“1- Il Cammino riscopre il Cristianesimo primitivo nella sua essenza,offrendo a tutti(non è vero che sia selettivo) una coincreta opportunità di vivere la propria fede in comunione con i fratelli;”
Il termine "riscoprire il cristianesimo primitivo" contiene già un giudizio di merito, per la precisione un giudizio negativo, perché insinua che il cristianesimo attuale non sia puro come quello "primitivo". Non mi addentro nei dettagli, perché chiunque può osservare che il Cammino "riscopre" solo alcuni elementi, pretendendo che questi siano l'«essenza» (ma l'essenza del cristianesimo è Cristo, via, verità e vita, e il metodo è quello stabilito da Cristo, che ha fondato la sua Chiesa su Simon Pietro e gli apostoli).
Tale giudizio neocat sarebbe fondato solo nei casi in cui ci si limita ad osservare alcune situazioni particolari, come per esempio certe beghe di sacrestia, oppure quel cattolicesimo vissuto superficialmente ed esteriormente, oppure certo cattolicesimo magari tanto pio ma sostanzialmente ostile alle indicazioni del Papa (si pensi per esempio al sedicente "cattolicesimo adulto" di un capo di governo).
Ma se si guarda al criterio generale, e cioè al legame stretto che c'è tra san Pietro ed il suo legittimo successore Benedetto XVI, non si nota nessuna necessità di "riscoprire il cristianesimo primitivo" (inteso nella maniera del Cammino, cioè un finto archeologismo per giustificare le proprie balzane invenzioni), poiché la Chiesa ha conservato intatto il deposito della fede.
In questo contesto, un vescovo "indegno", un parroco squinternato, un prete eretico, un parrocchiano squadernato, non fanno testo. Anche se ne trovassi a centinaia, a migliaia.
Nostro Signore ha infatti fondato la sua Chiesa, ed ha garantito a Simon Pietro (primo Papa) che «gli inferi non prevarranno» contro di essa. A noi cristiani interessa l'unica vera Chiesa, che è quella cattolica, quella stabilita da Cristo, ed interessa l'unica vera garanzia, e cioè il Papa ed i vescovi uniti con lui che hanno il compito di guidarla con l'assicurazione che, qualsiasi cosa accada, «gli inferi non prevarranno».
Il termine "riscoprire il cristianesimo primitivo" contiene un giudizio negativo su tutta la Tradizione: nel caso della propaganda neocatecumenale, il cristianesimo non sarebbe più "primitivo" dall'imperatore Costantino fino al Concilio Vaticano II: sedici secoli di tradizione cattolica messi tra parentesi, sedici secoli di sviluppo del cristianesimo messi da parte, sedici secoli di successori degli Apostoli cancellati di punto in bianco.
Quel "riscoprire il cristianesimo primitivo" è uno slogan falso e tendenzioso.
Per capire quanto sia falso e pretenzioso, provate a seguire questo esempio, costruito in modo del tutto simile a tale slogan, da parte di un'immaginaria persona che detesti la polizia: «siccome l'altro giorno un giornale ha parlato di un poliziotto corrotto e di una stazione di Polizia che spreca elettricità perché dimenticano la luce accesa in ufficio anche di notte, allora l'intero corpo di Polizia sarebbe tutto da detestare, da eliminare». Questo è il metodo dei neocatecumenali.
È stato usato il termine "selettivo", ma non è la "selezione" che ci preoccupa: è il settarismo del Cammino che ci preoccupa.
Il Cammino non "seleziona" la gente, ma la attira con l'inganno. E una volta che si finisce nelle grinfie dei catechisti, si resta schiavi della setta, per una lunga serie di condizionamenti psicologici, pseudoreligiosi, ecc. (per esempio le confessioni pubbliche, il martellamento psicologico, la "love bomb" e gli altri trucchetti di fronte ai quali non tutti sono vaccinati).
“2.-Il Cammino suggerisce il giusto distacco dal mondo con le sue perverse lusinghe quotidiane,secondo l'esperienza e la predicazione paolina;”
Anche questa frase è uno slogan.
Cosa significa "giusto distacco dal mondo"? Ne esiste forse uno giusto e tutti gli altri ingiusti? Ne esiste forse uno più giusto di tutti gli altri? E in questi casi solo il Cammino ha l'esclusiva di presentarlo?
La Chiesa non sapeva suggerire un "giusto distacco" fino a che Kiko non ha presentato il suo?
E poi: "le perverse lusinghe quotidiane"? Cosa significa?
Significa forse che tutte le cose del mondo sono cattive? (ma questa è l'eresia catara)
Significa forse che il mondo si divide in bianco e nero, tra cose sante e lusinghe perverse? (ma questo è l'errore manicheo)
Significa forse che la vita cristiana, anziché essere una tensione verso Cristo, è banalmente una lotta moralistica contro le "perverse lusinghe"? (ma questo è protestantesimo calvinista o puritano)
Significa forse che senza il suggerimento del Cammino non esiste scampo alle "perverse lusinghe"? (ma questa è la vanità arrogante e menzognera del Cammino, che agita un pericolo in modo da proporsi come rimedio).
Significa forse che il cristianesimo della "predicazione paolina" consiste in queste robe strane che solo il Cammino avrebbe capito?
“3-il Cammino valorizza tutti i documenti del Vaticano II,senza trascurarne nessuno;”
Questo slogan contiene un'accusa agli altri ambienti cattolici, che "trascurerebbero" qualcosa del Concilio Vaticano II.
Benissimo: vogliamo dunque chiedere ai neocatecumenali come fanno, con quelle liturgie obbrobriose, a "non trascurare" il documento Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II...? Tale documento smentisce clamorosamente tutte le invenzioni pseudoliturgiche di Kiko e Carmen.
“4-Papa Ratzinger,come prefetto per la Congregazione della Dottrina della fede,in piena sintonia con i papi che lo hanno preceduto al soglio pontificio,ha avuto parole di elogio per il Cammino inteso come uno dei grutti più vivi e veri del Concilio;”
Il Cammino neocatecumenale confonde le parole di incoraggiamento con gli elogi, e confonde gli elogi con le approvazioni formali.
In sintonia con i predecessori, papa Benedetto XVI non smette di incoraggiare il Cammino Neocatecumenale a... tornare sulla retta via!
Le ultime parole di "elogio" del Cammino sono state scritte a Kiko, Carmen e Pezzi il 1° dicembre 2005, con la lettera sulla liturgia (contenente le "decisioni del Santo Padre)".
“5-il Cammino non viola la libertà di nessuno,suggerisce un itinerario e chi vuole può seguirlo in totale libertà,adeguandosi ai carismi che lo hanno ispirato.”
Più che uno slogan, questo sembra un patetico e maldestro tentativo di difendersi, descrivendo l'esatto contrario della realtà nella speranza che l'ingenuo interlocutore sia portato a pensare che la verità sia una via di mezzo tra lo slogan pro-neocatecumenale e le accuse fatte al Cammino.
In realtà, come si evince dalle numerosissime testimonianze raccolte da persone attendibili, il Cammino viola ampiamente la libertà di chi ingenuamente accetta di aderirvi.
Quanto già descritto da teologi affidabilissimi come padre Zoffoli e monsignor Landucci è stato sostanzialmente confermato per iscritto da molti vescovi e cardinali.
Vorrei far notare che molti di questi prelati hanno una linea e uno stile differente da quello di Zoffoli e Landucci (potrei citare nomi, date e fatti; non voglio dilungarmi), ma dalle testimonianze raccolte nelle proprie diocesi sono giunti alle loro stesse conclusioni.
E sono da considerare rilevanti anche le testimonianze praticamente concordi di tutti quei fortunati che sono riusciti a sfuggire dai lacci del Cammino Neocatecumenale.
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