lunedì 11 agosto 2008

Formichine

Piccola parentesi autoironica: a volte mi rendo conto di essere un po' ripetitivo e temo che anche se siete d'accordo con me, vi stanchiate di leggere i miei interventi...

Il guaio è che quando ci piove addosso qualche neocatecumenale con i suoi pomposi slogan, non si può presumere che lui sia già al corrente di tutte le questioni e tutte le spiegazioni già pubblicate sul sito, pubblicate nei libri di padre Zoffoli, don Elio, etc...

Ciò che può sembrare ripetitività, vuole in realtà essere precisione, anzi, pignoleria, fino alla pedanteria.

La miglior forma della critica ai neocatecumenali è quella fondata su dati che in buona fede non possono né negare né sminuire: è per questo che ho la mania del citare e del precisare e del circostanziare... anche se ancora non sono "professionale" come vorrei, e non penso che arriverò mai ai livelli di padre Zoffoli.

Ma pur sapendo bene che la documentatissima e circostanziatissima opera di padre Zoffoli viene tuttora forzosamente ignorata dalle gerarchie ecclesiastiche... non posso fare a meno di continuare a fare la mia opera di "formichina". Per me questo non è né un hobby, né un lavoro: è un servizio alla verità, è un'appassionata - ancorché minuscola - difesa della Chiesa.

Tutto ciò che noialtri "formichine" possiamo fare, infatti, è informare, informare ed informare. Far sapere, far conoscere, mettere in guardia... fedeli, sacerdoti, vescovi. Chi ha radici nelle tenebre (come il Cammino), teme la luce. Ed infatti i neocatecumenali temono non le punizioni della Chiesa, ma la pubblicazione di tali punizioni. Non temevano la lettera di Arinze, ma temono che venga letta e commentata e diffusa dentro e fuori il Cammino.

La soddisfazione della "formichina" sarebbe quella di presentare sulle questioni neocatecumenali qualche documento asettico, schematico, preciso... qualcosa che se finisse sulla scrivania di un vescovo favorevole ai neocatecumenali, non passerebbe al cestino prima di essere letto e riletto commentando più volte "però anche questo è vero".

Come le formiche vere, le "formichine" non hanno storia, non hanno nome, non hanno rilevanza, non hanno potere. Lavorano (e pregano) e basta, nel poco tempo e nelle difficili circostanze in cui si trovano. Dopotutto i risultati li tira fuori il Signore senza preavvisarci (e Nostro Signore vede bene cosa abbiamo in cuore, e sa bene cosa facciamo, come lo facciamo e perché lo facciamo). La nostra soddisfazione terrena non è il successo di un'operazione, ma il poter veder tornare all'unica vera fede di anime che erano state inquinate dalle eresie e dagli abusi del Cammino.