecumenali che abbiamo incontrato (nell'internet e ancor più nella vita reale) non sono disposti ad un confronto franco e onesto. Quelli che infatti lo sono stati, o hanno smesso di essere neocatecumenali, o sono in procinto di abbandonare il Cammino.

Di fronte a certe storture dottrinali e liturgiche, infatti, ci si rende conto sempre più della divergenza tra ciò che è il Cammino e ciò che è la Chiesa, e si finisce a domandarsi: "ma è più importante la mia appartenenza alla Chiesa, o la mia appartenenza al Cammino?"

A chi obietta che il Cammino ha tanti Statuti e tanti Direttorii e tanti elogi da parte di tanti ecclesiastici, bisogna ricordare che quei documenti non sono affatto un certificato di approvazione di ogni errore passato, presente e futuro. Al contrario, impegnano ancora di più all'obbedienza e alla correzione di quegli errori.

Errori che sono tali non per convinzione nostra, ma per l'insegnamento e la tradizione della Chiesa.

Errori di cui spesso i neocatecumenali sono ben coscienti, al punto da replicare implicitamente o esplicitamente: abbiamo capito che è un errore, ma lasciateci andare avanti così, smettete di chiamarlo errore, lavatevene le mani, occupatevi di altre cose...

Ciò può ben spiegare la frequenza con cui qualcuno di noi mostra una non grandissima pazienza: un fratello che sbaglia e che resta affezionato al suo errore nonostante abbia capito che si tratta di un errore, ripetutamente viene qui a ribaltarci addosso le camionate di slogan del Cammino... cosa si aspetta?

Noi abbiamo a cuore solo i tre pilastri sicuri (la Scrittura, la Tradizione e il Magistero) e chiediamo solo che le cose siano fatte e vissute così come la santa Chiesa insegna: è questo il motivo principale per cui non proponiamo una precisa spiritualità da seguire in alternativa al Cammino.