mercoledì 30 aprile 2008

Risposte allo stesso neocat di prima

Camineo fu chiuso all'improvviso; e più tardi riaperto, ma... "modificato". Rettificato. Parzialmente deneocatecumenalizzato.

Cercando "neocatecumenal" sulla sua casellina di ricerca, qualche giorno dopo la censura kikiana, apparivano solo cinque pagine su duecento e rotti articoli.

Oggi vi compaiono 125 articoli sul Cammino (e naturalmente nessun cenno alle "bastonature" di aprile 2008).

Come già detto, i neocatecumenali adescano molte persone sinceramente religiose e poi le traviano. Dunque non è strano che dei neocatecumenali di fresco ingresso recitino ancora il rosario, partecipino ancora ad un corso sui metodi naturali, ecc. Il problema è "dopo".

Infatti, a lungo andare, man mano che si cementa il legame con la "comunità", queste robe per "cristiani della domenica" vengono accuratamente spazzate via.

Man mano che uno procede nel pluridecennale e costosissimo cammino per avere la patente di fede adulta, si ritrova ad ogni passo ad un bivio: o fai come richiesto dai catechisti, o sei fuori dalla setta con tutte le maledizioni e le persecuzioni che puoi immaginare.

Nella famosa giornata per i movimenti (altrimenti nota come la giornata della rivendicazione sindacale di Kiko), appena Kiko finì di parlare i neocatecumenali presenti si alzarono in massa e se ne andarono. Fu facile riconoscerli: erano quelli che avevano applaudito più vigorosamente a Kiko. Sapete, la sera stessa c'era una convivenza, ed i neocat non potevano perdere tempo ad ascoltare il Papa; per loro "la giornata dei movimenti" era l'occasione per rifilare una predica di Kiko agli altri movimenti...


Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era cristiano, e l'altro era neocatecumenale.

Durante la celebrazione, il neocatecumenale salì sull'ambone, sfasciò il microfono e, con quanto più odio verso sé stesso gli era possibile, gridò a gran voce: "Sono un Caino! Sono un Caino!" Poi tornò a casa. Non contento, telefonò ad una persona alla quale era convinto di aver fatto del male, e telefonicamente le annunciò: "dall'altare ho detto: «sono un Caino!»" La persona dall'altro capo del telefono non capì, ed il neocatecumenale si offese perché aveva trovato una scarsa sensibilità biblico-liturgica-kenotico-kerigmatica.

Il cristiano invece si fermò un attimo in preghiera in fondo alla chiesa, fece l'esame di coscienza, si inginocchiò in confessionale, si confessò, ricevette l'assoluzione, e si sentì liberato da un peso e felice di essere di nuovo in comunione con Nostro Signore.

Nota: queste cose sono veramente accadute. La persona all'altro capo del telefono, quella che non capì il termine "Sono un Caino", era mia madre.