Vedo che la questione del seminario di Takamatsu è ancora aperta.
Bertone, il 26 giugno, ha scritto una lettera ai vescovi giapponesi per far sapere che il seminario di Takamatsu si può chiudere, ma...
Il seminario "Redemptoris Mater" di Takamatsu si trasferisce in quello di Roma.
Niente di più facile: quello di Takamatsu pullula di italiani. Il rettore, tale don Carbonell, è incardinato nel clero di Roma. Il vicerettore è italiano. Scommetterei che in quel seminario neocatecumenale di Takamatsu si è sempre parlato italiano anziché giapponese.
E comunque sapevamo già che a Roma i neocatecumenali sono più potenti che altrove.
Verrà creato a Roma un "Seminario «Redemptoris Mater» per il Giappone".
Traduzione in italiano: "ce ne andiamo via ma torneremo molto presto".
Insomma, i neocatecumenali non demordono. Per loro è più importante conservare l'avamposto in Giappone, che obbedire ai vescovi giapponesi.
Tale seminario "per il Giappone" verrà ufficialmente retto da un vescovo giapponese in pensione (altrimenti i seminaristi di lì non sentiranno neanche una parola in giapponese durante tutta la formazione).
Personalmente sono dispiaciuto per come verrà trattato quel vescovo in pensione, vista l'attitudine dei neocatecumenali nei confronti di chi non è uguale a loro.
I preti neocatecumenali sparsi per il Giappone "possono incontrare difficoltà" (SIC!!!!) a causa della chiusura del seminario di Takamatsu.
Dunque il seminario "Redemptoris Mater" non è semplicemente un luogo di preparazione al sacerdozio (terminato il quale si viene ordinati e si passa definitivamente all'obbedienza ad un vescovo).
Al contrario, il seminario neocatecumenale è un luogo di aggregazione dei neocatecumenali, un posto indispensabile dove adunarsi, prendere direttive kikiane, e fare chissà cosa quanto a liturgia e pastorale. Altro che "seminario internazionale diocesano missionario"...
Ed infatti i preti neocatecumenali sparsi per il Giappone "possono incontrare difficoltà" (SIC!!!!!!!) a causa della chiusura del seminario di Takamatsu.
Il che significa anche che i preti neocatecumenali hanno già fatto capire che vendicheranno quella chiusura.
I preti neocatecumenali erano già disobbedienti: figuratevi cosa faranno, ora che intendono vendicarsi della chiusura del loro Sacro Seminario Neocatecumenale...
E perciò dalla neocatecumenalissima "Propaganda Fide" da Roma si tira fuori un'altra strana soluzione: nominare un "vicario" che gestisca il ministero di quei preti (al posto dei loro legittimi vescovi!?!) e che funga da interfaccia coi vescovi giapponesi (il che vuol dire che la vendetta neocatecumenale è già cominciata, visto che c'è bisogno di un vicario neocatecumenale per far parlare i preti neocatecumenali in Giappone coi loro legittimi vescovi)...
Infine, il seminario è chiuso ma non dev'essere chiuso: "una soluzione dovrà essere adottata sia per la sua gestione che per il suo utilizzo temporaneo". Non è chiaro se "uso temporaneo" implichi un eventuale ritorno del RM a Takamatsu.
Insomma, il vescovo di Takamatsu non può disporre di ciò che appartiene alla diocesi di Takamatsu.
Ricordiamo che a suo tempo il seminario neocatecumenale di Takamatsu fu costruito utilizzando anche fondi diocesani (o addirittura "solo fondi diocesani"): ci furono anche delle denunce, e sul più famoso giornale buddista giapponese derisero la Chiesa cattolica per quelle beghe ben poco cattoliche.
E voi immaginatevi una diocesi di cinquemila anime, che si regge solo sulle donazioni dei fedeli (lì in Giappone non esiste né ottopermille né altro tipo di contributi)... e vede bruciare i suoi soldi per costruire un seminario per i neocatecumenali che hanno storicamente creato solo problemi su problemi... e ora che dopo vent'anni l'intera conferenza episcopale giapponese riesce a chiuderlo, bisogna tenerlo pronto per non meglio precisate "gestioni" e "utilizzi temporanei".
Insomma, è evidente che a Roma le pressioni neocatecumenali sono fortissime, laddove i vescovi giapponesi sono sempre obbedienti e concilianti al punto da farsi esasperare dai neocatecumenali e da chi li appoggia.
Tutto questo mentre i media cattolici ufficiali (Radio Vaticana, Avvenire, etc) si guardano bene dal commentare la notizia.
Sarebbe bello vedere un commento di Zenit e di altri media "non ufficiali", su queste mirabolanti questioni neocatecumenali, così importanti da far passare in secondo piano l'intera conferenza episcopale giapponese.
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